Auto cinesi in Europa: più ibride e meno elettriche per evitare i dazi

Auto cinesi in Europa: più ibride e meno elettriche per evitare i dazi

La strategia dei cinesi in Europa sta cambiando: scopri come i veicoli ibridi stanno guadagnando terreno sulle auto elettriche per evitare i dazi

5 Dicembre 2024 - 18:00

L’Unione Europea aumenta i dazi d’ingresso sulle auto elettriche prodotte in Cina? E allora i costruttori cinesi cambiano strategia, puntando maggiormente sulle auto ibride. Lo dicono i numeri della China Passenger Car Association, che nel terzo trimestre di quest’anno ha osservato un balzo delle esportazioni in Europa di veicoli ibridi, triplicando la quota dell’anno prima, mentre le BEV sono diminuite.

AUTO CINESI IN EUROPA: AUMENTANO LE IBRIDE A SCAPITO DELLE BEV

Nello specifico, tra luglio e settembre 2024 i veicoli ibridi sono stati il 18% del totale proveniente dalla Cina, in netta salita dal 9% dei primo trimestre e dal 14% del secondo, quando i dazi erano già considerati probabili. Di contro la quota di auto elettriche esportate in Europa è scesa dal 71% del secondo trimestre al 58% del terzo. Un trend che, secondo gli analisti, potrebbe aumentare nel 2025. Di quel 18% di auto ibride provenienti dalla Cina nel terzo trimestre di quest’anno, l’11% erano full hybrid e il 7% plug-in hybrid. Per la cronaca nel Q3 è cresciuta pure la quota di auto a benzina (24% contro il 14% del trimestre precedente). Questo grafico della Reuters riassume perfettamente la situazione:

Vendite auto cinesi

LE CASE CINESI SCOMMETTONO SULLE PLUG-IN HYBRID ABBASSANDO I  PREZZI

Se la scelta di puntare maggiormente sulle full hybrid appare scontata, quella di aumentare la quota di plug-in hybrid costituisce per i cinesi una vera e propria scommessa, considerando che questa tecnologia non ha ancora fatto breccia sul mercato europeo. A conferma di ciò, da gennaio a ottobre 2024 le vendite di ibride plug-in nell’UE sono scese del -7,9% con una quota mercato del 6,97%, inferiore di oltre la metà al 13,24% delle BEV. Peggio ancora in Italia, dove le plug-in rappresentano appena il 3,3% della quota mercato contro il 4,1% delle BEV (gennaio-novembre 2024, dati Unrae) nonostante i generosi incentivi statali che peraltro hanno richiesto in pochissimi. Ma i cinesi vogliono provarci lo stesso puntando su quella che resta la loro migliore qualità: proporre vetture tutto sommato affidabili a prezzi più bassi. L’esempio lampante è la BYD Seal U DM-i plug-in hybrid che costa 39.800 euro, oltre 10.000 in meno della Volkswagen Tiguan e-Hybrid di pari motorizzazione, e anche la Cupra Formentor, sebbene a novembre sia stata la plug-in più venduta in Italia, costa 46.500 euro. Insomma, tra Cina ed Europa sui prezzi non c’è partita.

NUOVA ONDATA DI IBRIDE DALLA CINA?

Quello di BYD non è un caso isolato perché anche Geely ha lanciato il mese scorso in Europa un nuovo modello ibrido plug-in (01 PHEV Core) con il suo marchio Lynk & Co, che naturalmente ha prezzi inferiori alla media. Mentre mentre MG (Gruppo Saic) per il momento sta puntando di più sul full hybrid con la MG3 e la nuova MG ZS. Tuttavia, secondo diversi analisti, con le ibride le Case cinesi si muoveranno con maggiore cautela per timore di innescare un’altra tornata di dazi da parte dell’UE. “Se BYD portasse la Qin Plus (una berlina plug-in hybrid molto economica, ndr) in Europa al prezzo di 20.000 euro, sono sicuro che scatenerebbe un altro terremoto“, ha confermato alla Reuters Yale Zhang, amministratore delegato di Automotive Foresight.

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