Bancarotta Northvolt: debiti per circa 7,5 miliardi di euro

Bancarotta Northvolt: debiti per circa 7,5 miliardi di euro

Bancarotta Northvolt: un duro colpo per l'industria europea delle batterie, anche se sembra esserci la possibilità di una riorganizzazione

12 Marzo 2025 - 17:15

Dura battuta d’arresto per il sogno europeo di sfidare la Cina nella produzione di batterie per auto elettriche, sebbene questo sia uno dei punti cardine del Piano d’azione dell’UE per il rilancio dell’industria automobilistica. Dopo mesi di grave difficoltà, l’ormai ex colosso svedese Northvolt ha dichiarato bancarotta, schiacciato da debiti per circa 7,5 miliardi di euro. Resta tuttavia aperto uno spiraglio per una possibile riorganizzazione o vendita degli asset.

UN PRODUTTORE DI BATTERIE EUROPEO

Northvolt fu fondata nel 2015 a Stoccolma da due ex dirigenti della Tesla, lo svedese Peter Carlsson e l’italiano Paolo Cerruti, che per l’azienda di Elon Musk avevano collaborato alla realizzazione del progetto che portò poi alla creazione della Gigafactory 1 in Nevada. Coltivavano il sogno o forse l’utopia di imporsi in un settore dominato da cinesi e statunitensi, con l’obiettivo di diventare l’azienda di riferimento dell’Unione Europea per le batterie al litio per veicoli elettrici.

NORTHVOLT: DAL SOGNO ALLA BANCAROTTA

Per un po’ di tempo ci sono pure riusciti, ricevendo nel corso degli anni un gran numero di sovvenzioni e prestiti (pare per complessivi 9 miliardi di euro) sia da banche che da case automobilistiche europee come il Gruppo Volkswagen e il Gruppo BMW, desiderose di arginare e combattere la dominanza di gruppi non europei nella produzione di batterie agli ioni di litio. Ma nonostante le generose elargizioni, già alla fine del 2023 la società aveva visto le proprie perdite quadruplicare e arrivare a circa 1,2 miliardi di dollari. Lo scorso settembre ha poi annunciato che, a causa della crisi del mercato dei veicoli elettrici, avrebbe attuato ampie riduzioni del personale, quindi a novembre ha chiesto istanza di fallimento negli Stati Uniti, dove aveva alcuni centri di ricerca e sviluppo.

Le gocce che hanno fatto traboccare il vaso sono state la cancellazione di un finanziamento da 5 miliardi di dollari per l’espansione dello stabilimento Northvolt Ett a Skellefteå (Svezia) e, l’anno scorso, la rescissione di un ordine da 2 miliardi da parte di BMW a causa di ritardi nelle consegne. Adesso Porsche, che aveva contratti con l’azienda, ha già avviato la ricerca di nuovi fornitori.

NOrthvolt

5.000 LAVORATORI A RISCHIO, MA FORSE NON TUTTO È PERDUTO

L’annuncio della bancarotta di Northvolt mette ovviamente a serio rischio il futuro di circa 5.000 lavoratori. Tuttavia, come precisa Il Sole 24 Ore, le operazioni in Germania, Canada e Polonia restano fuori dal processo fallimentare, lasciando aperto uno spiraglio per una possibile riorganizzazione o vendita degli asset. Pare inoltre che ci siano dei soggetti interessati a salvare parte dell’azienda: ad esempio la svedese Scania ha confermato l’intenzione di acquistare la divisione Northvolt Industrial, assicurando che la produzione dei suoi camion elettrici non sarà influenzata. E il governo tedesco spera di trovare nuovi investitori per la fabbrica di Northvolt a Heide.

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