Auto storiche, esposto del Codacons: “Solo il 20% ha i requisiti”

Auto storiche, esposto del Codacons: “Solo il 20% ha i requisiti”

Esposto del Codacons sulle auto storiche: per l'associazione dei consumatori solo il 20% delle vetture certificate avrebbe i requisiti per essere considerate come tali

6 Maggio 2024 - 14:45

L’Autorità garante della concorrenza del mercato, la Corte dei Conti e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno ricevuto un esposto da parte del Codacons che riguarda il rilascio della certificazione di rilevanza storica degli autoveicoli. L’associazione dei consumatori avrebbe infatti riscontrato delle anomalie nel cosiddetto ‘business’ delle auto storiche che, secondo quanto dichiara, potrebbero recare danni sul fronte erariale e pesanti conseguenze sul piano ambientale e della sicurezza stradale.

ESPOSTO DEL CODACONS: SOLO IL 20% DELLE AUTO STORICHE SONO VERAMENTE TALI?

Nell’esposto si legge che in Italia su un totale di 40,2 milioni di auto circolanti le vetture che hanno un interesse storico e collezionistico sono circa 4,3 milioni, “per un valore complessivo pari a 104 miliardi di euro“. In base alle ultime stime 553.000 vetture sono certificate come ‘storiche’, ma di queste “solo il 20% avrebbe effettivamente i requisiti per ottenere il riconoscimento previsto dalle norme vigenti” e, quindi, godere delle esenzioni totali o parziali sulle tasse automobilistiche (bollo auto, Ipt, polizze assicurative, ecc.). Viceversa il restante 80% del parco auto certificato come ‘storico’ risulterebbe oggi usato quotidianamente per assolvere alle normali funzioni da mezzo di trasporto, e tra questi vi sarebbero anche furgoni commerciali in pieno esercizio.

Ricordiamo che per l’art. 60 del Codice della Strada rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei registri ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo e Storico FMI. Il regolamento d’attuazione del CdS (art. 215) classifica gli autoveicoli di interesse e/o collezionistico, iscritti negli appositi registri,  quelli con una anzianità di almeno 20 anni e in possesso di determinati requisiti e caratteristiche tecniche.

AUTO STORICHE: DUBBI SUI REGISTRI E SUI CERTIFICATORI

Tuttavia, denuncia il Codacons, sembrerebbe emergere come i registri elencati dal Codice della Strada “siano mere associazioni private le quali non eseguirebbero gratuitamente tale operazione ma, proprio al fine di rilasciare la certificazione finale richiesta, richiederebbero all’utente un’iscrizione all’associazione stessa. Oltre alla quota associativa, verrebbe chiesto ai proprietari delle auto di effettuare un ulteriore pagamento all’ente certificatore per ottenere l’attestazione storica del proprio mezzo. Il compito di realizzare l’istruttoria per il rilascio della certificazione verrebbe assegnato a semplici amatori di federazioni private che non possiederebbero formazione alcuna, né alcun titolo riconosciuto che ne acclari la competenza, e ciò crea una grande sperequazione di valutazioni sul territorio nazionale“.

Auto storiche esposto del Codacons

“RISCHIO DI DANNO ERARIALE, AMBIENTALE E DI SICUREZZA”, LAMENTA IL CODACONS

Per il Codacons il rischio è che siano qualificati impropriamente come storici veicoli semplicemente vecchi, quotidianamente utilizzati dai proprietari per la circolazione stradale, godendo di ingiustificate agevolazioni fiscali con grave danno tanto all’ambiente, considerate le emissioni inquinanti delle auto più anziane, quanto alla sicurezza stradale. Inoltre la “presunta posizione di oligopolio posta in essere dalle associazioni iscritte nei Registri potrebbe inoltre generare un danno erariale stimato in circa 30 milioni di euro all’anno, considerate le esenzioni delle tasse automobilistiche di cui godono i proprietari delle auto storiche“. Per tali motivi l’associazione dei consumatori ha chiesto ad AGCM, Corte dei Conti e MIT, oltre che alla Procura di Roma e alla Guardia di Finanza, di indagare sul settore delle auto storiche, allo scopo di accertare eventuali irregolarità a danno della concorrenza e delle casse pubbliche.

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