
La crisi dell'industria automotive in Germania si può superare, ma adottando le richieste di IG Metall inviate al Cancelliere Scholz
L’industria automobilistica europea, e in particolare quella tedesca, si trova ad affrontare una crisi senza precedenti, segnata da profondi cambiamenti strutturali e una crescente pressione competitiva a livello globale. Un settore storicamente pilastro dell’economia tedesca, è ora al centro di un dibattito politico e industriale cruciale per il futuro della Germania come potenza economica. In questo contesto, alcune delle maggiori aziende fornitrici dell’industria automobilistica hanno fatto fronte comune e attraverso IG Metall, il principale sindacato dei lavoratori del comparto, ha inviato una lettera al Cancelliere Olaf Scholz delineando 12 punti chiave per affrontare questa situazione critica.
LA SITUAZIONE ATTUALE IN GERMANIA E IN EUROPA
L’industria automobilistica tedesca è colpita da un duplice fenomeno: il calo della domanda di veicoli a combustione interna e una competizione serrata con nuovi protagonisti globali come Tesla e i produttori cinesi. A questo si aggiunge il ritardo accumulato in settori strategici come la mobilità elettrica, le tecnologie delle batterie e il software. Mentre nei principali mercati mondiali, come la Cina, le auto elettrificate rappresentano già la metà delle nuove immatricolazioni, la quota di mercato dei produttori tedeschi continua a erodersi, anche per effetto dei Brand auto arrembanti, vedi qui l’ascesa di BYD che tallona Tesla.
A complicare ulteriormente il quadro, i costi energetici e burocratici in Germania sono tra i più alti d’Europa, spingendo molte aziende a considerare la delocalizzazione. In assenza di interventi mirati, l’intero ecosistema industriale rischia di perdere competitività, compromettendo occupazione, investimenti e innovazione. E’ a grandi linee quanto emerge dalla posizione unanime del gruppo di industrie tedesche impegnate nell’automotive che secondo Handelsblatt ha visto Bosch, ZF, Continental, Schaeffler e Mahle, anteporre il bene comune del futuro dell’industria automotive e disinnescare il rischio di tagli all’occupazione.
LE RICHIESTE DI IG METALL A SCHOLZ
IG Metall sottolinea l’urgenza di un intervento coordinato tra politica e industria per evitare che la Germania e l’Europa restino indietro nella transizione verso la mobilità elettrica. Una situazione non molto diversa da quanto è emerso all’Assemblea nazionale ANFIA lo scorso dicembre. La lettera al Cancelliere Scholz include proposte dell’industria automotive che mirano a stabilire una base solida per il futuro del settore. Di seguito, i 12 punti chiave:
- Ammortamento speciale per veicoli elettrici e ibridi plug-in acquistati da professionisti.
- Deducibilità fiscale per veicoli elettrici e ibridi plug-in acquistati da privati.
- Programmi di leasing sociale per famiglie a basso reddito, al fine di democratizzare l’accesso alla mobilità elettrica.
- Finanziamenti limitati ai soli veicoli prodotti nell’UE, per incentivare la localizzazione della produzione. Una proposta che fa il paio con i dazi sulle auto elettriche cinesi.
- Requisiti chiari per punti di ricarica presso distributori di benzina, rivenditori e aziende.
- Riduzione dei costi energetici attraverso tagli fiscali e maggiore trasparenza nei prezzi della corrente di carica.
- Promozione delle flotte elettriche a livello europeo per veicoli commerciali.
- Incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici usati, riducendo il rischio sul valore residuo e favorendo la diffusione della tecnologia.
- Maggiore flessibilità nei pagamenti delle multe europee per il mancato rispetto dei limiti emissivi delle flotte, abbinata alla garanzia di mantenimento dei siti produttivi.
- Finanziamento della rete di ricarica per camion e promozione delle infrastrutture di ricarica nei depositi.
- Ripresa dei finanziamenti alla ricerca sulle batterie, cruciale per l’innovazione.
- Sostegno alla trasformazione regionale fino al 2028, con finanziamenti mirati per garantire una transizione sostenibile per rafforzare le competenze tecnologiche, digitali, organizzative o di progettazione.
EFFETTI DELLA POLITICA SULL’INDUSTRIA
IG Metall ribadisce in un comunicato che la responsabilità della transizione non può gravare esclusivamente sui produttori e sui lavoratori. La politica deve assumere un ruolo attivo, creando condizioni favorevoli attraverso interventi infrastrutturali e normativi. Questo significa accelerare i processi di approvazione, semplificare la burocrazia e ridurre il costo dell’energia. Al tempo stesso, ogni forma di finanziamento statale deve essere vincolata al mantenimento delle attività produttive in Europa e alla creazione di valore locale.
Così funziona anche negli Stati Uniti d’America, è stato così con l’I.R.A. dell’ex presidente Biden, che Trump ha eclissato, fatto a pezzi il Green Deal e minacciato dazi del 25% alla produzione messicana di auto importate negli USA. Il risultato? A poche ore dal suo insediamento, sono fioccate promesse di investimenti miliardari da Stellantis, ma le aziende che rischiano sono molte e non soltanto tra i Costruttori di veicoli.