Produzione dei sedili auto alle strette: JC taglia 3 mila dipendenti

Produzione dei sedili auto alle strette: JC taglia 3 mila dipendenti E' in bilico il 2

E' in bilico il 2,5% della forza lavoro di Johnson Controls che vale 250 milioni di dollari. Uno sciopero ha già fermato lo stabilimento spagnolo Seat

21 Settembre 2015 - 09:09

A malincuore bisogna riconoscere che ormai, con il passare degli ultimi anni, siamo stati abituati a parlare di notizie relative i tagli sul personale da parte di aziende piccole e grandi. Stavolta a farne le spese saranno un numero importante di lavoratori della JC (Johnson Control), che ha deciso di rivedere il suo business e di risparmiare, riducendo la forza lavoro per investire in settori che potrebbero consentirgli maggiori introiti.

COSA FA LA JC – L'attività della JC trova sbocco in tre grandi settori: quello delle “tecnologie e servizi per edifici” (HVAC, refrigerazione e sistemi di controllo), quello “automotive” e quello “power solutions”. Questi ultimi due interessano il modo dell'automobile per i seguenti motivi: nel primo caso, da oltre 80 anni, fornisce alle case automobilistiche sistemi di sedili di ultima generazione, lavorando sul comfort, sulla sicurezza e sullo stile. JC effettua in proprio tutta la progettazione, l'ingegnerizzazione e la produzione e questo la rende competitiva al cospetto di tanti altri protagonisti del settore. Nel secondo caso JC è impegnata nella produzione di batterie al piombo-acido per il settore automobilistico e batterie avanzate per veicoli Start-Stop, ibridi ed elettrici. Dispone di 50 centri di produzione, riciclaggio e distribuzione e fornisce oltre un terzo della produzione di batterie al piombo acido a livello mondiale alle principali aziende automobilistiche e ai rivenditori al dettaglio aftermarket. 

LA TRISTE NOTIZIA – Da qualche ora è giunta notizia che JC (che sta studiando nuovi processi produttivi) ha deciso di tagliare ben 3.000 posti di lavoro nei prossimi due anni; l'operazione fa parte di una strategia che porterà l'azienda a ridurre i costi, che secondo previsioni dovrebbero far risparmiare 250 milioni di dollari all'anno. La riduzione della forza lavoro del 2,5% circa in due anni, riguarderà tutti gli impieghi dell'organigramma, quindi coinvolgerà tutta la scala, dall'alto al basso. JC (che ha 130.000 dipendenti nel mondo) ha annunciato che questa “situazione” è stata a lungo studiata e le consentirà di rivedere il suo budget per riposizionarsi più favorevolmente nel business appropriato. A tal proposito taglierà il settore “automotive” della produzione di sistemi per sedili, in quanto pronta ad investire negli altri due grandi rami della sua attività. Il Ceo Alex Molinaroli ha così commentato questa triste vicenda: “dobbiamo sempre monitorare e adattare il nostro portafoglio verso il business che cambia in continuazione, per questo abbiamo deciso di ridurre i costi, semplificare alcuni processi per aumentare la nostra velocità e agilità. L'azienda deve guardare al futuro e andare avanti”.

LA LOTTA DEI LAVORATORI – I dipendenti della JC, soprattutto quelli che sono coinvolti nel taglio del personale, sapevano già della volontà dell'azienda, già da molto prima che JC comunicasse al mondo la sua intenzione. Per questo motivo infatti (noi vi avevamo informato) nel mese di luglio scorso hanno deciso di iniziare una serie di scioperi che ha messo in ginocchio proprio la sezione “automotive” chiamata a produrre e distribuire i sedili ai costruttori di automobili. Allora, a farne le spese fu la Seat, marchio del Gruppo Volkswagen, che a Martorell, sito nelle vicinanze di Barcellona, dovette sospendere la sua produzione per uno sciopero che in quel momento paralizzava la fabbrica Eurosit di JC. L'interruzione della produzione aveva riguardato i modelli Ibiza, Altea e Leon oltre alla Audi Q3, tutte prive di sedili!

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