
Non cessano gli strascichi del dieselgate gli azionisti istituzionali in causa contro Volkswagen per i danni causati dal crollo in borsa
Il Tribunale di Braunschweig, vicino ad Hannover, è chiamato oggi a pronunciarsi sul ricorso promosso dagli investitori contro il gruppo Volkswagen. Si tratta di ben 1.670 reclami proposti per lo più da clienti ed investitori istituzionali. Il totale delle richieste di risarcimento avanzate ammonta a 9,2 miliardi di euro. Lo scandalo dieselgate è finora costato alla multinazionale ben 27,4 miliari di euro. A finire nel mirino sono stati vertici di VW accusati di non aver informato consumatori, ed investitori, della presenza di un software all'interno dei loro motori diesel. La causa tedesca rischia di provocare ulteriori scossoni anche in ragione del diverso trattamento riservato ai clienti del vecchio continente rispetto a quelli americani; negli States Vw ha dovuto ricomprare le vetture coinvolte nello scandalo dai rispettivi proprietari cosa non accaduta in Europa.
IL TRIBUNALE DI BRAUNSCHWEIG Situato vicino ad Hannover è oggi chiamato a pronunciarsi sulla spinosa vicenda dei risarcimenti richiesti da clienti ed investitori per lo scandalo dieselgate. Il procedimento pendente, che ha registrato 1.670 adesioni, vede gli azionisti avanzare una precisa accusa al gruppo Volkswagen; non ha informato il mercato dei rischi connessi all'indagine dell'EPA circa la difformità delle emissioni inquinanti dei motori diesel. Vw, che non ha negato la manomissione dei dati circa gli inquinanti di alcune vetture diesel, sostiene che gli allora membri del consiglio di amministrazione tra cui l'attuale amministratore delegato di Volkswagen Herbert Diess e il presidente Hans Dieter Poetsch non hanno violato alcun obbligo di legge. La tesi dei legali di Volkswagen insiste, inoltre, sul fatto che l'emissione della notifica di violazione da parte dell'EPA degli Stati Uniti non era in linea con il modo in cui le autorità statunitensi avevano gestito casi simili con altri produttori di automobili.
I NUMERI DEL DIESELGATE Divenuto di dominio pubblico nel settembre 2015 a seguito della “notifica di violazione” inoltrata dell'EPA(Environmental Protection Agency) ai vertici del gruppo, ha portato alle dimissioni del CEO Winterkorn. Nelle settimane successive il titolo è precipitato in borsa (-37%). La presenza di una software all'interno dei propulsori EA189 capace di alterare i dati dichiarati in sede di omologazione non ha contribuito a migliorare le cose. Volkswagen, riconosciutasi colpevole, si è mossa per evitare il sequestro delle vetture diesel interessate (leggi i dettagli della campagna di richiamo). La campagna di richiamo, che ha interessato anche il nostro paese, ha visto principalmente coinvolta la Germania con 2,46 milioni di veicoli. Ad oggi il 95% delle auto interessate ha risposto alla campagna di richiamo attuata in Germania; la restante parte rischia il sequestro della targa e la rottamazione.
IL FUTURO DEL GRUPPO Le conseguenze del diselgate si sono avvertite anche nei programmi di sviluppo Volkswagen. L'azienda, mossa dall'esigenza di un deciso cambio di passo, ha accellerato il suo cammino verso la mobilità sostenibile. Al centro del progetto l'elettrico con Vw che ha intessuto forti alleanze in Cina (qui il piano di investimento). Un cambio di passo atteso da consumatori ed investitori e che ha consentito un rimbalzo dei numeri in borsa. Il nuovo corso ha incontrato la fiducia anche de consumatori con Volkswagen primo produttore mondiale di auto nel 2017.