IVECO “faceva cartello”: multati azienda, manager e Dealer in Polonia

IVECO “faceva cartello”: multati azienda, manager e Dealer in Polonia

L'antitrust polacco ha multato l'unità locale di IVECO per un presunto "cartello" con distributori e manager nella vendita dei veicoli

 

L'antitrust polacco ha multato l'unità locale di IVECO per un presunto "cartello" con distributori e manager nella vendita dei veicoli

18 Settembre 2024 - 18:15

L’autorità antitrust polacca UOKiK ha multato l’unità locale di IVECO per un presunto ‘cartello’ con i distributori nella vendita di veicoli commerciali. Le sanzioni ammontano a complessivi 238 milioni di zloty (circa 55,7 milioni di euro) comminati a IVECO Polonia e a 10 concessionari collusi, e ad altri 2,5 milioni di zloty (585 mila euro) inflitti a 10 manager coinvolti nella vicenda. Particolarmente significativo il fatto che siano stati puniti anche i manager a livello personale, cosa che si vede di rado e che costituisce senz’altro un deterrente contro quei comportamenti illeciti messi in atto con troppa leggerezza “tanto chi rischia è l’azienda”.

IL “CARTELLO” IN POLONIA TRA IVECO, MANAGER E CONCESSIONARI

Secondo l’antitrust polacco, tra il 2009 e il 2019 IVECO Polonia, che importa i veicoli nel Paese, e 10 distributori si erano illegalmente spartiti il mercato locale in zone in cui i distributori avevano la priorità sui clienti e stabilivano i prezzi dei veicoli da vendere, utilizzando strategie commerciali anticoncorrenziali. In altri termini, i clienti venivano scoraggiati dal rivolgersi a concessionarie diverse da quella risultanti nel ‘cartello’. Inoltre l’importatore aveva anche un proprio territorio in cui vantava diritti esclusivi per vendere determinati tipi di veicoli.

IVECO Polonia, si legge nella sentenza, ha mantenuto il controllo sul mercato tramite l’uso di sconti e bonus periodici applicati alle vendite, ha fatto pressione sui concessionari per convincerli a rinunciare alla vendita in altre aree, ha anche ‘punito’ i distributori che non rispettavano gli accordi (ad esempio togliendo loro gli sconti). Ma, come abbiamo visto, anche alcuni concessionari erano attivamente coinvolti nell’illecito, ad esempio passandosi informazioni sui potenziali acquirenti o concordando tra loro quale concessionario avrebbe avuto il diritto di fare un’offerta a un particolare cliente per l’acquisto di un veicolo. Si assicuravano anche che i loro partner commerciali (i cosiddetti sub-concessionari) vendessero i loro veicoli solo nella zona assegnatagli mediante il ‘cartello’.

IVECO “FACEVA CARTELLO” IN POLONIA: MULTE MILIONARIE

Come detto, le sanzioni pecuniarie inflitte dall’antitrust polacco sono state decisamente salate: 155 milioni di zloty (poco più di 36 milioni di euro) all’importatore IVECO Polonia e multe da 47 milioni a 410 mila zloty (cioè da 11 milioni a 96 mila euro) ai 10 distributori coinvolti per complessivi 238 milioni di zloty (55,7 milioni di euro). Multati anche i manager con somme da 490 mila a 77 mila zloty (115 mila – 18 mila euro) per un totale di oltre 2,5 milioni.

Nel corso del procedimento quattro manager hanno beneficiato di un trattamento più indulgente, tradottosi in un robusto sconto sulla cifra da pagare, per aver collaborato con le indagini fornendo prove sostanziali. A margine il presidente dell’UOKiK ha ricordato che chiunque creda di esser stato danneggiato da un sistema anti-concorrenziale può intentare una causa presso un tribunale civile.

Furgone IVECO

ANCHE IN AUSTRIA ABUSO DI POTERE SUL MERCATO (STAVOLTA COINVOLTA PEUGEOT)

Curiosamente, quasi in contemporanea, anche in Austria si è svolto un procedimento contro un importatore di veicoli per abuso di potere sul mercato. Nello specifico, intervenendo per dirimere la controversia tra la concessionaria dell’Alta Austria Büchl e Peugeot Austria, la Corte Suprema di Vienna ha condannato l’importatore avendo rilevato illeciti sui bonus pagati ai concessionari per le indagini sulla soddisfazione dei clienti, e anche nella riduzione dei margini dei concessionari se non raggiungevano obiettivi di vendita volutamente gonfiati dal produttore. A livello post-vendita, la sentenza ha chiesto di porre fine al sistema di ispezione eccessivamente gravoso, nonché a tariffe orarie che non coprono i costi e rendono il lavoro in garanzia non redditizio per i concessionari.

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