Attenzione e Percezione

L’attenzione è “essere” in ciò che si sta facendo. Se sto guidando “Io sono attento” se “Io sono”, solo ed unicamente, “focalizzato sulla guida”. La concentrazione è la capacità di “focalizzare la mente (o pensiero)” su ciò che si sta facendo. Pertanto la concentrazione è un “livello di presenza” inferiore all’attenzione. Non ci addentriamo oltre […]

8 Aprile 2011 - 09:04

L’attenzione è “essere” in ciò che si sta facendo. Se sto guidando “Io sono attento” se “Io sono”, solo ed unicamente, “focalizzato sulla guida”.

La concentrazione è la capacità di “focalizzare la mente (o pensiero)” su ciò che si sta facendo. Pertanto la concentrazione è un “livello di presenza” inferiore all’attenzione. Non ci addentriamo oltre sull’argomento in quanto ci scontreremo con le diverse scuole, non solo di psicologia ma anche di pensiero filosofico, a seconda che identifichino l’ “Io” con la “mente”, o meno.

ATTENZIONE: La distrazione, o mancanza d’attenzione rispetto a ciò che si sta facendo, è in realtà la causa della maggior parte degli incidenti.

Se si è veramente attenti alla guida si evita sia di incappare negli errori che commettono gli altri che di eccedere rispetto ai limiti del veicolo.
Spesso si è distratti soltanto portando l’attenzione, anziché alla guida, ad un pensiero riguardante la sfera personale.

La percezione è sostanzialmente, per ciò che ci riguarda, la comprensione della realtà che ci circonda.

ATTENZIONE. Più è alto il livello di percezione maggiore sarà la nostra capacità di prevenire pericoli, ostacoli o quant’altro minaccia la nostra sicurezza.

ATTENZIONE. Di fatto, quando si è “attenti” il nostro livello di percezione è estremamente elevato ed il pericolo si presenta come se arrivasse al rallentatore.

Ad esempio: nel caso che un’auto che ti precede sulla destra, mentre la stai per superare, stia per invadere la tua corsia di sinistra, percepisci il pericolo ancora prima che la stessa inizi la manovra di cambio corsia.

Può esser di maggior pericolo, per sè e per gli altri, viaggiare a 30 km/h in città distratti che non a 180 Km/h in autostrada perfettamente attenti alla guida. Di fatto, se stai viaggiando in città nel traffico, anche a soli 30 Km/h, distrattamente (ad esempio parlando animatamente al cellulare) ed un pedone ti attraversa improvvisamente la strada, ti accorgi del (percepisci il) pericolo sempre e comunque in ritardo, ad esempio quando il pedone è già sdraiato sul cofano della tua macchina.

Serie ricerche condotte da Nissan hanno dimostrato che un guidatore sereno ha meno probabilità di avere incidenti in quanto più attento (vedere sistema RA). Il conducente che si appresta alla guida con apprensione, dovuta ad insicurezza e/o incertezza, è sicuramente un conducente poco attento che nel caso di improvviso ostacolo od improvvisa carenza di visibilità (ad esempio: ingresso in galleria non illuminata o in un banco di nebbia) può entrare in “panico”. Se subentra il “panico” il conducente non è in grado di affrontare alcuna situazione ed è spacciato.

ATTENZIONE. E’ fondamentale per una guida sicura mantenere alto il livello d’attenzione, rendendosi conto del proprio stato d’animo: possibilmente rinunciare alla guida se si è insicuri, stanchi, poco lucidi, in uno stato di apprensione, o comunque in condizioni di essere poco attenti.

Purtroppo parlando di attenzione parliamo di “livelli” o di “capacità”, e questi sono solo sostantivi che indicano caratteristiche soggettive. L’ideale, al fine di una guida sicura, sarebbe avere la “consapevolezza” del proprio livello di attenzione ed adeguare, di conseguenza, il comportamento di guida; ma anche la “consapevolezza” è un attributo estremamente soggettivo. L’unico vero sistema, atto a stabilire la giusta attenzione necessaria alla guida, sarebbe un dispositivo capace di infondere consapevolezza nel singolo soggetto, ma questo, ovviamente, non può esistere.

Comunque oggi, per chi non ha consapevolezza del proprio livello di attenzione vi sono a disposizione diversi dispositivi di allarme (che riguardano sempre la sicurezza attiva) i quali permettono di riportare l’attenzione del conducente alla guida, o verificarne lo stato di lucidità, che vedremo nei capitoli a seguire.

Per quanto riguarda la percezione aumentarne il livello è un’azione, invece, oggettiva.

Per tanto che uno possa essere attento nella nebbia, non può percepire la realtà circostante più di quanto l’intensità della nebbia stessa gli permetta; ma si può sempre agire, contro questo inconveniente, incrementando la percezione in condizioni di scarsa visibilità ricorrendo a “dispositivi elettronici di sicurezza attiva” che lo permettano. Lo stesso di notte: percepire la realtà al di là del fascio di luce dei nostri fari è impossibile per tanto che uno sia attento; ma si può sempre agire incrementando la percezione notturna ricorrendo a “sistemi” che lo permettano. Anche questi dispositivi li vedremo nei capitoli successivi.

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