
Airbag Citroen: respinto l’appello di PSA Italia, vincono i consumatori
Airbag difettosi, respinto l'appello PSA Italia: adesso i consumatori danneggiati possono passare all'incasso
Airbag difettosi, respinto l'appello PSA Italia: adesso i consumatori danneggiati possono passare all'incasso
La Corte d’Appello di Torino ha respinto l’appello formulato da Groupe PSA Italia (oggi inglobata in Stellantis) contro la sentenza del Tribunale che lo scorso ottobre aveva accolto l’azione inibitoria promossa da tre associazioni dei consumatori, in particolare Adusbef, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Codacons, sul caso ormai tristemente noto degli airbag difettosi che interessa circa 190 mila veicoli Citroen C3 e DS3 prodotti tra il 2009 e 2019. Le associazioni contestavano l’adeguatezza delle misure adottate dall’azienda per la sostituzione degli airbag, sostenendo che l’azione di richiamo fosse stata insufficiente e inadeguata. Il Tribunale aveva dato loro ragione e anche la Corte d’Appello, rigettando il ricorso di PSA Italia, ha condannato quest’ultima a intraprendere misure urgenti per tutelare i consumatori ed evitare il rischio di incidenti che potrebbero avere conseguenze gravissime o perfino letali per i passeggeri.
AIRBAG CITROEN: AZIONE DI RICHIAMO ANCORA IN CORSO
Nella sentenza di primo grado, il Tribunale di Torino aveva indicato in 1.000 auto al giorno il numero minimo su cui poter svolgere il richiamo, ma PSA Italia aveva contestato questo numero lamentando tempi troppo stretti per le comunicazioni agli automobilisti, anche per l’informativa sulla messa a disposizione delle auto sostitutive.
La Corte d’Appello ha tuttavia evidenziato che percentuale alta di richiedenti testimoniava invece un deficit informativo a sfavore dei consumatori, anche circa modalità e tempi di fornitura. Basti pensare che ancora oggi, su 15.800 auto sostitutive richieste, circa 1.700 richiedenti non sono stati soddisfatti.
Negli ultimi mesi gli automobilisti hanno subito la lentezza nelle sostituzioni degli airbag e l’inadeguatezza dei canali informativi usati sin da maggio 2024, quando solo 106.000 automobilisti vennero informati di bloccare la guida, mentre agli altri vennero inviate gli avvisi di sicurezza solo successivamente ad agosto e a ottobre, lasciando comunque senza alcuna comunicazione ancora a febbraio 2025 oltre 22.000 automobilisti.
MOLTI PROPRIETARI NON SONO STATI RINTRACCIATI
Inadeguata, per la CdA, è risultata pure la modalità di comunicazione operata da Groupe PSA, eseguita esclusivamente sulla base degli indirizzi dei clienti desunti dal PRA e non di ricerche anagrafiche. Ricerche che PSA ha iniziato a effettuare solo a marzo 2025, nonostante il Tribunale avesse stabilito l’obbligo per l’azienda di individuare in tempi rapidissimi i proprietari nei cui confronti la raccomandata non aveva avuto esito positivo, perché irreperibili o per altre ragioni, svolgendo le opportune ricerche anagrafiche e inviando raccomandata A/R all’indirizzo accertato, tutto entro 15 giorni dalla comunicazione della ordinanza del 7 ottobre 2024.
A conferma di ciò, numerosi automobilisti continuano a lamentare di non avere trovato disponibile per oltre 6/7 mesi il pezzo sostitutivo e molti ancora oggi hanno l’auto ferma, oltre 22.000 veicoli non risultavano essere state rintracciate a marzo 2025 . La Corte d’Appello ha pertanto l’urgenza di raggiungere i proprietari che ancora non risultavano informati del (grave) pericolo legato ai difetti degli airbag.
AIRBAG CITROEN: PENALI E CLASS ACTION
In tema di penali confermate dalla Corte d’Appello, PSA Italia dovrà pagare 20.000 euro al giorno per il ritardo nell’obbligo di terminare entro il 31/1/2025 le operazioni di sostituzione del kit airbag sui 127.036 veicoli che al 23/9/2024 avevano eseguito la prenotazione. Resta infine in piedi la class action per il risarcimento del danno subito dagli automobilisti.