Cyclus di Haiki Cobat: Innovazione nella Tracciabilità e Recupero dei Veicoli

Cyclus di Haiki Cobat: Innovazione nella Tracciabilità e Recupero dei Veicoli

Il progetto Cyclus di Haiki Cobat rivoluziona la gestione sostenibile dei veicoli a fine vita, promuovendo tracciabilità ed il recupero

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28 Ottobre 2024 - 09:05

Nell’articolata realtà dell’economia circolare, il progetto Cyclus di Haiki Cobat si propone come una soluzione innovativa e concreta per la tracciabilità ed il recupero dei veicoli a fine vita. Cyclus pone al centro l’orientamento normativo dell’End of Life Vehicle, con una serie di innovazioni che anticipano l’arrivo del regolamento europeo ELV che abbiamo approfondito in questo articolo, e promuovendo una gestione trasparente, sostenibile ed ecologicamente corretta dei veicoli a fine vita. Abbiamo chiesto a Emiliano Casucci, ELV Manager di Haiki Cobat, Golden Sponsor del 4° Aftermarket Report di SICURAUTO.it “Connettività, Elettrificazione, SERMI e Sostenibilità: quali soluzioni concrete per l’Aftermarket del futuro?”, di spiegarci come Cyclus avvantaggia la circolarità sostenibile e trasparente del settore auto.

LA NASCITA DI CYCLUS E I SUOI OBIETTIVI

Cyclus nasce dalla visione di creare una rete certificata di eccellenza tra i migliori autodemolitori italiani, in collaborazione con le Case automobilistiche. L’iniziativa mira a garantire la tracciabilità e la sostenibilità nella gestione dei veicoli fuori uso (End-of-Life Vehicles – ELV). Come ci spiega Casucci, “Cyclus è una risposta anticipata alle normative ancora in fase di sviluppo, e offre un sistema già operativo che coinvolge una rete di autodemolitori certificati e case automobilistiche, supportati da software avanzati per la trasmissione efficiente delle informazioni”.

L’obiettivo principale di Cyclus è di facilitare la transizione verso un’economia circolare, assicurando che ogni componente dei veicoli venga gestito correttamente. Questo include la tracciabilità dei materiali e la trasparenza dei processi, elementi fondamentali per garantire una gestione sostenibile e un recupero efficiente delle materie prime.

LA RETE CERTIFICATA È PRONTA ANCHE ALLE AUTO ELETTRICHE

“La rete Cyclus conta già 150 ragioni sociali aderenti, ma è in continua evoluzione. Riceviamo quotidianamente domande di iscrizione; le candidature sono analizzate e sottoposte a profonda valutazione. Se i soggetti sono in linea con gli standard Cyclus, iniziano il processo di certificazione che li porterà ad entrare ufficialmente nella Rete. Con lo stesso principio, i soggetti già aderenti sono periodicamente valutati.”, spiega Casucci.

Questo network non solo risponde alle esigenze attuali, ma si prepara anche alla diffusione della mobilità elettrica. La gestione dei veicoli elettrici, in particolare delle batterie al litio a fine vita di cui parliamo qui, rappresenta una sfida significativa per il settore dell’autodemolizione. Haiki Cobat, con la sua esperienza trentennale nella gestione delle batterie, è già pronta a rispondere a queste nuove esigenze attraverso soluzioni innovative come il Box Litio in due diverse “taglie” – Medium e Large, uno strumento certificato per la gestione sicura delle batterie al litio durante lo stoccaggio e il trasporto.

L’IMPATTO DI CYCLUS SULLA FILIERA AUTOMOBILISTICA

L’Europa ha dimostrato un forte impegno per l’economia circolare e la sostenibilità ambientale. Oggi, i consumatori sono più consapevoli e fanno scelte più responsabili, favorendo il riuso e il riciclo. Cyclus contribuisce a questo cambiamento culturale, aggiungendo valore attraverso la sua rete certificata e promuovendo una gestione sostenibile dei veicoli a fine vita, che avrà anche un impatto sulla filiera automotive.

Cyclus offre un contributo significativo anche ai produttori di autoveicoli associati, permettendo una gestione sicura e tracciabile dei dati relativi ai veicoli a fine vita. La piattaforma utilizzata da Cyclus consente alle Case automobilistiche (5 aderenti a Cyclus alla data di pubblicazione, Mazda, Ineos, Smart, Lotus e Porsche, ma il dato è in crescita) di accedere a informazioni dettagliate sui veicoli smaltiti, migliorando la trasparenza e l’efficienza dei processi di riciclo e riutilizzo dei materiali, coerentemente alle disposizioni del regolamento ELV in approvazione. Questo non solo facilita la conformità alle normative europee, ma offre anche opportunità di miglioramento continuo nei processi produttivi.

Inoltre, Haiki Cobat sta lavorando all’apertura di un impianto per il trattamento delle batterie ad alta tensione smontate dai veicoli a fine vita. “I lavori nell’edificio che ospiterà l’impianto in provincia di Chieti stanno procedendo, come pure tutti gli adempimenti burocratici ed amministrativi. È un iter lungo e complesso, che sta coinvolgendo molte risorse umane, fornitori e gli enti sul territorio. Nei prossimi mesi finalizzeremo parte delle linee e potremo fissare la data di apertura.”, spiega Casucci.

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