Aci: proposta di legge contro il caro-assicurazioni

Aci: proposta di legge contro il caro-assicurazioni Secondo l'Aci

Secondo l'Aci, i premi assicurativi potrebbero diminuire fino al 40% se si adottassero per legge le procedure utili a sventare le frodi

4 Aprile 2012 - 08:04

Non ha perso tempo, Angelo Sticchi Damiani, neo-presidente dell'ACI, insieme al quale sabato scorso abbiamo premiato le auto più sicure del mercato italiano. Insediatosi al timone dell'Automobil Club il 20 marzo, ha presentato ieri una proposta di legge che, secondo quanto afferma, potrebbe ridurre mediamente del 30% i costi delle polizze assicurative, con punte del 40% in alcune zone d'Italia.

ISPIRAZIONE DA UN LIBRO – L'idea, che prima di essere resa pubblica è stata doverosamente inoltrata al presidente del Consiglio Mario Monti, si basa su un principio del tutto condivisibile spiegato dallo stesso Sticchi Damiani: “Crediamo che oggi sia particolarmente urgente contemperare il diritto dei danneggiati ad avere un equo risarcimento con il diritto degli assicurati ad avere un costo sostenibile per la Rc auto“. I contenuti del documento hanno preso spunto da un libro del giornalista di La Repubblica Vincenzo Borgomeo dal titolo Il Libro Nero della Rc Auto, consultabile online gratuitamente (anche in allegato alla news). La proposta di legge dell'Aci si articola su quattro punti:

  • obbligo di inoltrare la richiesta di risarcimento da parte dell'assicurato entro 90 giorni dal sinistro, pena decadenza dal diritto di ottenerlo;
  • obbligo di perizia delle cose danneggiate;
  • obbligo di accertamento medico-legale oggettivo in caso di richiesta di risarcimento per danni fisici;
  • in caso di danni alle cose, obbligo di risarcimento in forma specifica, cioè di riparazione del veicolo presso una carrozzeria convenzionata con la compagnia assicurativa.

QUALCHE PERPLESSITÀ – Le proposte Aci (in allegato i dettagli) sono sostanzialmente condivisibili, anche se la terza, quella sull'accertamento “oggettivo” dei danni fisici, lascia un po' perplessi i consumatori. Non è ben chiaro, infatti, in quale modo “oggettivo”, e quindi con quali esami clinici incontrovertibili, potrebbero essere accertati questi danni, specialmente il famoso colpo di frusta. C'è poi una perplessità generale che riguarda questo punto e anche quelo successivo sui danni alle cose. Per anni, le compagnie sono state accusate di fare poco o nulla contro le frodi assicurative e, in generale, contro l'aumento dei costi dei risarcimenti poiché per loro era meglio pagare senza molte discussioni e poi raddrizzare i conti facendo leva sugli aumenti dei premi. Ora, mediante la proposta Aci (che ha raccolto il plauso di alcune compagnie assicurative) si vorrebbero introdurre per legge le procedure che costituiscono una barriera proprio contro il flagello delle truffe che stanno provocando aumenti insostenibili dei costi i quali, ancora una volta e sempre di più, si riflettono poi sui premi pagati dagli assicurati, in una spirale perversa che sembra non avere fine. Domanda: perché le compagnie non si sono adoperate con maggiore energia anche prima per implementare le stesse procedure, o almeno qualcuna di esse, che oggi approvano se venissero rese obbligatorie per legge?

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