Antitrust chiede aumento licenze Taxi: il tetto del 20% non basta

Antitrust chiede aumento licenze Taxi: il tetto del 20% non basta

Vigoroso intervento dell'Antitrust che chiede un aumento delle licenze Taxi anche oltre il tetto del 20% definito dal recente decreto Asset

3 Novembre 2023 - 14:20

L’aumento, peraltro temporaneo, del 20% delle licenze Taxi stabilito con il decreto Asset non basta a garantire un adeguato servizio del trasporto pubblico non di linea nelle città di Roma, Milano e Napoli, dove soprattutto nel periodo estivo sono state segnalate forti criticità. È quanto ha evidenziato l’Antitrust con una segnalazione inviata alle rispettive amministrazioni, in cui sollecita i tre Comuni ad adattare il numero delle licenze Taxi all’effettiva richiesta, spingendo l’aumento anche oltre il tetto del 20% fissato dal recente decreto. Uno ‘schiaffo’ per nulla indolore, quello dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che colpisce sia le associazioni dei tassisti, da sempre restii a qualunque aumento di licenze, e sia il Governo, autore di una norma poco coraggiosa proprio per non inimicarsi la potente lobby.

CHE COSA PREVEDE IL DECRETO ASSET PER IL SERVIZIO TAXI

Il decreto Asset, poi convertito nella legge n. 136 del 9 ottobre 2023, è intervenuto sulla disciplina del servizio di Taxi consentendo a tutti i Comuni italiani di rilasciare in via sperimentale licenze aggiuntive, a carattere temporaneo, per l’esercizio del servizio in favore di chi sia già titolare di licenza. Soltanto per i Comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto, è altresì prevista la possibilità di incrementare il numero delle licenze non più del 20% rispetto alle licenze già rilasciate, per fronteggiare un consistente e strutturale incremento della domanda, mediante un concorso straordinario, e con una procedura semplificata, per il rilascio, a titolo oneroso, di nuove licenze a nuovi operatori.

Per ottenere la licenza è comunque obbligatorio che la vettura utilizzata sia a basso livello di emissioni, e infatti per i vincitori del concorso per le nuove licenze è riconosciuto un incentivo finalizzato all’acquisto di vetture green (beneficio comunque esteso anche agli altri tassisti.

Sempre nell’ottica di potenziare l’offerta del servizio, il decreto Asset consente anche ai tassisti di avvalersi di sostituti alla guida come seconde guide, in turni orari aggiuntivi diversi da quelli svolti dai titolari di licenza.

TAXI A ROMA, MILANO E NAPOLI: LE CRITICITÀ RISCONTRATE DALL’ANTITRUST

Dai risultati di un’indagine svolta nei mesi scorsi, l’Antitrust ha riscontrato importanti criticità nel mercato dei servizi Taxi a Roma, Milano e Napoli, riconducibili a una generale e consistente insufficienza dell’offerta rispetto alla domanda.

  • Attualmente a Roma il numero di licenze attive è pari a 7.962, cui corrispondono 2,8 licenze ogni 1.000 residenti e 6 ogni kmq. Ultime licenze rilasciate nel 2005.
  • A Milano le 4.853 licenze attive sono pari a 3,5 licenze ogni 1.000 residenti e 26,7 ogni kmq. Ultime licenze rilasciate nel 2003.
  • Infine a Napoli, a fronte di 2.364 licenze attive, sono disponibili 2,6 licenze ogni 1.000 abitanti e 20,1 ogni kmq. Ultime licenze rilasciate nel… 1998.

Una situazione quindi ferma da decenni che non si concilia più con l’andamento delle richieste per i servizi taxi, rilevate sempre in costante aumento. A Roma, per esempio, nel periodo gennaio – luglio 2023, a fronte di un incremento delle richieste complessive da circa 985 mila di inizio anno a circa 3 milioni di luglio,  le richieste inevase sono aumentate da circa 155 mila di gennaio a circa 1,3 milioni di luglio, con percentuale schizzata dal 15% al 45% (vedi grafico in basso). In pratica a luglio, nel periodo di maggiore afflusso di turisti nella Capitale, quasi la metà delle richieste Taxi è rimasta inevasa. Numeri simili si possono osservare anche per Milano e Napoli, con rispettivamente il 40 e il 49% di richieste inevase nei periodi più ‘caldi’.

