Il MIT cambia nome: nasce il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili

Il MIT cambia nome: nasce il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Con il governo Draghi il MIT cambia nome e al suo posto nasce il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS). Ecco il motivo della nuova denominazione.

Il MIT cambia nome: nasce il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili

Con il governo Draghi il MIT cambia nome e al suo posto nasce il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS). Ecco il motivo della nuova denominazione.

26 Febbraio 2021 - 06:02

Il MIT cambia nome e diventa Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Il caro vecchio Ministero dei Trasporti lascia dunque il passo a questa nuova denominazione che sembra voler indicare una visione di sviluppo maggiormente orientata verso la sostenibilità e l’ambiente. Il cambio di nome è stato approvato nel corso del quarto Consiglio dei Ministri del governo Draghi insieme all’istituzione del nuovo MITE, il Ministero della Transizione Ecologica. Diciamo subito che approviamo la svolta, anche se non ci sarebbe dispiaciuto un riferimento alla sicurezza stradale, a partire ovviamente dalle infrastrutture.

PERCHÉ IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILI

Il cambio di nome corrisponde a una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation Eu”, ha dichiarato Enrico Giovannini, il primo titolare del neonato Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (che impareremo presto a chiamare MIMS).

L’obiettivo”, ha proseguito, “è promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato da Draghi. Investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. E il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti, devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità“.

IL MIT CAMBIA NOME: SARANNO SOSTENIBILI SIA LE INFRASTRUTTURE CHE LA MOBILITÀ

Il cambio di denominazione da MIT a Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili assume particolare interesse anche per l’uso dell’aggettivo plurale: una scelta quanto mai opportuna perché non solo la mobilità dev’essere sostenibile, ma devono esserlo anche le infrastrutture che, si spera, saranno realizzate nei prossimi anni per rafforzare e ammodernare le vie di comunicazione del Paese, approfittando delle risorse del Next Generation Eu. E tra viadotti che crollano, gallerie non a norma e strade fatiscenti di cose da migliorare ce ne sono pure troppe.

Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili

STORIA DEL MINISTERO CHE HA LA COMPETENZA SUI TRASPORTI

Non è la prima volta che il dicastero che ha le competenze sulle reti infrastrutturali e sui trasporti cambia nome. Dall’originario Ministero dei Lavori Pubblici del primo governo dell’Italia unita con a capo Cavour, nei decenni successivi sono poi sorti il Ministero dei Trasporti Marittimi e Ferroviari (1916), il Ministero dei Trasporti e dell’Aviazione Civile (1963), il Ministero dei Trasporti (1974), il Ministero dei Trasporti e della Marina Mercantile (1993), il Ministero dei Trasporti e della Navigazione (1994) e infine il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2001), solo momentaneamente (dal 2006 al 2008 col governo Prodi II) scorporato in due ministeri (dei Trasporti e delle Infrastrutture) prima di essere riaccorpato nel 2008 dal governo Berlusconi IV.

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