Toyota compra la tecnologia Uber e salva i piani sulla guida autonoma

L'accordo con Toyota sulla guida autonoma trasformerà Uber nella più grande (e si spera sicura) azienda di ride-hailing al mondo
Che Uber fosse a un passo da vendere tutta la sua divisione che lavora allo sviluppo della tecnologia di guida autonoma (Uber Technologies) stava diventando quasi una premonizione, dopo l'incidente mortale a Tempte e l'annuncio dello stop allo sviluppo dei camion robot: troppi investimenti, perdite e fiducia sulla sicurezza del progetto a minimi storici. La notizia dell'accordo con Toyota diffusa da AutoNews, ma non ancora ufficializzato, amplia le prospettive di sviluppo del progetto di guida autonoma su cui il Costruttore giapponese avrebbe scommesso 500 milioni di dollari. Dall'accordo ne guadagnerebbero entrambi e dopo Volvo e Daimler, Uber canalizzerebbe così il suo know how sulle auto di serie Toyota Siena con un garante della sicurezza come Toyota che in nome della sicurezza non si è lasciata tentare da lanci di tecnologie e sistemi autonomi non ancora collaudati e affidabili.
LA NUOVA UBER La visione dell'ex CEO Travis Kalanick sullo sviluppo di un sistema di guida autonoma proprietario ha ben presto mostrato i suoi limiti; troppi rischi e investimenti in perdita, e l'incidente in Arizona è l'episodio chiave che ha decretato il cambio di rotta voluto dal nuovo CEO di Uber, Dara Khosrowshahi: affiancarsi a u npartner tecnologico dalle spalle largeh. Detto, fatto. Toyota, in ritardo rispetto ai competitor, sarebbe il Costruttore ideale con cui portare su strada una versione definitiva delle tecnologie di Uber combinate con il sistema Toyota Guardian.
L'AUTO TOYOTA CON DUE VOLANTI Il Toyota Guardian, sviluppato al Toyora Research Institute è stata presentata come la prima piattaforma che permette di testare su una sola auto sia il sistema che prende totalmente i comandi (guida autonoma SAE 4-5), sia l'intervento di assistenza meno invasivo che assiste il conducente solo nei casi di emergenza; tutto sulla stessa piattaforma e utilizzando la stessa architettura hardware e software. Difatti è la prima auto destinata ai test di guida autonoma ad avere due volanti, mentre la direzione controcorrente – sebbene irraggiungibile per ora – è quella di poter un giorno eliminare del tutto i comandi dalle auto totalmente autonome. Nel video qui sotto il Toyota Research Insitute presenta i suoi progressi nella guida autonoma.
I PARTNER DI UBER Tornando all'accordo tra Uber e Toyota, l'azienda californiana avrebbe una migliore valutazione, precedentemente stimata in 62 miliardi di dollari, per tentare lo sbarco a Wall Street. D'altronde Uber non ha mai nascosto le sue ambizioni globali, dalle corse condivise in auto alla consegna di pasti, coinvolgendo qualsiasi mezzo dalle due alle 8 (e più) ruote senza tralasciare la visione delle auto volanti. Con Toyota però le alleanze di spicco con i Costruttori di auto salgono a 3, dopo Volvo con cui ha stretto l'accordo di fornitura delle XC90 su cui ha poi sviluppato la tecnologia di guida autonoma proprietaria e Daimler che utilizzerebbe la rete Uber per l'impiego delle sue auto robot.