Piccoli paesi e grandi strade: la manutenzione dei cartelli spetta al comune
Spetta alle amministrazioni locali curare la segnaletica stradale extraurbana che attraversa il centro. Lo ricorda il ministero
Ipotizzate di essere in un piccolo comune, su una strada non di proprietà che attraversa il centro abitato: chi deve curare la segnaletica? Il comune stesso. Lo ha chiarito il ministero dei trasporti con il parere numero 1319 del 27 marzo 2015, come riporta polizia municipale.it. Spetta alle amministrazioni locali anche di piccole dimensioni disciplinare la circolazione e badare ai segnali.
CHE COSA SUCCEDE SPESSO – È molto frequente che una strada di grande percorrenza statale, regionale o provinciale attraversi un comune di popolazione inferiore a diecimila unità. In questo caso, ai sensi dell'articolo 2 del codice della strada, la proprietà dell'infrastruttura resta invariata. Ma all'ente locale compete comunque disciplinare la circolare stradale e porre in essere la relativa segnaletica, previo parere dell'ente proprietario. Restano a carico del titolare dell'infrastruttura i segnali che riguardano le caratteristiche strutturali o geometriche della strada come per esempio indicazione di dosso, curva pericolosa, transito vietato. Spetta invece al comune regolare la velocità, la sosta e i comportamenti.
QUESTIONE CARTELLI IN ITALIA – Il parere ministeriale è importante anche alla luce delle recenti ricerche sullo stato della segnaletica in Italia, da sempre pessimo. Ancor di più oggi, per via della crisi, e coi comuni sempre più restii a investire le multe in sicurezza stradale, rifacimento delle strade, manutenzione della segnaletica. Stando a uno studio del 2010, la segnaletica orizzontale in Italia non è a norma, con una media del 93% rispetto agli standard europei. Mentre il 48% dei segnali verticali non è conforme al codice della strada. “Siamo da anni in attesa del recepimento nel nostro Paese della Direttiva europea sull'uso corretto della segnaletica orizzontale – aveva dichiarato all'epoca Paolo Mazzoni, consigliere delegato ai Rapporti istituzionali di Assosegnaletica -. E siamo in allarme per i tempi di emanazione dei relativi decreti attuativi che devono chiarire come i proventi contravvenzionali dovranno finanziare la manutenzione delle nostre strade”. Oggi, cos'è cambiato in meglio? Basta andare in giro nelle nostre città per aver subito il polso della situazione: siamo messi male.
“NONNI CARTELLI” – Gran parte dei segnali sono stati denominati “nonni cartelli”, perché preistorici e scaduti. Sul lato posteriore dei segnali, infatti, appaiono date quali 1968, 1979, 1982 che indicano una manutenzione inesistente da decenni. Di norma, i cartelli con pellicola di classe 1 dovrebbero essere controllati ogni sette anni, mentre quelli con pellicola di classe 2 ogni dieci. Le date presenti sul retro, invece, parlano chiaro: i cartelli non sono a norma perché gli addetti ai lavori non sono mai passati per misurarne la reale efficacia. Secondo recenti dati Istat, il 2013 ha registrato 182.700 incidenti con lesioni a persone, 3.400 decessi e 259.000 feriti. Mentre per Siiv (Società italiana di infrastrutture viarie) degli oltre 180.000 sinistri quasi il 40% è causato da distrazione del guidatore, eccesso di velocità ed ebbrezza, il 30% dalla segnaletica inadeguata e il restante 30% dal pessimo stato delle strade.
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