
Il colosso degli pneumatici Michelin annuncia l'introduzione di un salario 'decente', ossia dignitoso, per tutti i dipendenti nel mondo. Scopriamo di che si tratta
In Italia un salario minimo legale non esiste ancora, in Francia sì ma non è sufficiente per una vita dignitosa. Lo pensa Michelin, il colosso degli pneumatici, che ha annunciato di aver introdotto un salario “decente” e una “base di protezione sociale universale” per i suoi 132.000 dipendenti nel Paese d’Oltralpe e nel mondo, Italia compresa. Questo salario, superiore a quello minimo francese, garantirà ai lavoratori una remunerazione equivalente al ‘living wage‘, così come definito dal Patto Mondiale delle Nazioni Unite.
MICHELIN: IL SALARIO ‘DECENTE’ PER GARANTIRE UNA VITA DIGNITOSA
Cos’è questo living wage? È una somma che, secondo calcoli dell’ONU, consente di sopperire ai bisogni essenziali di una famiglia di quattro persone (alimentazione, trasporti, istruzione e spese sanitaria) ma permette anche di accumulare risparmi e acquistare beni di consumo. Insomma, il necessario per vivere e non solo per sopravvivere, come ha confermato l’AD di Michelin, Florent Ménégaux: “I dipendenti consacrano del tempo a sviluppare l’azienda e noi, in cambio, gli diamo i mezzi come minimo per una famiglia di quattro persone, due genitori e due figli, in modo che un solo stipendio consenta di procurarsi un alloggio, cibo, ma anche svago e un po’ di risparmi“.
In Francia il salario ‘decente’ garantito dal gruppo Michelin si traduce in uno stipendio lordo annuo di 39.638 euro per chi vive a Parigi, mentre nella più economica Clermont-Ferrand (dove c’è la sede del gruppo) la somma scende a 25.356 euro. Comunque meglio dei 21.203 euro lordi annui che rappresenta il salario minimo francese.
MICHELIN: I BENEFICI DELLA BASE DI PROTEZIONE SOCIALE UNIVERSALE
L’applicazione del salario dignitoso accompagna l’implementazione di una “base di protezione sociale universale” integrata nel Programma Michelin One Care che assicura a tutti i dipendenti del gruppo nel mondo una serie di benefici sociali, basati su tre priorità: più tempo per i lavoratori che hanno avuto un figlio, con l’istituzione di un congedo di maternità di almeno 14 settimane e di paternità di almeno 4 settimane, retribuiti al 100%; maggiore tutela per le famiglie dei dipendenti deceduti, con il pagamento di un’indennità in caso di morte pari ad almeno un anno di stipendio reale e di una pensione scolastica per i figli fino al termine degli studi superiori, qualunque sia l’anzianità del dipendente; offrire l’accesso a un programma sanitario a tutti i dipendenti e alle loro famiglie, attraverso una copertura sanitaria che copra non solo il ricovero o le emergenze ma anche l’assistenza alla maternità, le visite e le cure ambulatoriali.
SALARIO MINIMO IN EUROPA
Tornando alla questione del salario minimo, quello francese forse non sarà sufficiente per una vita ‘dignitosa’, ma intanto c’è. In Italia si è cercato di introdurlo recentemente, ma il Governo di centro-destra ha stoppato la proposta di legge delle opposizioni per introdurre una paga oraria minima di 9 euro. Va meglio in Spagna, con l’Esecutivo di Pedro Sanchez che l’anno scorso ha annunciato l’aumento dell’8% (pari a 80 euro) per il 2023 del salario minimo interprofessionale, portandolo a 1.080 euro mensili per 14 mensilità. Anche in Germania la paga minima oraria è stata aumentata da pochi mesi a 12 euro per compensare l’inflazione che ha raggiunto un massimo del 12%.