Angelone: PFU non ritirati sono un’emergenza che danneggia le officine

Angelone: PFU non ritirati sono un’emergenza che danneggia le officine L’esubero di PFU è causato da molti fattori tra cui abusivismo e illegalità: la lettera di Alessandro Angelone al Ministero della Transizione Ecologica

Angelone: PFU non ritirati sono un’emergenza che danneggia le officine

L’esubero di PFU è causato da molti fattori tra cui abusivismo e illegalità: la lettera di Alessandro Angelone al Ministero della Transizione Ecologica

5 Agosto 2022 - 09:08

Gli PFU (Pneumatici Fuori Uso) rappresentano un problema che in alcune zone d’Italia ha assunto proporzioni pericolose per gli installatori. A portare l’attenzione delle istituzioni sul ritiro rimandato o inefficace ad attivare il corretto smaltimento degli pneumatici usurati stoccati da installatori e officine è Alessandro Angelone il Presidente di Confartigianato Autoriparazione che ha scritto al MITE come stanno realmente le cose.

OFFICINE COSTRETTE A STOCCARE TROPPI PFU RISCHIANO SANZIONI  

Gli Pneumatici Fuori Uso destinati allo smaltimento stanno diventando un grosso problema che espone gli installatori a pesanti multe, oltre a occupare spazi di lavoro che nel cambio stagionale degli pneumatici sono indispensabili. Ecco perché il Presidente di Confartigianato Autoriparazione, Alessandro Angelone, ha inviato una lettera al Ministero della Transizione Ecologica, in risposta alla richiesta con cui il MITE sollecita la segnalazione delle aree dove il ritiro degli PFU avviene con maggiori ritardi. Angelone, nella sua lettera, che riportiamo integralmente di seguito, cita le aree geografiche in cui si verificano più disservizi e carenze, sulla base di indagini effettuate da Confartigianato Autoriparazione presso le officine, ma fa molto di più.

IL PROBLEMA DEGLI PNEUMATICI FUORI USO ABBANDONATI

Il problema degli PFU non è solo di natura logistica e fiscale, ma anche ambientale. Solo alcuni giorni fa infatti la segnalazione di un turista che aveva avvistato una gomma sul fondale a pochi metri dalla riva, ha portato poi la Guardia Costiera di Salò al ritrovamento di oltre 50 pneumatici nel lago di Garda. L’abbandono delle gomme molto probabilmente è stato la conseguenza di attività di compravendita sottobanco, per cui non è possibile giustificare lo smaltimento dell’esubero di gomme fuori uso. Se non lo sai, approfondisci come funziona e perché si paga il contributo PFU sulle gomme nuove, anche quelle acquistate online. Ecco la lettera di Alessandro Angelone al MITE:

“La rilevazione effettuata da Confartigianato Autoriparazione conferma una situazione generalizzata di inefficienza e discontinuità del servizio. Fortissime le criticità circa tempi di attesa e quantitativi ritirati su tutto il territorio nazionale, con il rischio sempre incombente di incorrere nel blocco del ritiro di PFU, in particolare a fine anno.

 Il problema della giacenza di PFU ricade sugli autoriparatori sia sul piano operativo, sia su quello economico per il rischio di incorrere in pesanti sanzioni amministrative, oltre a creare gravi conseguenze per l’ambiente e per la salute della collettività.

I ritardi nel ritiro degli PFU vengono per lo più motivati, da parte dei Consorzi, dal raggiungimento del target obbligatorio per legge e dall’impossibilità di ritirare quote aggiuntive, rinviando spesso, in modo improprio, alle imprese l’onere e la responsabilità di attivarsi direttamente per ottemperare a tale adempimento. Le lungaggini, in alcuni casi, sono anche legate a disorganizzazione logistica e inadeguatezza dei mezzi impiegati per la raccolta, così come le quantità di gomme ritirate sono inferiori a quelle conferite dalle imprese, senza possibilità di contestare la discordanza numerica riferita al peso degli pneumatici, a scapito delle imprese stesse. Il disagio legato all’ingombro degli pneumatici accatastati che limita la disponibilità di spazi all’interno delle officine, diventa particolarmente gravoso nei periodi in cui si effettuano i cambi stagionali degli pneumatici.

Artigiani

Le difficoltà variano anche in base alla collocazione geografica delle officine e sono maggiori per quelle che operano nelle zone collinari e montane. Sono ormai storiche le difficoltà segnalate in Puglia, in particolare nel territorio brindisino. Gravi difficoltà si registrano anche in Veneto, così come in provincia di Modena e Reggio Emilia dove il ritiro di PFU viene effettuato dai 4 ai 6 mesi dalla richiesta, con passaggi per la raccolta insufficienti (circa 2 volte l’anno). E ancora in provincia di Trieste ed in provincia di Trento dove un significativo numero di imprese lamenta tempi lunghissimi di attesa e di avere in deposito oltre 20 mc di PFU da smaltire.

Le inefficienze e anomalie dell’attuale meccanismo sono anche riconducibili a fenomeni di illegalità e forme di abusivismo che spesso si annidano nel sistema di gestione degli pneumatici e che impediscono tracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi sul mercato, a danno degli operatori regolari. Pratiche scorrette come la vendita in nero di pneumatici, anche sul web, generano evasione ed elusione fiscale e del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU che pregiudicano il corretto funzionamento e la copertura economica del sistema, con il rischio ricorrente di abbandoni, accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori – e la copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere, in fase di prelievo presso gli operatori, i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali.

A fronte di questa situazione ripetutamente denunciata – sottolinea il Presidente Angelone – è necessario che vengano sostenute e agevolate le imprese che operano regolarmente e sono altrettanto indispensabili interventi strutturali per far emergere le aree di illegalità presenti sul mercato. La gestione dell’intero flusso degli pneumatici va reso efficiente, in un’ottica di trasparenza, tracciabilità e legalità che ne garantisca la sostenibilità economica e il raggiungimento del target di raccolta previsto per legge. Inoltre, Confartigianato Autoriparazione sollecita il rafforzamento, concentrato a monte della filiera, del controllo dei flussi degli pneumatici da parte degli Organi di vigilanza competenti, con un’attenzione particolare alle vendite on-line”.

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