Associazione vittime della strada: “Omicidio stradale? C'è poco da festeggiare”
"Si pensi a prevenire": è la risposta lapidaria dell'Associazione vittime della strada alle esultanze del Governo dopo la legge sull'omicidio stradale
Introduzione del reato di omicidio stradale (vedi qui): ieri, il premier Matteo Renzi ha firmato la nuova legge. Al di là delle polemiche sul contenuto delle norme (vedi qui), e sul fatto che ci sono voluti addirittura 2 anni per arrivare alla legge, con tanto di fiducia posta al Senato, come qualsiasi altro atto anche questo è stato politicizzato. Infatti, nelle scorse ore, è stato dato ampio spazio, quasi fosse uno show preconfezionato, al rito delle firme. Per fortuna, e ci mancherebbe altro visto che parliamo di morti ammazzati in strada da ubriachi e drogati, nella foto tratta da governo.it non ci sono persone che ridono. Renzi, che ha siglato il testo a Palazzo Chigi alla presenza di associazioni e familiari delle vittime di incidenti stradali, ha detto che “non si tratta di una vendetta ma di un modo per rendere giustizia”. Sintetizzando il messaggio della legge, il premier ha spiegato che “la vita è un valore che non ha paragone”. E “non ci si mette alla guida quando si è ubriachi o drogati”.
COSA HA AGGIUNTO – Sentiamo ancora Renzi: “Ogni parola è di troppo. Abbiamo fatto un percorso insieme. Ci conosciamo – ha detto rivolto ai familiari -. E una cosa del genere o la vivi o non capisci. È un'esperienza che non puoi augurare al peggiore nemico. È difficile trovare le parole per spiegare cosa stiamo facendo. Al di là delle opinioni personali, tutti devono riconoscere che le pene fino a ieri erano assolutamente troppo morbide”. In realtà, i penalisti la pensando diversamente, sostenendo (in breve) che le leggi c'erano già (omicidio colposo, e omicidio colposo aggravato) e che bastava applicarle.
ASSOCIAZIONI SODDISFATTE – Per Domenico Musicco, presidente dell'Associazione vittime di incidenti stradali (Avisl), “si volta davvero pagina. È un momento importante per tutti i familiari delle vittime della strada perché le nuove norme rendono le pene più stringenti”, introducendo novità di rilievo “anche nell'ambito della prevenzione”. Ma l'allarme resta alto: l'altroieri, a Messina, “una ragazza di 14 anni è morta investita da un automobilista risultato positivo all'alcoltest, con valori ben al di sopra della norma. Questa legge ha il preciso obiettivo di fermare criminali di questo tipo che si mettono alla guida senza il minimo rispetto per la vita”.
FUORI DAL CORO – Tuttavia, Giuseppa Cassaniti, presidente Aifvs (Associazione vittime strada), pur apprezzando le nuove regole, è polemica: “Venuta a conoscenza della proposta della presidenza del Consiglio rivolta alle associazioni di presenziare alla firma della legge, l'Aifvs, quale associazione rappresentativa delle vittime, ritiene di non partecipare, poiché in questo primo passo non c'è nulla da festeggiare, piuttosto c'è da rimboccarsi le maniche e lavorare per la prevenzione e la giustizia. Pertanto, la platealità, che può ritornare utile a livello politico e ad alcune associazioni, non riscontra l'interesse dell'Aifvs. Neanche il lancio delle lanterne, indicato da alcune associazioni, è condiviso dall'Aifvs, considerando che esprimere soddisfazione con ulteriori iniziative sull'omicidio stradale sia un atto improprio rispetto alla gravità del problema, sul quale sarà certamente utile un futuro confronto sociale”. Francamente, l'Associazione vittime della strada ha ragione. Non solo. l'Aifvs auspica un'opera di prevenzione della guida in stato alterato. E chiede “al premier Renzi che il Governo garantisca l'impegno a tutelare i diritti delle vittime al giusto risarcimento e all'assistenza”. E anche in questo caso, siamo dalla parte dell'Aifvs. Occhi puntati sui rimborsi assicurativi ai familiari delle vittime (o alle vittime stesse, se hanno riportato lesioni gravi).