
Nel 2023 sono state eseguite oltre 16 milioni di revisioni auto, con una spesa in crescita rispetto all’anno precedente
Nel corso del 2023 gli italiani hanno incrementato di circa l’8% la spesa per le revisioni auto, con una crescita variabile in base alle regioni. L’indagine elaborata dall’osservatorio Autopromotec, la maggiore rassegna internazionale di attrezzature per officine e l’aftermarket riporta l’andamento del numero di revisioni auto e la spesa sostenuta dagli automobilisti.
CRESCITA ESPONENZIALE DELLE REVISIONI AUTO
Secondo i dati raccolti, nel 2023 sono state eseguite oltre 16 milioni di revisioni auto nei centri privati autorizzati, registrando un aumento del 7,7% rispetto all’anno precedente. Questo dimostra che gli automobilisti italiani mantengono il loro impegno con le scadenze obbligatorie. Tuttavia, la percentuale di auto che non superano i controlli, è molto più bassa rispetto alla Germania, dove evidentemente un maggior numero di centri revisione segue con rigore il protocollo dei controlli. D’altronde, come abbiamo già spiegato, ci sono molte differenze nelle procedure di revisione tra i vari Paesi in Europa.
SPESA COMPLESSIVA PER LE REVISIONI AUTO 2023
La spesa complessiva per le revisioni auto nel 2023 ha superato i 1.266 milioni di euro, evidenziando un aumento significativo rispetto al 2022, quando la spesa era di 1.175 milioni di euro. Questo aumento del 7,7% nella spesa riflette l’incremento delle revisioni effettuate, mentre il costo medio per la revisione nei centri privati autorizzati è rimasto invariato rispetto all’anno precedente (54,95 euro, a cui bisogna aggiungere Iva, diritti da versare e costo per il versamento del bollettino). Clicca l’immagine sotto per vederla a tutta larghezza.
ANALISI REGIONALE DELLA SPESA PER LE REVISIONI
Un’analisi approfondita delle spese per le revisioni auto in ogni regione rivela interessanti tendenze. Il Piemonte si distingue come la regione con il maggiore incremento percentuale della spesa rispetto al 2022, registrando un aumento del 9,8%. Seguono la Lombardia con un aumento del 9,7%, il Friuli-Venezia Giulia con l’8,6%, la Liguria con l’8,4%, l’Umbria con l’8,3% e la Campania con l’8%. Altre regioni come la Puglia, la Calabria e la Basilicata hanno registrato aumenti più contenuti, ma comunque significativi, attestandosi rispettivamente al 5,8%, 5,5% e 5,2%.