Antitrust chiede aumento licenze Taxi

Dall’analisi delle richieste inevase nei tre Comuni, l’Antitrust ha dunque fotografato una situazione di generale, significativa e crescente incapacità dell’offerta di servizi taxi di far fronte alla domanda.

Anche rispetto alla questione dei turni, le informazioni raccolte dall’Autorità garante hanno consentito di osservare il permanere di una rigidità più o meno marcata, suscettibile di incidere sulla qualità del servizio Taxi, nonché l’assenza di un sistema di monitoraggio volto a garantire un’efficiente erogazione del servizio stesso.

SERVIZIO TAXI, LE SOLUZIONI PROSPETTATE DALL’ANTITRUST: AUMENTO LICENZE OLTRE IL 20% MA NON SOLO

Vista la situazione di inadeguatezza strutturale del numero di licenze attive nei Comuni di Roma, Milano e Napoli, destinata a peggiorare a fronte dei futuri e ingenti flussi turistici che interesseranno le città nei prossimi mesi, ad esempio in concomitanza con il Giubileo a Roma a partire da dicembre 2024, l’Antitrust sollecita dunque le suddette amministrazioni ad adeguare il numero delle licenze Taxi alla domanda di tali servizi, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20%, che, in base ai dati acquisiti, non appare sufficiente a superare le criticità evidenziate (infatti d’estate le richieste inevase sono quasi il 50%).

L’intervento volto a incrementare le licenze per il servizio Taxi andrebbe inoltre effettuato con la massima tempestività e urgenza, attesa la permanente e grave situazione di criticità che caratterizza l’erogazione del servizio, adottando in tempi brevi i bandi di pubblico concorso.

A questo proposito l’Antitrust ha precisato che il potere dei Comuni di bandire concorsi per il rilascio di un numero di licenze superiore rispetto al limite del 20% non sarebbe in contrasto con la legge di conversione del decreto Asset che ha fissato tale limite. Sussiste, infatti, un rapporto di complementarietà tra quanto previsto dal Governo e la proposta dell’Autorità garante, trattandosi nel primo caso di un intervento straordinario, basato su una procedura semplificata, e nel secondo di un intervento ‘definitivo’, volto a superare un problema strutturale di inadeguatezza dell’offerta del servizio Taxi rispetto alla domanda.

Sempre nell’ottica di garantire una maggiore apertura del mercato e, conseguentemente, di aumentare la qualità del servizio Taxi, per l’Antitrust sarebbe inoltre auspicabile l’adozione di misure aggiuntive rispetto all’incremento del numero delle licenze attive:

  • regolamentazione dell’istituto delle doppie guide (attualmente presente a Roma e Milano ma non a Napoli);
  • implementazione del taxi sharing;
  • efficientamento dei turni per renderli più flessibili;
  • esercizio di un monitoraggio attivo ed efficace da parte degli organi stabiliti dalle amministrazioni comunali sull’adeguatezza dell’offerta del servizio taxi e sull’effettiva prestazione del servizio stesso, adottando adeguati meccanismi di controllo.

Infine, per evitare che in futuro si ripropongano situazioni di carenza della domanda analoghe a quella fino a oggi registrata, i Comuni dovrebbero procedere, in maniera sistematica e almeno annualmente, a richiedere alle cooperative di Taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio rispetto alla domanda effettiva e a pubblicarne gli esiti, in modo da attivare tempestivamente la procedura per il rilascio di nuove licenze, tramite l’adozione di un bando di pubblico concorso.

Attendiamo adesso la reazione della parti chiamate in causa a questa sorta di ‘entrata a gamba tesa’ dell’Antitrust sul rilascio di nuove licenze Taxi. Soprattutto i sindacati dei tassisti, che avevano accettato malvolentieri perfino l’annacquato decreto Asset, non le manderanno a dire (aspettiamoci nuovi scioperi).

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