
L'UE ha multato 15 case automobilistiche e ACEA per aver violato le norme antitrust comunitarie relative al riciclo dei veicoli a fine vita
La Commissione UE ha pesantemente bastonato 15 case automobilistiche e l’ACEA, l’associazione europea dei costruttori, comminando multe per un totale di 458 milioni di euro. Il motivo è aver partecipato a un ‘cartello’ di lunga durata, dal 2002 al 2017, riguardante il riciclo dei veicoli fuori uso. Solo Mercedes-Benz se l’è cavata avendo rivelato l’esistenza dell’accordo all’esecutivo comunitario, mentre Stellantis, Mitsubishi e Ford hanno beneficiato di una riduzione per aver collaborato durante le indagini.
IL CASO DEL CARTELLO SUL RICICLO DEI VEICOLI A FINE VITA
Secondo l’indagine promossa dalla Commissione europea per accertare il rispetto delle normative comunitarie che stabiliscono precise regole per il trattamento, il riciclo e lo smaltimento dei componenti di un veicolo a fine vita (ELV), cioè non più idoneo alla circolazione, 15 case auto e l’ACEA hanno stipulato accordi anticoncorrenziali e adottato pratiche concordate in relazione al riciclo di tali veicoli.
Nel dettaglio, le aziende coinvolte hanno concordato di non pagare gli impianti di demolizione per il trattamento dei veicoli fuori uso, ovvero hanno valutato il riciclo un’attività sufficientemente redditizia e deciso di non remunerare gli autodemolitori per i loro servizi. Hanno inoltre scambiato informazioni sensibili sui loro accordi individuali con gli stessi autodemolitori e scelto di non promuovere quanto di un veicolo a fine vita possa essere riciclato, recuperato e riutilizzato e quanto materiale riciclato venga utilizzato nelle auto nuove, impedendo così ai consumatori di considerare le informazioni sul riciclo nella valutazione di un’auto.
A questo proposito bisogna ricordare che secondo la direttiva 2000/53/CE, l’ultimo proprietario di un veicolo fuori uso deve poterlo consegnare gratuitamente a un impianto di demolizione, con eventuali costi a carico del produttore. Inoltre, i consumatori devono essere informati sui livelli di riciclo dei nuovi veicoli.
MULTE UE: QUALI SONO LE 15 CASE AUTO COINVOLTE?
La violazione delle norme antitrust dell’Unione Europea relative al riciclo dei veicoli a fine vita è avvenuta tra il 29 maggio 2002 e il 4 settembre 2017 a opera di Bmw, Ford, Honda, Hyundai/Kia, Jaguar Land Rover, Mazda, Mercedes-Benz, Mitsubishi, Opel, Renault/Nissan, Stellantis (cioè Fiat e PSA che all’epoca erano separati), Suzuki, Toyota, Volkswagen e Volvo. L’associazione dei costruttori ACEA ha facilitato il cartello organizzando numerosi incontri e contatti tra i produttori coinvolti. La Commissione UE ha collaborato con l’Autorità per la Concorrenza e i Mercati del Regno Unito (CMA), che ha emesso una decisione parallela comminando multe per oltre 77 milioni di sterline.
QUANTO HANNO PAGATO LE CASE AUTO MULTATE DALL’UE?
In relazione all’ammontare delle multe per ogni casa automobilistica coinvolta, nel determinare gli importi la Commissione ha tenuto conto di vari fattori, tra cui il numero di veicoli interessati, la natura e la durata dell’infrazione e la cooperazione delle aziende durante l’indagine. Come detto, Mercedes-Benz ha ottenuto l’immunità totale per aver rivelato il cartello, mentre Stellantis (inclusa Opel che adesso fa parte del Gruppo), Mitsubishi e Ford hanno beneficiato di riduzioni per la loro collaborazione. Anche Renault ha usufruito di uno ‘sconto’ perché le indagini hanno dimostrato una sua esplicita richiesta di esenzione dall’accordo per non pubblicizzare l’uso di materiale riciclato nelle auto nuove. Infine Honda, Mazda, Mitsubishi e Suzuki sono state punite meno severamente essendo stato accertato un loro minore coinvolgimento
Tutte le aziende hanno inoltre ricevuto una riduzione del 10% per aver accettato di risolvere il caso attraverso la procedura di transazione.
Ecco gli importi delle multe UE per ciascun gruppo automobilistico: