Area C Milano: 256 milioni di euro in 3 anni! Ma i conti non tornano

Area C Milano: 256 milioni di euro in 3 anni! Ma i conti non tornano Questa la stima del consigliere di Palazzo Marino

Questa la stima del consigliere di Palazzo Marino, De Corato. Ma il Comune replica: numeri irrealistici, incassiamo solo la metà dei soldi

28 Settembre 2015 - 08:09

Tra pedaggio d'ingresso e multe, l'Area C in tre anni ha reso al Comune 256 milioni di euro. Un calcolo che il consigliere Fdi Riccardo De Corato (ex vicesindaco e anche assessore al Traffico durante la ex giunta Moratti) ha fatto dopo aver ottenuto le risposte a una sua interrogazione in Consiglio sul bilancio della congestion charge dal 2012 a oggi.

QUALI DATI – Nel 2012, le sanzioni che la polizia locale ha spedito sono state 761.647; sono calate nel 2013 a 664.226; l'anno successivo a 568.676; e nei primi sei mesi del 2015 ne sono già state registrate 309.416. Il totale nei tre anni e mezzo ha sfondato quota 2.303.965. Per ognuna vanno pagati 81 euro: fanno 186 milioni di euro di multe. “A questa cifra già molto elevata – dice De Corato – si devono aggiungere i ticket pagati, che ogni anno sono stimati almeno in 20 milioni, quindi 70 milioni in tre anni e mezzo”.

REPLICA E CONTROREPLICA – In realtà, dice Palazzo Marino, “come sempre accade, l'amministrazione comunale incassa circa il 50% delle contravvenzioni emesse. Una stima più realistica dell'incassato sulle multe di Area C si avvicinerebbe alla cifra di 20-25 milioni ogni anno, piuttosto che 180 milioni di euro in 3 anni”. Seconda precisazione: “I tempi di effettivo incasso possono arrivare fino a due anni. Senza dimenticare che, come previsto dalla legge, chi paga entro 5 giorni dal ricevimento della multa ha uno sconto del 30%. Ricordiamo anche con piacere che il numero delle contravvenzioni per Area C è in calo costante, segno dell'aumentata familiarità dei cittadini con il provvedimento nonché dell'utilità del pagamento differito istituito due anni fa”. Ma De Corato controreplica: “Il discorso non sta in piedi. Le multe emesse magari non sono state ancora tutte incassate, ma vanno pagate. Se qualcuno non le salda subito, pagherà in seguito dopo i solleciti, aggiungendo pure la mora. Se altri non pagheranno proprio, sarà una responsabilità del Comune”.

TUTTO MESSO IN DISCUSSIONE – Il Comune di Milano sottolinea che, grazie all'Area C, nella metropoli si respira meglio, e che il traffico è calato. Sarà. Ma De Corato anche qui lancia una bella frecciata: “Gli incassi da Area C non hanno portato a un indiscusso miglioramento dell'aria: la ricerca dell'International Institute for Applied System Analysis dell'inverno scorso ha incluso l'aria di Milano tra le più inquinate d'Europa. Né si può dire che la diminuzione dei veicoli in ingresso sia diminuita grazie all'Area C, visto che bisogna anche tener conto della crisi economica che ha ridotto l'acquisto e l'utilizzo delle auto”. Le polemiche politiche sono inutili: per semplificare, l'Area C del sindaco di “sinistra” Pisapia è figlia dell'Ecopass, voluto da Letizia Moratti, sindaco di “destra”. Ma vanno fatte alcune considerazioni. Anzitutto, l'Area C, molto più costosa dell'Ecopass, è a rischio zero per Pisapia: non perde consenso elettorale, in quanto è chi abita fuori Milano a subirne le conseguenze, non il cittadino che abita in pieno centro e va in bici. E qui iniziano le note dolenti: fuori dalla cerchia del filobus 90 e fuori dai confini di Milano, i mezzi sono pietosi. Tram e ferrovie sono al collasso. C'è una disastrosa frammentazione di competenze tra comuni e province. Il traffico, chi vive e lavora a Milano lo sa, è un tumore sempre più grosso all'ombra del Duomo. Insomma, se i dati di De Corato sono un po' “tirati” da una parte, il Comune di Milano non può far passare l'Area C come uno strumento che ha risolto i guai della mobilità milanese. In compenso, questo è indiscutibile, gl'incassi di Palazzo Marino sono colossali, siano essi 25 o 50 milioni di euro annui. Non ultimo, non si capisce perché un automobilista che entra regolarmente nell'Area C debba pagare le inefficienze del cervellone elettronico: vedi qui, qui, qui, qui. Stendiamo, in chiusura, un velo pietoso sui tempi di notifica non rispetatti per le multe da autovelox, e sull'utilizzo degli strumenti di controllo elettronico da parte della giunta Pisapia: vedi qui, qui.

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