Buone notizie per i possessori di portabici e portasci che erano stati messi fuori legge: il Consiglio di Stato ha sospeso le discusse circolari del MIT in attesa delle udienze di merito al TAR
Il Consiglio di Stato ha messo a segno un punto a favore dei costruttori di portabici e portasci, nonché dei possessori di questi dispositivi, sospendendo le contestatissime circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, nel tentativo di ridefinire le caratteristiche e le modalità di installazione sulle automobili delle strutture portabiciclette e portascì e applicate a sbalzo posteriormente, o sul gancio di traino a sfera, le ha di fatto complicate, imponendo (per le aziende) limiti dimensionali impossibili da rispettare e (per i consumatori) il collaudo presso la Motorizzazione Civile, pena l’applicazione di salatissime multe. La partita non è ancora chiusa perché adesso si andrà al TAR, ma intanto tornano momentaneamente in vigore le norme precedenti alle discusse circolari.
PORTABICI DA GANCIO TRAINO: LA VECCHIA NORMATIVA
Negli ultimi anni i portabici (e i portasci) da gancio traino avevano scavalcato nelle preferenze degli utenti le strutture applicate sul tetto, perché più pratiche e più sicure, conquistando il mercato di riferimento. Fino all’uscita della circolare MIT n. 25981 del 6 settembre 2023, i portabici da gancio traino regolarmente omologati potevano essere liberamente utilizzati senza particolari limitazioni, non essendoci neppure la necessità della visita di collaudo presso gli uffici della Motorizzazione.
PORTABICI E PORTASCI: COSA È CAMBIATO DOPO LE CIRCOLARI DEL MIT
La citata circolare del MIT con la “Determinazione delle caratteristiche e delle modalità di installazione delle strutture portascì e portabiciclette, applicate a sbalzo posteriormente, o sul gancio di traino a sfera sui veicoli di categoria M1”, seguita il 12 ottobre 2023 dalla circolare n. 30187 recante alcuni chiarimenti, ha però cambiato completamente le carte in tavola, prevedendo una serie di restrizioni che all’atto pratico hanno avuto l’unica conseguenza di mettere fuori legge migliaia di persone che usavano questi dispositivi (leggi questo articolo di FIAB per ulteriori dettagli). Oltre a reintrodurre per quasi tutte le strutture portabici e portasci l’obbligo di collaudo in Motorizzazione, con conseguente esborso economico e relativi tempi di attesa. Gli addetti ai lavori hanno valutato tra i 200 e 350 euro la spesa a capo dei consumatori per mettersi in regola.
IL CONSIGLIO DI STATO SOSPENDE L’EFFICACIA DELLE CIRCOLARI, SI TORNA AL TAR
Sono ovviamente fioccati i ricorsi da parte di costruttori e importatori ma il primo tentativo al TAR è andato male, visto che il Tribunale amministrativo regionale ha respinto l’istanza per mancanza di danno evidente, perché non era stata ancora sanzionata alcuna vettura.
È andata decisamente meglio al Consiglio di Stato, che con le ordinanze n. 196 e 198 ha accolto la richiesta di sospensiva cautelare delle circolari del MIT, ripristinando temporaneamente la normativa previgente. In particolare il Consiglio di Stato ha “ritenuto che l’istanza di sospensiva, nel contemperamento degli opposti interessi, avuto riguardo all’oggetto dell’attività svolta dalle ditte appellanti, sia meritevole di accoglimento anche in ragione dell’assenza di un periodo transitorio di adeguamento e della necessità di approfondire in sede di merito i motivi fondati sulla violazione della normativa comunitaria in particolare per i potenziali profili di discriminatorietà“.
Tra gli aspetti controversi delle circolari del MIT c’è infatti che gli stranieri che vengono in Italia possono circolare liberamente con una vettura dotata di portabici o portasci che non rispetta le nuove norme, in quanto queste ultime valgono solo per le auto immatricolate in Italia.
La palla adesso torna al TAR che dovrà fissare con sollecitudine le udienze di merito.