Auto in doppia fila: c’è violenza privata anche se per pochi minuti Attenzione a parcheggiare l'auto in doppia fila: può esserci violenza privata anche se il comportamento illecito si esaurisce in pochi minuti

Auto in doppia fila: c’è violenza privata anche se per pochi minuti

Attenzione a parcheggiare l'auto in doppia fila: può esserci violenza privata anche se il comportamento illecito si esaurisce in pochi minuti

17 Giugno 2020 - 03:06

Il parcheggio delle auto in doppia fila è una piaga presente quasi dappertutto e difficilmente estirpabile, nonostante le sanzioni che vanno dalla semplice multa per sosta vietata ai reati, nei casi più estremi, di violenza privata o di interruzione di pubblico servizio. L’applicazione del reato di ‘violenza privata’, regolata dall’art. 610 c.p., è stata riconosciuta da numerose sentenze, in base al principio secondo cui chi blocca l’uscita da casa o dal parcheggio all’altrui veicolo, priva coattivamente la persona offesa della libertà di determinazione e di azione, costringendola quindi a fare, tollerare od omettere qualcosa contro la propria volontà. E una recentissima pronuncia la Corte di Cassazione ha precisato che ai fini della violenza privata risulta irrilevante che la condotta incriminata duri soltanto pochi minuti.

AUTO IN DOPPIA FILA: PER IL REATO DI VIOLENZA PRIVATA BASTANO POCHI MINUTI?

La Suprema Corte, con la sentenza n. 16967/2020, si è occupata del caso di un uomo che ha parcheggiato il ciclomotore in seconda fila, bloccando il passaggio di un’automobile. Il proprietario della vettura, non avendo potuto disporre del proprio mezzo a causa dell’intralcio, vedendosi quindi privato coattivamente della libertà di azione, lo ha denunciato per violenza privata. I giudizi sia di primo che di secondo grado hanno dato ragione al denunciante, tuttavia il motociclista è ricorso in Cassazione perché a suo parere non poteva prefigurarsi tale reato, visto che il comportamento illecito addebitatogli, ossia bloccare con il motorino l’auto della persona offesa, si era in realtà esaurito in pochi minuti.

IL REATO DI VIOLENZA PRIVATA È ‘ISTANTANEO’

Nel rigettare il ricorso confermando le pronunce precedenti, la Corte di Cassazione ha ricordato la natura di ‘reato istantaneo’ riconosciuta dalla giurisprudenza al delitto di violenza privata, ragion per cui è irrilevante, per la consumazione dello stesso, che la condotta criminosa sia breve oppure protratta nel tempo. Inoltre si era già costantemente precisato che il requisito della violenza privata, ai fini della configurabilità del reato, si identifica con qualsiasi mezzo idoneo (in questo caso un ciclomotore) a privare coattivamente della libertà di determinazione e di azione l’offeso (ossia disporre a piacimento della propria vettura).

Auto in doppia fila: violenza privata

SANZIONI E PENE PER IL PARCHEGGIO IN DOPPIA FILA

Chiudiamo ricapitolando tutti gli illeciti e i reati, con le relative sanzioni e pene, che possono interessare chi parcheggia in seconda fila, a seconda delle circostanze.

Art. 158 comma 2 lettere b) e c) del Codice della Strada (illecito amministrativo): “La sosta di un veicolo è vietata: dovunque venga impedito di accedere a un altro veicolo regolarmente in sosta, oppure lo spostamento di veicoli in sosta; in seconda fila, salvo che si tratti di veicoli a due ruote, due ciclomotori a due ruote o due motocicli”. Chi viola queste disposizioni è soggetto alla sanzione da 41 a 168 euro per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote e da 87 a 345 euro per i restanti veicoli.

Art. 610 del Codice Penale (reato): “Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a 4 anni”. La pena è aumentata se concorrono una o più aggravanti.

Art. 340 del Codice Penale (reato): “Chiunque cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a 1 anno”. Questo reato può essere contestato se l’auto in doppia fila impedisce il passaggio di un autobus di linea o, peggio ancora, di un’ambulanza o altro mezzo di soccorso.

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