PSA investe 400 milioni e potenzia gli impianti produttivi in Iran

PSA investe 400 milioni e potenzia gli impianti produttivi in Iran L'Embargo iraniano volge finalmente al termine e i francesi di PSA hanno già un piano per rilanciare il mercato persiano e recuperare fatturati

L'Embargo iraniano volge finalmente al termine e i francesi di PSA hanno già un piano per rilanciare il mercato persiano e recuperare fatturati

29 Gennaio 2016 - 10:01

Il Gruppo PSA progetta grandi manovre in vista della fine dell'embargo nei confronti dell'Iran. La compagine francese e gli storici partner iraniani investiranno 400 milioni di euro per ristrutturare e potenziare gli stabilimenti di produzione Khodro. L'accordo è stato siglato nei giorni scorsi in occasione della visita del Presidente iraniano Hassan Rouhani e sarà il primo investimento occidentale dalla fine delle sanzioni internazionali.

RAPIDO RINNOVAMENTO DEL PARCO AUTO CIRCOLANTE – Secondo i piani della joint venture tra PSA e Khodro entro la fine del 2017 usciranno dai rinnovati stabilimenti, situati vicino Teheran, almeno 100.000 nuove autovetture, segnando l'inizio di un nuovo capitolo nella storia del mercato iraniano. Dalle rinnovate linee di produzione usciranno compatte Peugeot 208, le berline 301 e il crossover 3008, modelli strategici che andranno a rinnovare un parco auto praticamente congelato al 2012. Dopo l'inizio dell'embargo non sono più state importate automobili dall'occidente e Khodro ha continuato, praticamente fino ad oggi, ad assemblare modelli ormai fuori produzione in Europa. Nonostante ciò, Peugeot detiene un terzo del mercato iraniano e l'affezione degli utenti al marchio del Leone è altissima.

MERCATO PRONTO A UNA RIPRESA ESPONENZIALE – In queste condizioni l'introduzione di nuovi modelli in un mercato tenuto forzatamente a stecchetto farà balzare i volumi a cifre davvero interessanti. Prima dell'entrata in vigore delle sanzioni il mercato iraniano toccò la sua punta massima di 1.6 milioni di vetture, secondo gli analisti questa cifra potrà facilmente essere raggiunta nell'arco di due anni. Si stima addirittura che entro il 2022 si potrà sforare il tetto dei 2 milioni di immatricolazioni. Tra i dati sciorinati durante la conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi a Parigi, il Presidente PSA Carlos Tavares, ha dichiarato che attualmente circolano in Iran almeno 3 milioni di vetture Peugeot e che il primo obiettivo dell'investimento è quello di rifornire i magazzini locali di pezzi di ricambio per queste auto (leggi le prime reazioni dei costruttori alla fine dell'embargo Iran).

LA TORTA IRANIANA FA GOLA ANCHE A RENAULT (E NON SOLO) – Per PSA l'Iran è stato il secondo mercato di riferimento dopo quello francese e l'estromissione forzata dal Paese islamico ha causato perdite ingenti al Gruppo francese (circa 576 milioni nel 2012). Quando nei mesi scorsi venne annunciato dall'Agenzia Internazionale sull'Energia Atomica il rientro dei programmi nucleari, e quindi la reale possibilità di veder revocato l'embargo, a Parigi è iniziata la mobilitazione per pianificare il rientro del Leone in Persia. La ghiotta torta iraniana ovviamente non alletta soltanto il gruppo PSA, anche Renault ha patito il blocco delle importazioni e sembra più che determinata a recuperare terreno e fatturati. Anche la tedesca Audi non ha fatto mistero delle mire sull'Iran post embargo, dichiarandolo un interessante affare da 10 miliardi di euro (leggi la valutazione Audi sul mercato iraniano). Il mercato iraniano, potrà rappresentare una nuova opportunità e un'alternativa per quei costruttori costretti ad abbandonare quei mercati emergenti attualmente contratti e in crisi (leggi gli sconvolgimenti del mercato indiano per le Case occidentali).

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