In Russia e Regno Unito sono state hackerate numerose colonnine di ricarica: aumenta il rischio per le aziende con flotte o servizi per auto elettriche
La cyber security delle auto connesse ha sollevato molti dubbi di recente, soprattutto dopo i numerosi attacchi hacker effettuati solitamente per attirare l’attenzione dei Costruttori di veicoli. Le colonnine di ricarica attaccate dagli hacker negli ultimi mesi sono però la prova di un crescente e nuovo rischio che minaccia le aziende. I casi più recenti in Russia e Regno Unito sono stati commentati dal CEO di una nota piattaforma israeliana di sicurezza informatica.
COLONNINE DI RICARICA HACKERATE IN RUSSIA E REGNO UNITO
I rischi legati alle auto connesse non si possono sottovalutare: un hacker che viola l’accesso di un’auto può prendere il controllo di numerose funzioni fino anche a far muovere il veicolo. Lo scopo degli hacker però è quello di guadagnare soldi. Quindi – a meno di operare attacchi su commissione – è improbabile che le auto di privati saranno colpite massivamente. Potrebbero però esserlo indirettamente, come è accaduto di recente in Russia e nel Regno Unito.
– A febbraio 2022, alcune le colonnine di ricarica lungo l’autostrada che collega Mosca e San Pietroburgo in Russia sono state disabilitate da hacker. Come riporta Autonews, i display mostravano messaggi di protesta contro Putin e l’attacco all’Ucraina;
– Tre punti di ricarica sull’isola di Wight in Inghilterra sono state hackerate facendo riprodurre immagini oscene sui display delle colonnine di ricarica, rendendole inutilizzabili, secondo BBC News.
ATTACCHI HACKER “BLACK HAT” ALLE COLONNINE IN AUMENTO
“Stiamo già iniziando a vedere i primi hack. Sono sicuro che ci sono molti casi accaduti che non sono stati resi noti”, ha dichiarato Yoav Levy, CEO di Upstream Security ad AutoNews. L’esperto in sicurezza informatica sostiene che gli attacchi alle colonnine di ricarica aumenteranno sempre di più nei prossimi mesi. Il metodo è lo stesso utilizzato per bloccare l’attività di grandi multinazionali: entrano nelle reti pubbliche e private con lo scopo di ottenere un riscatto. Ma non è escludibile l’ipotesi che possano hackerare una colonnina di ricarica per non pagare l’utilizzo. Fino allo scorso anno, secondo Levy, gli attacchi sono stati effettuati principalmente da hacker “white hat”, che lavorano per le stesse aziende che mettono alla prova la vulnerabilità dei loro sistemi. Secondo una ricerca di Upstream, la maggior parte degli attacchi informatici recenti è avvenuta ad opera di hacker “black hat” che agiscono illegalmente per trarre profitti.
COLONNINE DI RICARICA HACKERATE: QUALI RISCHI PER LE FLOTTE DI AUTO
Con la diffusione delle reti di ricarica smart e connesse, il rischio che le colonnine di ricarica siano esposte ad attacchi è alto, secondo Levy. Questo rischio, spiega l’esperto, riguarda principalmente soggetti da cui gli hacker trarrebbero un maggiore guadagno. Ad esempio flotte di veicoli elettrici impiegati per le consegne, provider di ricarica sulle autostrade, etc., piuttosto che un automobilista privato. In casi remoti un’auto elettrica potrebbe essere vittima degli hacker se la colonnina fosse attaccata durante la ricarica.