Guida autonoma, i test virtuali in laboratorio obsoleti e lenti
Un team di ingegneri rivela le criticità dei test virtuali sulle auto a guida autonoma che impiegano un software che ha quasi 20 anni

Un team di ingegneri rivela le criticità dei test virtuali sulle auto a guida autonoma che impiegano un software che ha quasi 20 anni
Sempra la sceneggiatura di un film. Un team con a capo due ex ingengneri Bosch svela le debolezze degli ultimi test sulle auto a guida autonoma. Ecco allora la costituzione di una società che mira a realizzare il primo software dedicato all'auto a guida autonoma “open source”. La piattaforma Apex.Ai nasce con il desiderio di far progredire maggiormente le ricerche in tema di guida senza conducente. Il sogno, diventato progetto, ha raccolto finanziamenti per oltre 15 milioni di dollari ed pronto a rappresentare un punto di riferimento negli studi sulle tecnologie di guida automatica. Vediamo da vicino di cosa si tratta.
GUIDA AUTONOMA OPEN SOURCE Due ex ingengneri Bosch costituiscono una società che sta attivamente lavorando per realizzare il primo, ed la momento unico software open source, destinato alle vetture a guida autonoma. Si tratta di un progetto ambizioso che mira a rivoluzionare i test in maeria di guida senza conducente implementando gli standard in materia di sicurezza ed accellerando la produzione in serie di auto autonome (Leggi come funziona un'auto a guida autonoma). A Palo Alto in California, nasce Apex.AI l'innovativa azienda dedicata alla ricerca che è stata fondata da Jan Becker e Dejan Pangercic. La società ha svelato pubblicamente i suoi sforzi tecnologici ed ha dichiarato di aver raccolto ben 15,5 milioni di dollari in finanziamenti da apte di importanti gruppi internazionali tra cui Canaan Partners e Lightspeed Venture Partners. Gli ingegneri sono al lavoro allo scopo di realizzare una versione più sicura e più affidabile del cosiddetto Sistema Operativo Robot, o ROS.
VECCHI PROBLEMI Pare che alla base dei test “virtuali” svolti per testare l'intelligenza delle vetture senza driver vi sarebbe il ROS. Si tratta di software sviluppato da poco più di un decennio che viene ancora oggi utilizzato da decine di laboratori e aziende nei loro sforzi per arrivare all'auto 100% autonoma; tra coloro che si servono del sistema vi sarebbero Intel, Microsoft e Amazon. Il nuovo software open source vuole rappresentare quindi una innovazione radicale in termini di affdabilità e sicurezza. La natura “open source” lo rende unico in quanto ciò significa che chiunque può adottarlo e utilizzarlo gratuitamente apportandovi modifiche da condividure con la comunictà degli sviluppatori. L'obiettivo è anche quello di far crescere i progetti in questo campo più rapidamente. Apex.AI prevede di iniziare a pubblicare il suo software l'anno prossimo e sono già in molti a volerne scoprire il potenziale (Leggi Mercedes via ai test di guida autonoma SAE 5 in California).
IL FUTURO AUTONOMO Apex.AI è intenzionata a creare un software ottimizzato per non fallire. In alcuni sistemi operativi, il multitasking, ovvero la possibilità di eseguire più applicazioni contemporaneamente, può creare ritardi di pochi millisecondi. Ciò potrebbe non avere molta importanza se il software in questione è utilizzato su di uno smartphone o in un laptop, ma in un'auto a guida autonoma un simile ritardo potrebbe avere conseguenze macroscopiche e gravi come, ad esempio, un incidente. Apex punta però a creare anche una versione ottimizzata del suo programma da vendere ai clienti più facoltosi. In questo modo sarebbe possibile coprire i costi di sviluppo e supporto. Si tratta di un approccio che, sotto alcuni punti di vista, rispecchia quello di Red Hat, che negli anni '90 partendo dal sistema operativo Linux open source e lo rese abbastanza stabile da poter essere utilizzato all'interno di banche e governi. Insomma non è affatto improbabile che Apex.AI, una volta mostrate le sue potenzialità al mercato, diventi oggetto del desiderio per qualche brand dell'auto intenzionato a progredire sulla strada della guida autonoma.