
Alla 72^ Conferenza del Traffico promossa dall'ACI si è acceso un interessante confronto tra mobilità elettrica e carburanti tradizionali
Auto elettrica e combustibili tradizionali sempre più “puliti” a confronto in uno scenario di medio-lungo periodo in cui assisteremo alla convivenza di entrambi i sistemi di motorizzazione. Questo è stato il tema proposto nella 72^ Conferenza del Traffico e della Circolazione organizzata dall'Automobile Club d'Italia, tenutasi a Roma alla presenza dell'On. Riccardo Nencini, Viceministro alle infrastrutture e Trasporti; Altero Matteoli, Presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, e di un gruppo di esperti del settore. Ecco il parere di illustri esperti sul futuro della mobilità auto e i pareri sull'elettrificazione di massa dell'auto nel mondo e in Italia.
DOMINA IL PETROLIO I prodotti petroliferi soddisfano ancora il 96% della domanda di mobilità, più di 1 auto su 2 immatricolata in Italia nell'ultimo anno è Diesel; il 5% dei veicoli nuovi è GPL, il doppio delle ibride a benzina, e il gas naturale (metano) è fin troppo sottovalutato in un Paese come l'Italia leader per mercato e rete di rifornimento. Per contro, la percentuale di auto elettriche circolanti in Italia è dello 0,10% (arrotondato in eccesso). Il Presidente dell'ACI Angelo Sticchi Damiani nel suo discorso introduttivo ha peraltro affermato che “l'auto è il cardine della mobilità, ed è oggi che si decidono le tecnologie e il tipo di alimentazione di domani. Per decidere, però, è fondamentale conoscere perché solo con un quadro chiaro della realtà e delle sue linee evolutive è possibile compiere scelte ponderate.”
TEMPI LUNGHI PER L'ELETTRICO Il Viceministro Nencini non è ottimista sulla tempistica dell'elettrico e ciò a causa degli ostacoli connessi a tale tecnologia non ancora superati, riassumibili nei prezzi elevati delle auto, della scarsa autonomia e mancanza di infrastrutture adeguate per la ricarica delle batterie (nonostante le promesse del Ministero di ampliare la rete di colonnine, approfondisci qui). Il Presidente Matteoli, nel suo breve intervento, ha posto l'accento sugli stessi problemi e sul fatto, innegabile, che l'alternativa idrogeno è praticamente ferma da anni. E' comunque emersa la consueta visione demagogica-populista (nonché approssimativa) che gran parte dei politici hanno nei confronti di tali problematiche.
ZERO EMISSION: UN'ILLUSIONE Di tutt'altro spessore l'interessante intervento del Prof. Ennio Macchi, docente emerito e Ricercatore Dipartimento Energia del Politecnico di Milano. Macchi ha sottolineato che i combustibili fossili siano stati il vero motore del grande progresso che ha caratterizzato gli ultimi secoli per le nazioni industrializzate. Questo trend positivo, prosegue il professore, è tutt'ora in atto perché, purtroppo, ne è ancora esclusa una parte rilevante della popolazione mondiale. Macchi prevede quindi che la percentuale a livello mondiale dei combustibili fossili, attualmente dell'80%, in futuro diminuirà molto poco. Gli USA sono primi al mondo per produzione di petrolio e gas naturale, mentre la Cina ha il primato per l'uso del carbone. Queste sono le due principali potenze industriali a livello mondiale. Il Prof. Macchi sottolinea altresì che “non è realistico ipotizzare che la domanda elettrica aggiuntiva richiesta dall'elettrificazione dei trasporti sarà prodotta con tecnologie “zero emission”. La produzione da rinnovabili e nucleare è -e lo sarà per molti decenni – già insufficiente per soddisfare gli altri usi elettrici e non aumenterà. Questo è un punto importante, a mio parere spesso non considerato da chi calcola i benefici dell'auto elettrica in termini di riduzioni di emissioni di CO2.” I combustibili fossili, secondo Macchi, continueranno ad essere ancora una fonte di energia primaria.
BATTERIE INADEGUATE Altrettanto autorevole l'intervento del Prof. Samuele Furfari, docente di Geopolitica dell'energia presso l'Università di Bruxelles e Consigliere Energia in Commissione Europea. In merito alla elettromobilità auspicata dalla Commissione Europea, Furfari osserva fra l'altro che ” Il successo di un'auto come la Tesla non deve illudere, perché il suo è mercato di nicchia “alla californiana” con notevoli finanziamenti pubblici, mentre il settore industriale automobilistico è economicamente sostenibile con vendite massicce di veicoli, sia per via della concorrenza globale, sia per i margini di profitto ridotti per unità venduta.” Il Prof. Furfari sostiene inoltre che affinché il veicolo elettrico possa emergere sono ancora necessari progressi importanti per le batterie e le infrastrutture di ricarica. I grandi vantaggi del petrolio, secondo Furfari, sono la sua grande facilità di trasporto e l'alto contenuto energetico in rapporto al costo relativamente basso.
