
Slitta l'emendamento della Commissione UE sulle multe per le emissioni di CO2 e la Case auto ripiombano nell'incertezza
L’annunciata flessibilità sulle multe per le emissioni di CO2 era stata una delle poche note positive dell’assai fumoso Piano d’azione dell’UE per rilanciare l’industria automobilistica in Europa. All’annuncio sarebbe dovuta seguire l’adozione di un emendamento per modificare la normativa comunitaria sulle emissioni, introducendo la possibilità per i costruttori di avere tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi ai nuovi e più severi standard di conformità. La stessa presidente Von der Leyen aveva chiesto tempi rapidi per il provvedimento per evitare ulteriore incertezza al settore. E infatti il gran giorno sarebbe dovuto essere ieri, 25 marzo 2025, ma alla fine non è successo nulla. L’attesa adozione dell’emendamento anti-multe CO2 è slittata a chissà quando, mandando su tutte le furie case auto, fornitori e altre aziende del comparto.
MULTE EMISSIONI: SLITTA (PER ORA) L’EMENDAMENTO A FAVORE DELLE CASE AUTO
Secondo una ricostruzione dell’Ansa, proprio in dirittura d’arrivo sarebbero sorte discussioni interne al massimo organo esecutivo della UE, che avrebbero determinato il rinvio del provvedimento. Non è chiaro cosa sia accaduto, ma gli spifferi che arrivano da Bruxelles ricordano che il dossier automotive è molto “delicato” e che le tensioni geopolitiche “non aiutano“. Tuttavia c’è ancora ottimismo visto che per alcuni beninformati “è solo questione di giorni” (senza però specificare quanti) e che l’orizzonte resta sempre quello di fine mese per una misura che il comparto attende come l’acqua nel deserto. La scadenza di fine marzo non è però “un obbligo vincolante“, hanno precisato nei corridoi della Commissione europea, come a voler mettere le mani avanti qualora i tempi dovessero allungarsi.
L’annuncio del rinvio ha sollevato ovvia preoccupazione tra le case automobilistiche, ed è paradossale che una delle poche misure del Piano auto dell’UE considerate soddisfacenti dall’industria sia già stata messa in discussione senza peraltro fornire dettagli su ragioni e tempistiche.
IL REGOLAMENTO UE SUL LIMITE DI EMISSIONI DI CO2 PER LE CASE AUTO
In attesa di capire come finirà, riepiloghiamo velocemente la questione delle multe europee per le emissioni di CO2. Come è noto il Regolamento UE 2019/631, introdotto nell’ambito del Green Deal, ha stabilito che le vendite complessive di ciascuna casa automobilistica nell’Unione Europea non debbano superare annualmente un limite medio di emissioni di CO2, pena l’applicazione di salatissime multe: 95 euro per ogni grammo eccedente il limite moltiplicati per ogni auto venduta, quindi un grammo per chi vende un milione di auto diventa una multa di 95 milioni, due grammi eccedenti costano 190 milioni e così via. Fino all’anno scorso tale soglia era di 115,1 g/km di CO2 (ciclo WLTP), ma a decorrere dal 1° gennaio 2025 si è abbassata del 15% scendendo a soli 93,6 g/km di CO2 (poi calerà ulteriormente a 49,5 g/km nel 2030).
Allo stesso tempo è previsto un sistema di ‘crediti’ per le case auto che, nell’anno, superano il 25% di auto vendute elettriche o plug-in hybrid (0-50 g/km di CO2) sul totale delle immatricolazioni, percentuale che scende al 17% per i veicoli commerciali. Il raggiungimento di questo target del 25% (o 17%) riduce proporzionalmente gli obiettivi di emissioni fino a un massimo del 5%.
Dal 2020 al 2024 le case auto se la sono più o meno cavata, potendo sfruttare una serie di ‘scorciatoie’ tra cui l’acquisto di crediti dalle aziende più virtuose, che comunque ha un costo molto elevato. Da quest’anno, però, rientrare nei limiti di CO2 è molto più difficile e potrebbero non bastare neppure le cosiddette scorciatoie. Volkswagen, per esempio, ha stimato di dover pagare nel 2025 una mega multa di 1,5 miliardi di euro.
Ecco perché molte case case auto, che già devono fare i conti con la crisi globale dell’automotive, hanno chiesto alla Commissione UE di modificare o quanto meno posticipare le norme sui limiti della CO2, al fine di non aggravare una situazione molto delicata a livello economico.
MULTE CO2: TRE ANNI E NON UNO PER ADEGUARSI ALLE NORME SULLE EMISSIONI, MA L’EMENDAMENTO NON C’È
E infatti lo scorso 5 marzo, nello svelare il Piano d’azione per rilanciare l’industria automobilistica in Europa, l’Esecutivo UE ha annunciato di aver accolto l’appello dei costruttori presentando una modifica al Regolamento per calcolare su tre anni (2025-2027) e non più su uno il rispetto del limite di flotta medio dei 93,6 grammi di CO2 per chilometro entrato in vigore il 1° gennaio, compensando eventuali deficit in uno o due anni con i risultati migliori degli altri anni.
Naturalmente dopo l’annuncio occorreva passare alle vie di fatto iniziando l’iter burocratico/legislativo per formalizzare la modifica, e il 25 marzo sembrava il giorno giusto per adottare l’emendamento. E invece niente, anche se per il momento restiamo ottimisti confidando che si sia trattato solamente di uno stop temporaneo.