Pneumatici ricostruiti: vantaggi e opportunità di un settore chiave per l'economia

Pneumatici ricostruiti: vantaggi e opportunità di un settore chiave per l'economia Il settore del ricostruito ha subito negli ultimi 9 anni una contrazione del 43% ma mantiene il sostegno dei principali produttori di gomme

Il settore del ricostruito ha subito negli ultimi 9 anni una contrazione del 43% ma mantiene il sostegno dei principali produttori di gomme

24 Giugno 2016 - 07:06

L'Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) ha presentato a Roma il terzo Libro Bianco sugli pneumatici ricostruiti. Nel documento si fa il punto della situazione del mercato del ricostruito evidenziandone i problemi che lo deprimono negli ultimi anni e avanzando proposte di detassazione. Secondo Stefano Carloni, presidente Airp, i pneumatici ricostruiti creano un beneficio ambientale (30% di CO2 in meno emessa nel ciclo produttivo) con il riciclaggio del 70%  dei materiali originali il che riduce anche il fabbisogno di petrolio per la produzione (vedi come gli pneumatici fuori uso si possono riciclare). Purtroppo, spiega Carloni, le vendite dei ricostruiti si sono ridotte del 30% negli ultimi 5-6 anni con grave rischio per i 2500 occupati del settore.

CRISI ECONOMICA E PRODOTTI “USA E GETTA” Parlando di “ricostruito” lo specifico segmento dell'autocarro occupa la quasi totalità del mercato. Deve quindi allarmare, a giudizio di Airp, il fatto che il mercato del ricostruito in Italia, negli ultimi 9 anni, abbia perso oltre il 43% nel segmento che comprende gran parte della produzione, cioè l'autocarro. Le cause di questo grave calo di vendite sono imputabili al prolungato periodo di crisi economica degli ultimi anni ma anche alla crescente concorrenza di prodotti a basso costo “usa e getta” non ricostruibili. Mancherebbe inoltre una diffusa cultura del pneumatico ricostruito, visto ancora come scelta legata esclusivamente alla convenienza economica, come emerge da una recente ricerca realizzata da GIPA.  La stessa analisi condotta da GIPA su un campione di 600 aziende conferma che i maggiori utilizzatori di pneumatici ricostruiti per veicoli industriali sono in Italia le flotte di medie e grandi dimensioni (rispettivamente il 41,2% e il 51,4%). Per contro, solo un padroncino su 4 ne fa uso sui propri mezzi. Tuttavia, sono proprio questi ultimi, molti dei quali in difficoltà,  a rappresentare la fetta principale dell'autotrasporto nel nostro Paese. Tra il 2013 e il 2015 il numero delle imprese che ha utilizzato pneumatici ricostruiti si è ridotto di oltre 7 punti passando al 28,6%.

CARCASSE DI QUALITA' Airp sottolinea invece che un pneumatico ricostruito utilizza carcasse di qualità di marchi premium e permette di avere prestazioni pressoché analoghe a quelle di un nuovo ad un prezzo inferiore di circa il 40%. Tali carcasse sono progettate e realizzate in origine per essere rigenerate più volte (nel settore avio si può arrivare fino a 8-10 ricostruzioni della stessa carcassa). Secondo i dati Airp per il solo 2015 si parla di una minore spesa di oltre 69 milioni di euro, calcolata sulla base del delta tra il prezzo di un pneumatico nuovo rispetto al ricostruito.

BENEFICI AMBIENTALI Per un cambiamento di rotta e far leva sulle istituzioni, Airp insiste molto sui vantaggi di tipo ambientale-energetico derivanti dalla ricostruzione che farebbe risparmiare ogni anno circa 107 milioni di litri di petrolio ed oltre 30 mila tonnellate di materie prime come gomma naturale e sintetica, acciaio, fibre tessili, nero fumo e rame. Ogni anno nella UE la sostituzione dei pneumatici degli autoveicoli genera in media 225 milioni di gomme da smaltire, a cui se ne aggiungono diversi milioni derivanti dai veicoli a fine vita e molte delle quali provenienti dal mercato nero; leggi della carta d'identità per scovare le gomme illegali. In Italia si producono ogni anno 380 mila tonnellate di pneumatici da smaltire. Come detto in precedenza, i vantaggi della ricostruzione si realizzano completamente solo sulla base di un pneumatico nuovo di qualità, progettato per poter essere ricostruito secondo i parametri stabiliti dai regolamenti ECE/ONU 108 (autovetture) e 109 (veicoli commerciali).

LE DOLENTI NOTE Purtroppo qui si apre un'ulteriore piaga per il comparto: seppur numericamente poche, le realtà che immettono sul mercato gomme ricostruite non omologate, alimentano la convinzione di inaffidabilità del prodotto con grave danno d'immagine per tutto il settore. A tale proposito giova riportare quanto dichiarato dal dott. Protospataro, vice Questore aggiunto presso la Polizia Stradale in occasione di una recente intervista rilasciata a SicurAUTO.it: “I pneumatici ricostruiti non conformi sono un fenomeno abbastanza diffuso nel mondo del trasporto pesante”. Infatti, come risulta dalla nostra indagine sui pneumatici ricostruiti destinati ai veicoli fuori strada, i casi di irregolarità non mancano.

MICHELIN E BRIDGESTONE A FAVORE DEL RICOSTRUITO Chi si aspettava una netta opposizione al ricostruito da parte di due colossi premium del settore pneumatici come Michelin e Bridgestone è rimasto deluso. Infatti, Lorenzo Rosso, Presidente e a.d. Michelin Italia e Stefano Parisi M.D. Sud Europa Bridgestone, nei rispettivi interventi nel corso del convegno, si sono dichiarati nettamente favorevoli al mercato dei ricostruiti omologati i quali, per legge, devono mantenere la marchiatura originale sulla carcassa (che resta quella d'origine).

LA PROPOSTA DI AIRP Riconoscere un credito d'imposta a favore delle imprese e dei lavoratori autonomi cessionari, nella misura del 20% dell'imponibile IVA relativo all'acquisto di pneumatici ricostruiti secondo la normativa ECE/ONU 109. Il credito spetterebbe per l'acquisto di un treno di pneumatici ricostruiti per ciascun veicolo ogni anno.

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