Sicurezza di ciclisti e pedoni: l'Italia è tra i Paesi più pericolosi

Sicurezza di ciclisti e pedoni: l'Italia è tra i Paesi più pericolosi Nel 2013

Nel 2013, sulle strade europee, hanno perso la vita 7.600 persone camminando o in bicicletta: quasi un terzo di tutte le vittime degli incidenti

8 Giugno 2015 - 08:06

L'Europa è molto pericolosa per ciclisti e pedoni. La conferma arriva dal nuovo report pubblicato nell'ambito del programma Road Safety Performance Index (Pin) dall'European Transport Safety Council (Etsc), organizzazione non-profit indipendente di cui l'Aci è partner, che ha analizzato i livelli di sicurezza offerti in Europa a chi sceglie di spostarsi a piedi o in bicicletta, con benefici per l'ambiente e la salute.

QUALI NUMERI – In 10 anni (dal 2003 al 2013), il numero delle vittime tra gli automobilisti si è dimezzato (-53%), mentre per pedoni e ciclisti il calo si è fermato rispettivamente al 41% e al 37%. In totale, nel 2013, sulle strade europee hanno perso la vita 7.600 persone camminando o in bicicletta, quasi un terzo di tutte le vittime degli incidenti (21% pedoni e 8% ciclisti): una strage. Per quanto riguarda i pedoni, i Paesi che presentano in assoluto i minori livelli di rischio sono Olanda e Norvegia, con meno di 4 pedoni morti per milione di abitanti. Sul fronte opposto abbiamo Romania, Lituania, Polonia e Lettonia, dove per un pedone il rischio di morire investito è fino a sei volte maggiore. Per quanto riguarda la mobilità ciclistica, i Paesi con i tassi di mortalità più bassi sono Spagna, Grecia, Irlanda, Israele, Gran Bretagna e Cipro, con meno di 2 ciclisti morti per milione di abitanti, mentre Serbia, Lituania, Olanda, Polonia e Ungheria chiudono la classifica con almeno 8 vittime tra i ciclisti per milione di abitanti.

LA SITUAZIONE IN ITALIA – In Italia, per i pedoni, 9,6 decessi ogni milione di abitanti, contro una media UE di 11,7. Siamo messi peggio rispetto ai Paesi occidentali più simili a noi (Francia, Gran Bretagna, Germania), mentre la mortalità dei ciclisti supera seppur di poco la media europea (4,6 decessi per milione di abitanti, contro una media Ue di 4,2). Insomma, questi utenti deboli della strada erano e sono poco protetti, forse per l'assenza di controlli concreti da parte delle forze dell'ordine, che scarseggiano sempre più per le insufficienze di organico: non è certo con le telecamere che si migliora la sicurezza di ciclisti e pedoni. Quando, ovviamente, non sono proprio questi ultimi a violare il codice della strada. Se non addirittura a mettersi gli uni contro gli altri, coi ciclisti che diventano utenti forti (aggressivi e pericolosi) circolando sui marciapiede, e andando a mettere a repentaglio l'incolumità dei pedoni.

ECCO LE TRE IDEE – Sono soprattutto tre i provvedimenti caldeggiati dall'Etsc per migliorare la sicurezza di chi si muove a piedi o in bicicletta, entrambi realizzabili in occasione dell'imminente revisione delle norme comunitarie sui requisiti tecnici dei veicoli commercializzati in Europa. Uno, ampliare e rendere più severi i test sulla protezione dei pedoni, che sono parte integrante del processo di approvazione dei nuovi veicoli introdotti sul mercato Ue, prendendo in considerazione anche la sicurezza dei ciclisti. Due, favorire la diffusione di serie su tutte le nuove vetture del sistema di assistenza intelligente alla velocità (Intelligent Speed Assistance) e del sistema automatico di frenata d'emergenza (Automated Emergency Braking), in grado di aiutare il conducente nel rispetto dei limiti di velocità e nella prevenzione gli incidenti con un intervento automatico sui freni in caso di rischio di collisione. Tre, creare più Zone 30 km/h nelle aree residenziali e in quelle più utilizzate da pedoni e ciclisti, come sta già avvenendo in molti Paesi. Un'efficace pianificazione urbana deve fondarsi su una gerarchia degli utenti della strada in cui pedoni, ciclisti e trasporto pubblico abbiano la priorità.

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1 Commento

SALVATORE
16:58, 8 Giugno 2015

Educare i ciclisti ed i pedoni…. Necessario. Non sempre le norme teoricamente a favore degli utenti deboli gli salvano la vita. Ovviamente vanno educati anche gli automobilisti, ma questo è considerato scontato.

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