Decreto carburanti: come cambia dopo le modifiche del Governo

Decreto carburanti: come cambia dopo le modifiche del Governo

Approvate definitivamente le modifiche al Decreto carburanti 2023: il testo è in Gazzetta Ufficiale. Cambiano termini e sanzioni ma i benzinai restano insoddisfatti

17 Marzo 2023 - 12:00

È uscita in Gazzetta Ufficiale la legge n. 23 del 10 marzo 2023 di conversione del Decreto carburanti che contiene le modifiche introdotte dal Governo anche a seguito della mobilitazione dei distributori di benzina, culminata con la doppia giornata di sciopero di fine gennaio (poi ridotta a una). Le modifiche alleggeriscono, rispetto al testo iniziale, la periodicità delle comunicazioni dei prezzi e le sanzioni per le omesse comunicazioni, ma mantengono l’obbligo per i distributori su strade e autostrade di esporre ‘con adeguata evidenza’ i cartelloni con la media dei prezzi di riferimento accanto ai prezzi praticati. Il provvedimento non è ancora operativo perché per la piena applicazione occorre attendere un decreto attuativo che dovrà essere emanato entro fine marzo. Scopriamo nel dettaglio come cambia il Decreto carburanti dopo le modifiche del Governo.

Aggiornamento del 17 marzo 2023 dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 23/2023 che modifica i termini del Decreto carburanti.

COME SI È ARRIVATI AL DECRETO TRASPARENZA CARBURANTI

Nella prima decade di gennaio, per contrastare l’aumento del prezzo dei carburanti anche a seguito del pieno ripristino delle accise, il Governo Meloni ha approvato il decreto-legge n. 5/2023 che introduce disposizioni in materia di maggior trasparenza dei prezzi ai distributori e di rafforzamento dei poteri di controllo, contemplando la possibilità di ridurre il costo del carburante alla pompa (tagliando nuovamente le accise o riducendo l’Iva) solo in casi estremi. La scelta di intervenire quasi esclusivamente sulla trasparenza dei prezzi, anche applicando sanzioni più dure, ha però scatenato la veemente contestazione dei benzinai, che hanno accusato il Governo di volergli addossare la responsabilità dei rincari. Da qui la decisione di chiudere tutti i distributori, anche in modalità self, per 48 ore in segno di protesta (poi ridotte a 24).

DECRETO TRASPARENZA CARBURANTI: I BENZINAI PROTESTANO E IL GOVERNO CORRE AI RIPARI

Successivamente Governo (rappresentato da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy) e sindacati si sono incontrati più volte per trovare una soluzione che risultasse meno impattante sui benzinai. In effetti l’Esecutivo ha subito mostrato la disponibilità a rivedere alcune disposizioni del Decreto carburanti, ritenute forse troppo severe. E nella giornata del 19 gennaio 2023, al termine dell’ennesimo incontro con le rappresentanze sindacali dei benzinai, il ministro Urso ha annunciato le modifiche al decreto approvate dal Governo. Modifiche che nei giorni successivi sono state leggermente ‘ritoccate’, suscitando l’ira dei distributori (che erano usciti dall’incontro al ministero con un testo diverso), fino alla stesura definitiva da poco convertita in legge.

Decreto trasparenza carburanti

DECRETO TRASPARENZA CARBURANTI, NOVITÀ ADOTTATE: COMUNICAZIONI MENO RIGIDE E SANZIONI PIÙ BASSE

Ma vediamo quali sono le modifiche al Decreto carburanti introdotte tramite modifiche al testo originario.

  • nonostante le perplessità dell’Antitrust (ne abbiamo parlato qui) resta l’obbligo per i distributori di esporre i cartelloni con la media dei prezzi di riferimento accanto ai prezzi praticati. Attenzione: il prezzo medio calcolato, pubblicato dal MIMIT, sarà su base regionale e delle province autonome per gli esercenti sulla rete non autostradale, e su base nazionale per quelli che operano sulle autostrade;
  • accanto al nuovo obbligo, verrà introdotta una app pubblica gratuita a disposizione degli utenti per visualizzare prezzi medi e tariffe praticate;
  • l’obbligo per i benzinai di comunicare al ministero il prezzo dei carburanti sarà settimanale (e non più giornaliero come nella prima stesura) anche in mancanza di variazioni;
  • la chiusura per omessa comunicazione avverrà solo dopo 4 omesse comunicazioni settimanali nell’arco di 60 giorni (e non più dopo tre violazioni senza limiti temporali anche non consecutivi). Inoltre l’eventuale chiusura potrà essere decisa da 1 a 30 giorni (prima la previsione era da 7 a 90 giorni);
  • le sanzioni per omessa comunicazione saranno da un minimo di 200 a un massimo di 2.000 euro a seconda del fatturato dell’impianto di distribuzione (prima raggiungevano i 6.000 euro).

Inoltre per consentire l’applicazione di queste nuove disposizioni al posto di quelle precedentemente annunciate, contenute nel testo originario del decreto-legge, il Governo ha deciso di posporre l’emanazione del decreto ministeriale con le modalità di comunicazione e di esposizione dei prezzi entro 15 giorni dalla conversione del decreto legge (e non più entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge). Quindi, poiché la legge di conversione risulta in vigore dal 16 marzo 2023 (giorno successivo alla sua pubblicazione in G.U.), per vedere la nuova cartellonistica con la doppia esposizione dei prezzi bisogna adesso attendere ulteriori 15 giorni , quindi fino al 31 marzo 2023, per il necessario decreto attuativo. Vedremo se i tempi saranno rispettati.

DECRETO CARBURANTI CAMBIATO: URSO SODDISFATTO, SINDACATI UN PO’ MENO

Commentando le modifiche il ministro Urso ha detto che nel mantenere il caposaldo del decreto che prevede l’obbligo, per i benzinai, di esporre il prezzo medio accanto al prezzo di vendita praticato, il Governo allo stesso tempo è andato incontro a diverse richieste delle associazioni di categoria, conservando l’obiettivo della trasparenza per i consumatori senza tuttavia gravare sui costi per i distributori di carburante “che offrono un servizio importante per il Paese e verso il quale vi è unanime riconoscimento per il ruolo svolto anche nei momenti più difficili, come ad esempio durante la pandemia”. I sindacati però sono pronti a tornare sul piede di guerra: ad esempio da FAIB avvertono che “il cartello del prezzo medio servirà solo ad allineare al rialzo il prezzo finale dei carburanti, con grave danno dei cittadini e dei gestori, come per altro segnalato persino dall’Antitrust“.

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