
Tesla dovrà difendersi dall’accusa di manipolare i contachilometri delle auto da remoto per negare la garanzia ai clienti più problematici
Tesla finisce di nuovo sotto i riflettori, e stavolta non per i suoi progressi tecnologici. Una causa legale depositata il 7 febbraio in California da un cliente scontento accusa la Casa automobilistica di pratiche scorrette nella gestione delle garanzie dei veicoli. Secondo quanto riportato da alcuni media USA, l’azienda avrebbe manipolato intenzionalmente i contachilometri di alcune vetture, in particolare quelle affette da problemi meccanici ricorrenti, per farle uscire prematuramente dalla copertura di garanzia.
IL CASO DELLA TESLA MODEL Y E IL CHILOMETRAGGIO ANOMALO
La denuncia presentata da un cliente californiano proprietario di una Tesla Model Y del 2020 acquistata usata, delinea uno scenario potenzialmente allarmante, se confermato. L’uomo avrebbe iniziato a notare discrepanze significative tra il reale chilometraggio percorso e quello registrato dall’auto: a fronte di una routine quotidiana stabile di circa 20 miglia, l’odometro segnalava una media giornaliera di oltre 72 miglia. Un dato che ha destato sospetti, soprattutto alla luce dei continui interventi di riparazione al noto problema alle sospensioni Tesla — una criticità già oggetto di attenzione e richiami negli anni passati.
ALGORITMI E MOLTIPLICATORI TESLA: IL SISTEMA SOTTO ACCUSA
Secondo quanto emerso e riportato dai documenti del tribunale, Tesla utilizzerebbe un sistema di calcolo del chilometraggio basato non soltanto sulla distanza percorsa, ma anche su algoritmi predittivi, parametri di consumo energetico e moltiplicatori legati allo stile di guida. Una metodologia che, se accertata, potrebbe alterare il chilometraggio effettivo rilevato, ma secondo il cliente, queste alterazioni sono avvenute solo in prossimità della scadenza della garanzia.
Il contachilometri Tesla avrebbe accelerato artificialmente verso le 50 mila miglia (circa 80 mila km), soglia oltre la quale la garanzia del Costruttore Tesla cessa di essere valide. Così, secondo l’accusa, l’azienda riuscirebbe a “ridurre o eludere la responsabilità per le riparazioni contrattualmente previste” e contemporaneamente a spingere il cliente verso l’acquisto di garanzie estese a pagamento.
IL RISCHIO DEL CONTROLLO REMOTO DELLE AUTO
Se le accuse verranno confermate, si tratterebbe di una delle prime dimostrazioni concrete dei rischi derivanti dal pieno controllo remoto che le Case automobilistiche hanno sui loro veicoli. In un’epoca in cui ogni funzione — dall’accensione al freno rigenerativo — può essere regolata da remoto, il potenziale abuso di questi strumenti non è solo teorico. Costruttori o hacker? La linea, a quanto pare, potrebbe essere più sottile del previsto. Ora spetterà alla giustizia fare luce su un caso che potrebbe avere conseguenze significative per tutto il settore.