
FCA a Londra: l’Antitrust interviene sul trasferimento della sede fiscale
Lo step finale del trasferimento degli uffici FCA fuori dall’Italia non viene visto di buon occhio dall’Autorità Garante che teme per gli equilibri fiscali
Lo step finale del trasferimento degli uffici FCA fuori dall’Italia non viene visto di buon occhio dall’Autorità Garante che teme per gli equilibri fiscali
FCA è pronta a spostare la sua sede fiscale a Londra. Si tratta di una strategia che segue le orme del precedente spostamento della sede legale in Olanda portato a termine nel 2014. L’allora amministratore delegato Marchionne aveva rivendicato con forza la necessità di internazionalizzare FCA per renderla competitiva sul mercato. Nel frattempo si accendono i riflettori dell’Antitrust italiano sul progetto della sede fiscale a Londra. Secondo l’Autorità italiana ci sarebbero in atto manovre di dumping fiscale che all’interno della stessa Unione europea. Lo spostamento di FCA a Londra causerebbe all’Italia un danno tra i 5 e gli 8 miliardi di euro. La notizia arriva in un momento che vede il titolo FCA forte in borsa grazie agli ottimi dati sulle vendite in Usa.
SEDE FISCALE
La decisione di Fiat Chrysler Automobiles (FCA) di spostare i suoi uffici finanziari e legali fuori dall’Italia sta provocando un vero e proprio terremoto. Nel suo rapporto annuale al Parlamento, il capo di Antitrust, Roberto Rustichelli, ha sottolineato i gravi danni alle entrate fiscali italiane. Secondo Rustichelli ci sarebbe in ballo una significativa diminuzione delle entrate dello Stato causata dal trasferimento della sede fiscale di FCA a Londra. Nel frattempo la sua capogruppo Exor che fatto sapere che trasferirà il suo ufficio legale e fiscale nei Paesi Bassi. Nel settore industriale l’Italia si conferma uno dei paesi Ue più penalizzati dalla tassazione elevata. Le mancate entrate fiscali per l’Italia sono comprese tra i 5 e gli 8 miliardi di dollari. L’Antitrust ha esplicitamente citato la Gran Bretagna, i Paesi Bassi, l’Irlanda e il Lussemburgo tra i paesi che praticano una concorrenza fiscale sleale.
DUMPING FISCALE
Nel 2014 l’ex amministratore delegato di FCA Sergio Marchionne aveva deciso di trasferire lo storico marchio automobilistico italiano, in Olanda. Il presidente dell’Antitrust Rustichelli non usa mezzi termini e parla di: “Malsana competizione frutto di egoismi nazionali che rischia di incrinare i valori che hanno finora sorretto il processo di integrazione europea“. La concorrenza fiscale genera evidenti vantaggi per taluni Paesi a scapito di altri. Conclude Rusticelli. “Il Lussemburgo, paese di circa 600 mila abitanti, è in grado di raccogliere imposte sulle società pari al 4,5% del Pil, a fronte del 2% dell’Italia.” Anche l’Irlanda, con il suo 2,7%, fa meglio dell’Italia e questo grazie ad una aliquota particolarmente bassa. Questo perché gli squilibri nella tassazione per le società stanno sempre più polarizzando i capitali verso certe destinazioni all’interno dell’Unione europea.
IL MERCATO
Ecco allora che gli investimenti internazionali si adattano alla geografia della concorrenza fiscale. L’Italia attira investimenti esteri diretti pari al 19% del PIL. Per fare un confronto l’Olanda è al 535% mentre l’Irlanda al 311% del suo PIL. La notizia del cambio di sede fiscale di FCA arriva dopo quella dei dati sulle vendite Usa. Dopo il ribasso dell’11,21% delle vendite in Italia, arrivano buone notizie dall’America. Le vendite americane, trainate dal marchio Ram a +45%, sono in aumento malgrado i ribassi messi a segno dagli altri brand del gruppo. Confermata quindi l’importanza del Nord America per FCA che potrà così realizzare i suoi obiettivi di bilancio per il 2019. Questo nonostante le difficoltà in due mercati importanti come il sud america e l’Europa.