Auto Uber solo elettriche: l’obbligo in India dal 2026 Le auto di ride sharing come Uber

Auto Uber solo elettriche: l’obbligo in India dal 2026

Le auto di ride sharing come Uber, Ola e i taxi dovranno essere elettrici in India. L’obiettivo del 40% di flotta elettrica però potrebbe costare caro

7 Giugno 2019 - 04:06

L’India si schiera a favore delle auto elettriche. Il colosso industriale è pronto a introdurre norme severe nei confronti dei mezzi inquinanti per bloccarne l’acquisto e l’utilizzo su strada. Ecco allora che l’India si prepara nuove norme che imporranno agli operatori di ridesharing come Uber, e il locale Ola, l’uso di auto elettriche. A partire dal 2026 queste aziende dovranno convertire almeno il 40% del loro parco auto in favore dell’elettrico. In generale si tratta di uno obbligo che riguarda tutti i veicoli ad uso commerciale. Per rispettare la scadenza Uber e Ola hanno preparato una timeline che consentirà il rinnovo progressivo della flotta evitando interruzioni dei loro servizi. La svolta decisa dall’India si pone in linea con gli impegni assunti con l’Accordo sul clima di Parigi sottoscritto nel 2015.

TAXI PULITI

L’India ha in programma una svolta green. Il paese ha deciso di introdurre nuove norme a tutela dell’ambiente e ordinerà anche alle aziende di ridesharing di adeguarsi. Questo significa che Uber e la gemella indiana Ola dovranno convertire il 40% della propria flotta a favore di automobili elettriche. Il termine ultimo per completare l’operazione è l’aprile 2026. Va detto che si tratta di una indiscrezione visto che sono ancora il corso degli incontri di Governo per discutere le nuove regole per la mobilità pulita. Per arrivare pronti al blocco Uber e Ola dovrebbero iniziare a convertire la loro flotta già dal prossimo anno. In questo modo avranno il 2,5% di EV entro il 2021, il 5% entro il 2022, il 10% entro il 2023 prima di salire al 40%. Nei fatti diversi tassisti hanno già provato a utilizzare auto elettriche per le loro corse ma con scarso successo.

SVOLTA ELETTRICA

A causa di infrastrutture inadeguate e costi elevati i progetti di elettrificazione dei taxi sono finora naufragati. Tuttavia l’India vuole cambiare passo e sta cercando di attuare una nuova politica per promuovere l’adozione di veicoli elettrici. Il progetto è quello di tagliare le importazioni di greggio rispettare gli impegni del trattato di Parigi sul clima del 2015. Il think tank indiano Niti Aayog, guidato dal Premier Narendra Modi, sta lavorando con diversi ministeri alla nuova politica. Del resto la vicina Cina è sede del più importante mercato automobilistico del mondo ed è da tempo all’opera sull’elettrificazione. Il dragone ha fissato obiettivi di vendita per veicoli elettrici e offre incentivi agli operatori di taxi. Nei fatti le vendite di veicoli elettrici in India sono cresciute di tre volte nel 2018. Le elettriche sono ancora circa lo 0,1% del mercato rispetto ai 3,3 milioni di auto diesel e benzina vendute nel paese.

IL FUTURO

Il mercato delle auto elettriche in India resta lontano dai numeri della Cina dove, nel frattempo, sono aumentate del 62% nel 2018 a 1,3 milioni di veicoli. La notizia della svolta elettrica per il ridesharing arriva a pochi giorni dalle nuove norme per motociclette e scooter usate per scopi commerciali. Dall’aprile 2013 tutti i motocicli impiegati per la consegna di cibo o da aziende di e-commerce, dovranno essere anche elettrici. Nell’ultimo periodo l’India ha visto un boom di app che effettuano la consegna di cibo e i servizi di trasporto condiviso. Insomma anche l’India inizia a stabilire condizioni a difesa dell’ambiente alle quali anche i colossi come Uber devono per forza adeguarsi.

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