Flotte aziendali solo elettriche dal 2030? Da Aniasa un secco no

Flotte aziendali solo elettriche dal 2030? Da Aniasa un secco no

Aniasa dice no alle immatricolazioni di flotte aziendali e noleggio solo elettriche al 2030, bocciando l'ipotesi ventilata dalla Commissione europea

 

Aniasa dice no alle immatricolazioni di flotte aziendali e noleggio solo elettriche al 2030, bocciando l'ipotesi ventilata dalla Commissione europea

24 Luglio 2025 - 18:01

Secco no di Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta le imprese che svolgono attività di noleggio veicoli, car sharing e servizi collegati alla mobilità, all’ipotesi balenata negli ultimi giorni a livello europeo di immatricolare solo auto elettriche per le flotte aziendali e per le società di noleggio a partire dal 2030. Per Aniasa, l’ipotesi non porterebbe alcun vantaggio ambientale, anzi otterrebbe l’effetto opposto, inoltre creerebbe una grave distorsione sul mercato tra soggetti privati e aziendali.

FLOTTE AZIENDALI SOLO ELETTRICHE DAL 2030: LA PROPOSTA EUROPEA

Dell’ipotesi al vaglio dell’UE di vietare l’adozione di motori termici ai noleggiatori e ai parchi auto delle aziende entro entro il 2030 ne ha parlato il quotidiano tedesco Bild am Sonntag, sottolineando che la Commissione Europea starebbe lavorando a una proposta che potrebbe imprimere una svolta decisa alla transizione verso la mobilità sostenibile, anticipando in pratica di cinque anni il bando generale alle auto benzina e diesel, previsto a decorrere dal 2035. In base ai rumors, Bruxelles sarebbe pronta a proporre il divieto, a partire dal 2030, di immatricolare veicoli con motore a combustione interna per tutte le società di noleggio e le flotte aziendali, mirando a spingere più rapidamente l’elettrificazione del comparto automobilistico e agendo su un segmento (noleggio e flotte aziendali) che rappresenta circa il 60% delle immatricolazioni di auto nuove nell’Unione Europea.

L’IMPATTO DEL PROVVEDIMENTO

Al momento dalla Commissione europea non è giunta alcuna conferma ufficiale, se non che sono in corso lavori su nuove ma non meglio specificate regolamentazioni. Tuttavia la proposta, sostenuta da diverse associazioni ambientaliste come Transport & Environment, secondo Bild am Sonntag potrebbe essere presentata entro la fine dell’estate. Tra l’altro l’idea non è nemmeno inedita, visto che già nelle bozze del Piano d’Azione europeo per il rilancio dell’industria automobilistica, presentato lo scorso marzo, si ipotizzava una quota del 75% di elettrico nelle flotte aziendali entro il 2027.

In base alle prime stime, se applicata la misura potrebbe incidere sulle vendite di oltre 6 milioni di veicoli ogni anno nell’UE. Nel 2023, ad esempio, sono stati venduti circa 10,6 milioni di veicoli nel settore: un cambiamento normativo di questa portata sposterebbe significativamente gli equilibri del mercato, costringendo le aziende a orientarsi esclusivamente verso l’acquisto di veicoli elettrici.

Auto aziendale

ANIASA: NO FLOTTE AZIENDALI E NOLEGGIO SOLO ELETTRICI, MISURA CONTROPRODUCENTE

Non la pensa però allo stesso modo Aniasa, secondo cui costringere a noleggiare esclusivamente vetture elettriche, non favorirebbe la transizione ecologica né la riduzione delle emissioni di CO2, ma spingerebbe aziende e privati a mantenere più a lungo le proprie auto, rallentando l’immissione sul mercato di mezzi più sostenibili e sicuri. Senza contare, precisa l’associazione, che prevedendo un obbligo anticipato al tutto elettrico per il solo settore delle flotte aziendali, si creerebbe una grave distorsione sul mercato tra soggetti privati e aziendali, con il rischio di un radicale cambiamento nelle modalità di approvvigionamento dei veicoli che determinerebbe un ulteriore peggioramento delle condizioni del settore dell’auto in generale, e dell’industria automobilistica europea in particolare.

Critiche al provvedimento sono giunte anche da altre parti del continente. Ad esempio l’eurodeputato tedesco Markus Ferber (CSU) ha definito la proposta “fuori dalla realtà” e ha scritto una lettera formale alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, chiedendone il ritiro.

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