Blocco del traffico: quando è ammessa la violazione L’automobilista che viola le disposizioni sul blocco del traffico va incontro a una multa sicura. Ma ci sono alcuni casi in cui è giustificato

Blocco del traffico: quando è ammessa la violazione

L’automobilista che viola le disposizioni sul blocco del traffico va incontro a una multa sicura. Ma ci sono alcuni casi in cui è giustificato

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21 Settembre 2020 - 03:09

Soprattutto nelle grandi città italiane i provvedimenti di blocco del traffico sono una costante per contenere la diffusione dello smog. Accade anche nei centri più piccoli nell’ambito di domeniche ecologiche, Zone a traffico limitato e limitazioni alla circolazione delle auto. Ma ci sono dei casi in cui è ammessa la violazione del blocco del traffico. L’obiettivo dei Comuni di contrastare l’inquinamento prodotto dai veicoli a motori non prevede infatti rigidità nei confronti degli automobilisti in stato di necessità. Proprio quest’ultimo è il principio base da comprendere perché regola quando si può e quando è invece vietata la circolazione sulle strade nel giorno del blocco del traffico.

VIOLAZIONE DEL BLOCCO DEL TRAFFICO: QUANDO È AMMESSA

La violazione del blocco del traffico è quindi ammessa per stato di necessità. Ad esempio nel caso di trasporto urgente di un passeggero al pronto soccorso. Oppure per andare da una persona che ha bisogno di cure immediate. Appare quindi evidente come tale condizione sia legata alle questioni di salute. La disposizione di riferimento sullo stato di necessità è l’articolo 54 del Codice penale, secondo cui “non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”. Questa norma generale si applica anche nel caso di violazione del blocco del traffico quando l’automobilista al volante si trova in una situazione di necessità. E non ha quindi altra scelta che infrangere il provvedimento per scongiurare un “danno grave alla persona”.

COSA FARE IN CASO DI MULTA PER VIOLAZIONE DEL BLOCCO DEL TRAFFICO

Le norme sulla violazione del blocco del traffico da parte dei veicoli a motore parlano chiaro. I trasgressori sono puniti con una multa da 163 a 658 euro. Non solo, ma in caso di recidiva nel biennio ovvero di una doppia infrazione nell’arco di due anni, il conducente va incontro alla sospensione della patente da 15 a 30 giorni. E poco importa che l’automobilista abbia commesso la violazione in due città differenti. Dal punto di vista pratico le forze dell’ordine non possono esimersi dal registrare l’irregolarità. Ricordiamo che, al netto di alcune particolarità, possono fare le multe polizia stradale, polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, polizia provinciale, vigili urbani, funzionari del Ministero dell’Interno addetti al servizio di polizia stradale, polizia penitenziaria, corpo forestale dello Stato, ausiliari del traffico. Nel proporre ricorso appellandosi allo stato di necessità, l’automobilista che ha “violato i sigilli” può fare riferimento alle disposizioni in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti contenute nel decreto legislativo 150 del 2011.

BLOCCO DEL TRAFFICO, COME OPPORSI ALLA MULTA PER VIOLAZIONE

Facendosi forza sullo stato di necessità, l’automobilista può presentare ricorso per farsi annullare il verbale per violazione del blocco del traffico. Dal momento in cui viene multato ovvero dalla ricezione della notifica può appellarsi al giudice di pace entro 30 giorni o al prefetto entro 60, competenti per la città in cui ha commesso la trasgressione. Non può contestare la multa agli agenti accertatori. Se sceglie la via del giudice di pace deve pagare una tassa di 43 euro e chiedere nel ricorso di obbligare il Comune al rimborso in caso di vittoria. Lo snodo fondamentale è però un altro: evidenziare con chiarezza la richiesta di annullamento della sanzione per stato di necessità e di conseguenza di aver agito per ragioni di estrema urgenza. Allo stesso tempo deve specificare che non contesta la legittimità della multa e né la misura del blocco del traffico. Le parole non bastano per convincere il magistrato o il prefetto. Il conducente deve riuscire a dimostrare l’emergenza medica e dunque produrre i documenti utili che provano la patologia della persona trasportata. Nella maggior parte dei casi si rivelano preziosi il verbale del pronto soccorso e i nomi dei testimoni.

Posto di blocco conseguenze

E SE LE MULTE PER VIOLAZIONE DEL BLOCCO DEL TRAFFICO SONO PIÙ DI UNA?

Cosa succede se nel corso dello stesso tragitto l’automobilista viene fermato una seconda volta per violazione del blocco del traffico? Semplice, riceve una seconda multa. E magari anche una terza in caso di controllo successivo. Tuttavia, in presenza di stato di necessità, tutti i verbali possono essere annullati con un solo ricorso.

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