Autostrada senza guardrail: l'Anas paga

Autostrada senza guardrail: l'Anas paga La Cassazione

La Cassazione, con una recente sentenza, condanna il gestore a risarcire le vittime di incidenti su strade prive di barriere

30 Luglio 2015 - 07:07

Dura sconfitta per l'Anas: questo il verdetto della sentenza 15859 del 7 maggio 2015, depositata il 28 luglio, della Cassazione, terza sezione civile. Deve risarcire l'automobilista uscito di strada, nel 1990, su una strada statale in Calabria: il motivo della condanna ai danni del gestore? Non c'era il guardrail, e quindi l'uscita di strada non è stata contenuta a dovere: insomma, il rimborso scatta per cattiva manutenzione. Eventualità purtroppo molto frequente in Italia, specie al Sud.

I FATTI – Nell'ottobre '92, S.C e D.T., marito e moglie (al volante c'era la signora), convenivano in giudizio l'Anas, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni da loro subiti in occasione dell'incidente stradale del 5 ottobre '90. La loro vettura, dopo aver sbandato e essere uscita di strada sulla Strada 536 nei pressi di Polistena (Reggio Calabria) cadeva nella sottostante scarpata. La causa era il cattivo stato della sede stradale, priva di segnalazione di pericolo e di guardrail, nonché ricoperta di acqua e fango. Un bel mix pericolosissimo. L'Anas rispondeva picche: eccepiva che la responsabilità dell'incidente doveva ascriversi non a un'insidia stradale, ma alla condotta di guida della singora. La cui velocità eccedente quella massima consentita (30 km/h) aveva fatto si che l'auto non fosse trattenuta dal terrapieno posto a margine della carreggiata.

UNA SCONFITTA TIRA L'ALTRA – L'Anas perdeva una prima volta. Il tribunale di Catanzaro condannava l'Anas al risarcimento dei danni: liquidati in 175.000 in favore dell'uomo (evidentemente aveva riportato gravi lesioni fisiche), e in 674 euro in favore della donna. In secondo grado, la somma scendeva a 150.000 euro. Avverso questa sentenza veniva da Anas proposto un motivo di ricorso per Cassazione. E qui, ecco la terza sonora sconfitta. I motivi? Presenza sul tratto stradale di acqua (proveniente da una fontana limitrofa), con fango e terriccio; mancanza di segnalazione di pericolo e di protezione tramite guardrail, nonostante l'elevata pericolosità del tratto stradale, in quanto posto all'uscita di una curva e in concomitanza con l'apertura di una scarpata di circa 30 metri. Ce n'è abbastanza, obiettivamente…

ALTRO CHE TROPPO VELOCE – Non solo. La corte di merito ha confutato anche il ragionamento opposto dall'Anas, secondo cui il fatto che l'auto della singora non fosse stata trattenuta dal terrapieno di contenimento denoterebbe di per sé l'elevata velocità del mezzo. Ha infatti osservato la corte territoriale che si trattava di un terrapieno di scarsa consistenza (per altezza e materiale di composizione) e come tale non idoneo a impedire lo sbandamento e il precipizio nella scarpata nemmeno da parte di un'auto che procedesse a moderata velocità. Alla fine, dopo 15 sudatissimi anni, giustizia è fatta. Perché i guardrail sono una componente “sacra” della sicurezza stradale, nonostante le continue e strenue opposizioni dei gestori della strada alle richieste degli utenti.

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