Autodromo Vallelunga: scandalo rifiuti dopo l'ammodernamento
Il sequestro al nuovo Autodromo ACI di Vallelunga per i rifiuti nascosti da una collina ma l'azienda parla di un equivoco dietro lo scandalo

Il sequestro al nuovo Autodromo ACI di Vallelunga per i rifiuti nascosti da una collina ma l'azienda parla di un equivoco dietro lo scandalo
Erano anni che si attendeva l'ammodernamento dell'Autodromo di Vallelunga Piero Taruffi, dei lavori di ristrutturazione per valorizzare l'immagine del circuito più amato dai romani, un simbolo che proprio nei cambiamenti successivi ai lavori (e non ancora ultimati) ha fatto scattare le indagini della Guardia di Finanza, incuriositi da una misteriosa collinetta spuntata all'interno dell'area. Tutta l'area è finita sotto sequestro e intanto là dove le notizie si sono fermate allo scandalo c'è la possibilità che tutto il clamore mediatico che ha provocato lo slittamento di alcuni stampa organizzati presso il circuito potrebbe finire in una bolla di sapone. A sostenere la totale estraneità alle accuse di smaltimento illecito di rifiuti è la stessa società che gestisce l'Autodromo di Vallelunga oggetto dell'operazione dei finanzieri “Black Hole”.
UNA TRIBUNA DA SMALTIRE Per chi non avesse seguito la vicenda fin dagli inizi, facciamo un breve excursus: a dicembre 2016 erano iniziati ufficialmente i lavori di ammodernamento del circuito di Vallelunga proclamati con grande entusiasmo. Tra le varie novità del progetto di rivalutazione del circuito era previsto l'abbattimento delle tribune vecchie di quasi 50 anni per rimpiazzarle con una struttura moderna, dotata di migliore confort ed esposizione sulla pista. Tribune che stimate in 65 mila tonnellate di materiali speciali da smaltire sarebbero diventati il collegamento dei finanzieri di Civita Castellana con una collinetta spuntata dal nulla (immagine in basso) e ben visibile dall'esterno del circuito. Scattano le indagini e l'operazione Black Hole che porta al sequestro di un'area 15 mila metri quadrati dove, sarebbero emersi grandi quantità di materiale di risulta da destinare allo smaltimento.
LA COLLINA SOSPETTA Secondo le prime risultanze delle indagini, i militari della Guardia di Finanza hanno attribuito l'esistenza della collina artificiale alla necessità di seppellire una quantità di materiali equivalente al terreno rimosso per fare spazio a cemento, acciaio e plastica. L'operazione avviata su segnalazione della procura di Tivoli, in seguito al via vai di camion da cava all'interno del terreno di proprietà della stessa società poi interessato al sequestro ha portato alla denuncia per attività illecita di abbandono rifiuti e gestione di rifiuti non autorizzata. Intanto però la società ha precisato che tutto si tratterebbe di un grosso equivoco.
LA DIFESA DELLA DIREZIONE DI VALLELUNGA Con una nota stampa ufficiale la società che gestisce l'Autodromo di Vallelunga ha precisato che i lavori di ristrutturazione dell'Autodromo “hanno naturalmente prodotto del materiale di diversa natura che è stato portato immediatamente in discariche autorizzate, come previsto dalla normativa e comprovato da documentazione. Poiché i lavori suddetti sono ancora in corso, una ridotta quantità di materiale – assolutamente residuale ed inerte – è stata temporaneamente stoccata dalla società che si occupa dei lavori, in un'area di nostra proprietà per essere successivamente smaltita, nei tempi previsti e con le modalità consentite”. – continua la società – “Tale area è stata oggetto di sequestro da parte delle Autorità competenti per gli opportuni accertamenti e stiamo attivamente e serenamente collaborando con le stesse Autorità per chiarire quanto di nostra competenza. Ci auguriamo che tali accertamenti possano rapidamente concludersi, confermando il nostro corretto comportamento”. Non resta quindi attendere che sia l'Arpa Lazio interpellata a smentire o confermare le accuse della Procura basate sugli elementi scoperti dai militari della Guardia di Finanza all'interno dell'Autodromo di Vallunga.