Cade su una buca e muore. Comune assolto: non avevamo i soldi per chiuderla
La sentenza del tribunale di Torino lascia allibiti: assolti i funzionari dall'accusa di omicidio colposo scaturita dalla scarsa manutenzione stradale

La sentenza del tribunale di Torino lascia allibiti: assolti i funzionari dall'accusa di omicidio colposo scaturita dalla scarsa manutenzione stradale
Ricoprire le buche, a volte più somiglianti a delle “voragini”, sembra sempre più difficile per i Comuni. Intorno a questa vicenda sorgono storie raccapriccianti, che a volte sfociano in denuncia, infortunio, morte, processi, nei quali a pagare non è nessuno di chi avrebbe dovuto occuparsi di gestire al meglio la manutenzione stradale. Un esempio di quanto appena detto è la storia di un pensionato di Torino, una storia di qualche anno fa, ma attuale sino ai giorni nostri, sino a qualche ora fa. Vi raccontiamo la vicenda, triste esempio di una realtà italiana a volte molto raccapricciante.
L'ACCADUTO – Era il 6 maggio del 2013, quando Ezio Gaetano Fogli, 76 anni, ha barcollato inciampando in una buca nell'asfalto, ha fatto un paio di passi in avanti per cercare di rimanere in piedi, ma è caduto battendo la testa contro il marciapiede. E' morto così, poco prima delle 11:00, mentre passeggiava a Torino su via Ormea, all'incrocio con corso Vittorio Emanuele II. Né l'ambulanza del 118 e la Sezione Infortunistica della polizia municipale, intervenuti quanto prima, hanno potuto salvare la vita all'anziano. Secondo la ricostruzione di due testimoni, l'uomo avrebbe incominciato a barcollare proprio dove l'asfalto ha una buca profonda alcuni centimetri e grande quanto una scarpa, che col passare dei giorni si ingrandiva sempre di più.
IL RISARCIMENTO E L'ASSOLUZIONE – Prima l'udienza preliminare per la morte del settantaseienne Ezio Fogli ha stabilito che gli imputati – i vertici del Comune di Torino responsabili della manutenzione delle strade e i dirigenti della Smat (poiché la buca si era formata in corrispondenza di un chiusino dell'acquedotto) risarcissero per danni morali e materiali, con 360 mila Euro, la moglie e la figlia del pensionato. Poi, e questa è storia di poche ore fa, nel processo sono stati assolti tutti i sei imputati. La sentenza riguarda funzionari comunali e dirigenti della Smat, per i quali la pubblica accusa aveva chiesto undici mesi di reclusione per omicidio colposo. In aula avevano testimoniato perfino il sindaco Piero Fassino e gli assessori Gianguido Passoni e Claudio Lubatti, per spiegare come i tagli dei trasferimenti al Comune abbiano reso problematica la manutenzione delle strade. “Abbiamo dimostrato – commenta uno dei difensori, l'avvocato Gino Obert – che i soldi arrivati da Roma, calati progressivamente negli ultimi anni, sono stati impegnati nella massima misura possibile”.
LA GENTE E' STANCA – La situazione è questa ed è questa in un numero sempre più crescente di tristi casi, che si verificano in tutta l'Italia, non solo chiaramente a Torino (mentre altrove, ad esempio a Leeds, studiano droni capaci di fare manutenzione alle strade. Leggi qui la notizia!). I cittadini sono stanchi di sentirsi esposti in situazioni critiche come questa: si spaccano copertoni e cerchi in lega e saltano ammortizzatori delle automobili (la guerra fra automobilisti e gestori delle strade, in Italia, si fa sempre più dura. Leggi qui altri casi). ciclisti e motociclisti cadono a terra, nelle buche, “come birilli”, mentre i pedoni rischiano infortuni e perfino di andare incontro alla morte. Così crescono incessanti denunce e richieste di risarcimento, che nella maggioranza dei casi vanno tutti a buon fine (per chi il danno lo ha ricevuto) . Dopo il caso di Ezio Gaetano Fogli, il Sostituto Procuratore della Repubblica Raffaele Guariniello non solo ha aperto un'indagine e messo sotto processo alcuni dirigenti e funzionari del Comune responsabili della manutenzione delle strade; ha chiesto anche che l'amministrazione comunale procedesse a un censimento delle buche, realizzato poi dai Vigili urbani. Ne hanno censite fino a un massimo di 2.118; di queste, 1.286 sono state classificate di “pericolosità medio-alta”. Alcune riflessioni però sorgono spontanee: non facendo le manutenzioni delle strade, quanti soldi ha già speso il Comune in assicurazioni e risarcimenti di danni? E qual è stato il costo dei Vigili che hanno fatto il censimento delle buche per sopralluoghi, rilievi fotografici e simili, rapporti e colloqui? Inoltre, sembra proprio che a Torino l'Assessore ai trasporti, viabilità e infrastrutture Claudio Lubatti abbia fatto la seguente proposta: “siano i Presidenti delle Circoscrizioni a darsi da fare! Avranno a disposizione ben 50 mila euro a testa. Individuino, immediatamente, gli interventi più urgenti per riasfaltare strade, ma anche per la manutenzione di incroci, messe in sicurezza di punti pericolosi, rifacimento di passaggi pedonali, ecc…”. Viene da pensare che, considerato il budget “ricco”, lo stesso Comune di Torino avrebbe potuto far qualcosa, anche nei mesi precedenti. Forse, come in tanti altri casi di tale tristezza, in Italia o si è persa la voglia e le capacità di far le cose per bene o abbiamo imparato a perderci in un bicchier d'acqua, facendo però finta che nulla è successo.