
Scopri la nuova Ford Capri, un SUV coupé elettrico che riprende il nome di un'iconica vettura del passato. Ma sul nome c'è polemica
Il 10 luglio 2024 sarà svelata al mondo la nuova Ford Capri, un SUV coupé elettrico che riprende il nome di un iconico modello della casa americana, anche se completamente diverso. La notizia però è un’altra: sebbene sia già stato usato tra il 1969 e il 1986 senza che nessuno abbia mai obiettato nulla (anzi è probabile che a Capri fossero contenti per la pubblicità gratuita), il nome scelto per la nuova vettura rischia di scontrarsi con la normativa sull’Italian Sounding, che prevede il divieto di apporre indicazioni che inducano in errore il consumatore circa la provenienza di un prodotto. E, teoricamente, un’auto che si chiama Capri potrebbe evocare un’origine italiana che però, nei fatti, non c’è. La questione non è da sottovalutare, visto cos’è successo con l’Alfa Romeo Milano che ha cambiato il nome in Junior e con altre situazioni simili verificatesi negli ultimi mesi.
LA NUOVA FORD CAPRI 2024
La nuova Ford Capri che sarà presentata il 10 luglio 2024 (la foto di copertina è solo un rendering) è, come detto, un SUV coupé elettrico basato sulla piattaforma MEB di Volkswagen già usata per l’Explorer, grazie a un accordo tra i due gruppi, e sarà costruita nello storico stabilimento Ford di Colonia. L’auto sarà ordinabile entro la fine dell’anno a un prezzo non ancora noto ma che dovrebbe attestarsi su poco più di 42 mila euro, entrando in competizione con altri SUV/crossover elettrici di medie dimensioni come Volkswagen ID.5, Skoda Enyaq, Smart #3, Volvo C40 Recharge, Nissan Ariya e Renault Megane E-Tech.
Il modello originale della Ford Capri era tutt’altra cosa, trattandosi di un coupé puro realizzato in tre serie tra il 1969 e il 1986. La prima serie, prodotta fino al ’74, ebbe un notevole riscontro commerciale con oltre un milione di esemplari venduti. La seconda, uscita tra il ’74 e il ’77, fu meno fortunata perché uscì in piena crisi petrolifera seguita alla guerra del Kippur, un periodo in cui le vendite di auto crollarono a picco. Inoltre il modello presentava un design meno piacevole rispetto al precedente. La terza e ultima serie della Capri, prodotta tra il ’77 e l’86, introdusse un’aerodinamica migliorata, prestazioni incrementate (assieme a una riduzione dei consumi) e diversi cambiamenti estetici che ne decretarono il successo, specie in UK dove diventò un’auto di culto. Alla fine, sommando le varie serie, furono venduti quasi 2 milioni di modelli.
FORD CAPRI 2024 E IL RISCHIO ITALIAN SOUNDING
Adesso, dopo quasi quarant’anni, sta per nascere una nuova Ford Capri, ma le ambizione dell’Ovale Blu potrebbero scontrarsi sulla normativa italiana sull’Italian Sounding che vieta l’utilizzo di nomi e simboli riconducibili al nostro Paese per merci prodotte all’estero. E un’auto prodotta a Colonia, in Germania, da un marchio americano come Ford, effettivamente non presenta alcun legame con l’Italia. Tant’è vero che, secondo alcuni rumors, ‘Capri’ sarebbe soltanto un nome provvisorio e quello definitivo verrà svelato il 10 luglio insieme alla vettura. Staremo a vedere.
IL PRECEDENTE ALFA ROMEO MILANO/JUNIOR
In realtà la questione dell’Italian Sounding è piuttosto complessa perché dal punto di vista legale persistono molti dubbi. Ricordiamo infatti che la decisione di cambiare nome da Milano a Junior è stata presa in autonomia da Alfa Romeo (e quindi da Stellantis, proprietaria del brand) per spegnere sul nascere le polemiche innescate dal ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il quale aveva sostenuto che non poteva chiamarsi Milano un’auto prodotta interamente in Polonia, come appunto la nuova compatta dell’Alfa. Tuttavia la legge non è così chiara e Stellantis, volendo, avrebbe potuto confermare il nome Milano e andare allo scontro legale con il ministero. Ma ha preferito non farlo scegliendo una posizione di ‘quieto vivere’ con lo Stato italiano, essendo nel pieno di una delicata trattativa per il futuro degli stabilimenti del nostro Paese.
DUBBI SULL’ITALIAN SOUNDING
Infatti, secondo diversi esperti di diritto, l’articolo 4 comma 49 della legge n. 350/2003 citata dal ministro Urso contro l’Alfa Milano, che considera un reato la messa in commercio di prodotti e merci non originari dall’Italia con indicazioni e simboli che possano indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana, difficilmente si potrebbe applicare a un’auto prodotta all’estero ma da un’azienda che è, almeno in parte, italiana, come nel caso di Stellantis. Senza considerare che la legge a cui alludeva Urso è stata superata dal Codice della proprietà industriale, definito da un decreto legislativo emanato nel 2005 e a sua volta modificato dal decreto Crescita del 2019, che ha equiparato gli atti di Italian Sounding con quelli di pirateria definendoli “finalizzati alla falsa evocazione dell’origine italiana di prodotti“.
Che una fattispecie del genere possa riguardare anche le automobili andrebbe dimostrato dinanzi a un giudice, e non è detto che si riesca a farlo. E in virtù di questo la Ford potrebbe anche decidere di confermare il nome Capri.