Multe a Bologna: dal 1° luglio la notifica costerà 14,63 euro
Il Comune di Bologna torna alla raccomandata, anche se più costosa, per la notifica dei verbali. Bocciato l'esperimento dei messi comunali

Il Comune di Bologna torna alla raccomandata, anche se più costosa, per la notifica dei verbali. Bocciato l'esperimento dei messi comunali
L'altroieri la raccomandata, oggi i messi comunali, domani di nuovo la raccomandata: è la telenovela del Comune di Bologna. Che ha infatti bocciato l'esperimento dei messi comunali per inviare le multe, tornando alla raccomandata. Per la precisione, dal 1° luglio prossimo, la notifica della multa tramite raccomandata costerà 14,63 euro. Per il cittadino multato i conti sono presto fatti, dovendo aggiungere al verbale (esempio 100 euro) quei 14,63 euro: totale 114,63 euro.
DECISIONE DELLA GIUNTA Così ha appena deciso la Giunta: “Alla prossima scadenza del contratto per servizio di recapito dei verbali di violazione al Codice della Strada sul territorio cittadino, il 30 giugno, il Comune abbandonerà il sistema di notifica tramite messi”, sperimentato finora. Una decisione presa considerando prioritaria l'adozione di modalità di recapito il più possibile efficaci e che non generino, per quanto possibile eccessivi disagi ai destinatari degli atti.
ECCO IL PROBLEMA Proprio i disagi sono la causa della retromarcia, col ritorno dai messi alla racomandata. Su questi problemi s'era soffermato anche l'ufficio del Difensore civico regionale, che di fatto aveva bocciato le notifiche tramite messo comunale. Palazzo D'Accursio, dal canto suo, nell'annunciare la sperimentazione, aveva sottolineato che questa modalità si traduceva in un minore costo per il destinatario dell'atto pari a 3,83 euro (10,8 contro 14,63 euro) e anche in un risparmio per l'ente. Alla fine, almeno in questo caso, spendendo di più si spende meglio, a beneficio del Comune e dei multati.
QUANTI GIORNI A tal proposito, è utile ricordare che cosa dice il Codice della Strada (articolo 201) sulle notifiche, questione che da sempre è al centro di discussioni molto forti (vedi il caso Milano): Qualora la violazione non possa essere immediatamente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro 90 giorni dall'accertamento, essere notificato all'effettivo trasgressore o, quando questi non sia stato identificato e si tratti di violazione commessa dal conducente di un veicolo a motore, munito di targa, a uno dei soggetti indicati nell'articolo 196, quale risulta dai pubblici registri alla data dell'accertamento. Stando all'assurda interpretazione delle regole da parte del Comune di Milano, quei 90 giorni possono scattare da un qualsiasi momento: se il Vigile esaminasse nel gennaio 2018 la foto di un'infrazione dell'aprile 2016, i 90 giorni si conterebbero da gennaio 2018. Invece, l'interpretazione prevalente (nonché quella del ministero dei Trasporti, vedi qui) è che i 90 giorni partano dalla violazione.