
Con la presentazione della Mirai a Genova, Toyota torna a parlare di idrogeno. La svolta in Italia? Ecco perché non la vedremo facilmente
La Toyota Mirai ha debuttato in Italia, precisamente a Genova, lo scorso fine settimana. La fuel cell che dovrà dar vita ad un mercato dell'automobile a idrogeno, dovrà però aspettare ancora un po' di tempo per essere commercializzata in Italia, intanto si è mostrata al pubblico interessato, molto attento alla tecnologia che sta alla base della vettura.
LA MIRAI HA LE “BASI DEL MESTIERE” – Costruita attorno al Toyota Fuel Cell System (TFCS), sviluppato su celle a combustibile e tecnologia ibrida, dispone di 155 Cv ed è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi, emettendo solo vapore acqueo. Insomma, la Mirai non manca proprio di nulla, forse la mancata commercializzazione in Italia lascia pensare che le problematiche sorgono in altri contesti. Così la Casa giapponese (in procinto di firmare un accordo con Mazda per costruire motori sempre più eco) ha lanciato il suo appello al governo del nostro Paese, chiedendo la realizzazione di una rete di distribuzione dell'idrogeno, così che tutti possano guidare vetture fuel cell.
LA VOCE DI TOYOTA – “Il nostro obiettivo è convincere le istituzioni della necessità di creare e implementare una rete autostradale a idrogeno – ha detto Andrea Carlucci, ad di Toyota Motor Italia – ma per far questo, i nostri investimenti e il nostro lavoro non sono sufficienti”. La richiesta è dunque quella di un “impegno delle istituzioni per far sì che lo sviluppo e l'utilizzo di una risorsa energetica tanto importante diventi realtà”. “L'Italia si trova in una situazione penalizzante sia dal punto di vista delle infrastrutture che dal punto di vista legislativo – ha aggiunto Carlucci – L'attuale normativa prevede infatti che le stazioni di rifornimento non possano erogare idrogeno a una pressione superiore a 350 bar, laddove i serbatoi montati sulle moderne vetture a celle a combustibile garantiscono un funzionamento in totale sicurezza a 700. Bolzano, grazie al suo status di provincia autonoma, ha potuto costruire un impianto all'avanguardia”.
ITALIA IMPREPARATA – Ciò che emerge è una situazione raccapricciante: il nostro Paese è, come tante altre volte, impreparato anche verso questa prospettiva. L'unica stazione di rifornimento attiva nel Paese è quella di Bolzano, dove nel giugno dell'anno scorso il progetto H2-Sudtirolo (che vede tra i suoi soci la Provincia Autonoma di Bolzano, l'Autostrada del Brennero e Sel Spa) ha aperto il nuovo Centro Idrogeno. In passato, sono emersi piani per creare stazioni di rifornimento a idrogeno a Trento, Carpi e Verona, da completare entro la fine dell'anno prossimo, ma ciò non basta per stare al passo di paesi come il Giappone, la California (dove la Mirai sarà venduta apartire da ottobre) e di Stati europei (Danimarca, Germania e Gran Bretagna) nei quali a settembre prossimo la Mirai sbarcherà sul mercato. “Con Mirai – ha concluso Carlucci – vogliamo condurre una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire l'auto e nel vivere il concetto di mobilità sostenibile nel nostro Paese”.