IL RITORNO DEL METANO Il Prof. Furfaro ha sottolineato l'importanza del metano (CNG) come fonte energetica alternativa nel settore trasporti. La soluzione non è nuova e l'Italia la utilizza da molti decenni con notevoli successi. La novità di questi ultimi anni è la grande disponibilità di riserve di metano scoperte in varie parti del mondo (ad es. nel Mediterraneo sono stati scoperti enormi giacimenti). “La rivoluzione in corso nel settore del gas naturale, prosegue Furfari, farà sì che questa fonte di energia abbondante, non cara e pulita, sarà sempre più utilizzata nel mondo e dunque anche nella UE.” Per contro il professore ha ricordato che i biocarburanti di prima generazione non saranno più incentivati in attesa di quelli di 2^ generazione previsti per il 2030.
LA VOCE FUORI DAL CORO Indubbiamente l'intervento più applaudito, realistico, ironico e dissacratore nei confronti dei fautori dell'elettrico e degli ecologisti di facciata è stato quello del Prof. Alberto Clò, docente di economia presso l'Università di Bologna, esperto di politiche energetiche (è direttore responsabile della Rivista Energia), ed è stato Ministro dell'Industria e del commercio (1995-96). Ebbene, senza mezzi termini, l'economista in merito alle politiche UE sull'ambiente scaturite dagli accordi Parigi ha così esordito: ” Diciamo le cose come stanno, chi paga? La disinformazione e le fake news dilagano. Sento odore di incentivi”. Dopo il protocollo di Kyoto, in cui 180 Paesi (esclusi Cina, USA e India) si impegnavano a ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020, le emissioni sono invece aumentate del 55% rispetto al 1995. In realtà tale obiettivo, miseramente fallito, ha portato, secondo Clò, alla delocalizzazione delle attività industriali nei Paesi in via di sviluppo che non sono soggetti a vincoli. Si è trattato quindi, come spiega Clò, di una ricollocazione e non di una riduzione a livello globale. Insomma un ennesimo, furbesco escamotage. Il Prof. Clò ha poi sottolineato che il petrolio continua a guadagnare quote di mercato così come il carbone: attualmente sono in costruzione circa 1600 centrali termoelettriche a carbone di nuova generazione. L'Olanda, nazione virtuosa in tema di mobilità elettrica, ha di recente realizzato 3 nuove centrali a carbone per far fronte al fabbisogno straordinario delle auto elettriche. Secondo Clò c'è tanta “retorica populista” nei proclami ambientalisti della UE e “tale deriva potrebbe facilmente scaricarsi sulle tasche degli automobilisti.” Da segnalare inoltre l'intervento di Paolo Vettori, Presidente di Assogasmetano che nel sostenere il contributo del metano per una mobilità futura , non ha esitato a puntare il dito contro “gli ambientalisti d'assalto” che generano terrorismo psicologico.
TANTO RUMORE PER NULLA Quello che è emerso da questa conferenza è un quadro abbastanza variegato di opinioni sulla effettiva necessità della mobilità elettrica. Maggiore convergenza di idee si riscontra invece sulla prevista convivenza, che durerà molto a lungo, delle varie motorizzazioni. Vorremmo concludere con le parole del Prof. Clò: ” Che i governi di interi Paesi o sindaci di grandi città decidano la messa al bando delle vetture tradizionali tra 10,20,30 anni fa parte della retorica populista tesa a incassare dividendi elettorali più che del mondo delle cose possibili”. L'intera domanda mondiale dei trasporti, in prospettiva 2040, secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) di Parigi, sarà ancora soddisfatta per l'85% dal petrolio con un aumento della sua domanda intorno ai 500 milioni di tonnellate. La rimanente quota del 15% sarà soddisfatta per 7 punti dal gas naturale, per 6 punti da biocombustibilie e appena 2 dall'elettricità. Tanto rumore per nulla. Fosse anche il doppio, le cose non cambierebbero. Profetizzare un'imminente sostituzione della mobilità elettrica a quella tradizionale è cosa fuori dalla realtà”.