
Nuovi incontri per evitare la maggiorazione dei dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina. Anche perché aumentano i Paesi contrari
Proseguono gli incontri per evitare in extremis la maggiorazione dei dazi sull’import nell’Unione Europea di auto elettriche prodotte in Cina, un provvedimento molto severo e dalle conseguenze imprevedibili che peraltro non può contare nemmeno su un fronte compatto. A livello politico, infatti, due Stati chiave dell’UE come Germania e Spagna (specie il primo, con tutto il rispetto per Madrid) si sono sfilati dal drappello dei Paesi favorevoli, ingrossando le fila dei contrari che contava già Ungheria, Slovacchia, Cipro e Malta, senza contare gli scettici. Mentre a livello industriale è nota l’avversione di gran parte delle case automobilistiche europee, secondo cui la maggiorazione dei dazi nei confronti delle BEV made in China rischia di trasformarsi in un boomerang.
DAZI UE AUTO ELETTRICHE CINESI: INCONTRO DOMBROVSKIS – WENTAO
Va dunque visto in un’ottica positiva il colloquio, definito ‘costruttivo’, tenutosi ieri a Bruxelles tra il vicepresidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, e il ministro del Commercio cinese Wang Wentao, proprio per discutere dei dazi. Al termine del confronto, infatti, Dombrovskis ha dichiarato che UE e Cina sono d’accordo a intensificare gli sforzi per trovare una soluzione efficace, applicabile e compatibile con le norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) per il caso delle auto elettriche. “La volontà di lavorare a una soluzione condivisa“, ha tuttavia precisato il vicepresidente della Commissione europea, “non pregiudica l’indagine dell’UE sui possibili maxi-sussidi sleali della Cina alle sue imprese, con la conseguente decisione di aumentare i dazi alle importazioni di e-car da Pechino“.
UE: DAZI SU AUTO CINESI SOLO PER COMPENSARE AIUTI SLEALI
Anzi, nel corso dell’incontro con Wentao, il politico lettone ha ribadito che l’indagine sui sussidi cinesi si basa rigorosamente su fatti e prove ed è pienamente conforme alle norme del WTO e al diritto comunitario, assicurando nel contempo che “il mercato continentale rimarrà aperto alle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina, poiché l’obiettivo dei dazi UE è solo quello di compensare i sussidi identificati come illegittimi, consentendo così una concorrenza leale sul mercato interno e condizioni di parità“. Bruxelles e Pechino hanno quindi concordato di riesaminare gli impegni sulle tariffe doganali, dando istruzioni alle rispettive equipe “affinché si impegnino al massimo per raggiungere una soluzione reciprocamente accettabile, mantenendo aperto il canale di comunicazione a livello ministeriale“.
DAZI UE AUTO CINESI: VOTO NON SCONTATO
Ricordiamo che i dazi annunciati lo scorso luglio e poi leggermente ritoccati, sono ancora provvisori e diventeranno definitivi solo dopo il voto formale degli Stati membri dell’UE. L’esito è tutt’altro che scontato perché per l’approvazione finale serve una maggioranza qualificata: 15 Stati membri su 27, rappresentanti almeno il 65% della popolazione dell’Unione Europea. Alla prima conta, non vincolante, 12 Stati (tra cui l’Italia) si erano detti favorevoli, 4 contrari e 11 astenuti. Nel frattempo gli equilibri si sono spostati e la Spagna è passata nei contrari, così come la Germania che inizialmente si era astenuta. Inutile specificare che gli interessi in ballo sono altissimi, considerato che ci sono aziende automobilistiche europee che producono in Cina e Paesi UE che ospitano sul proprio territorio aziende cinesi. Un primo verdetto l’avremo dal Consiglio “Competitività” dell’Unione Europea che si terrà il prossimo 26 settembre, vi terremo informati.