
BYD sfida Stellantis e cerca accordi con le aziende di componentistica di Torino per avviare la produzione delle fabbriche europee
La città di Torino, un tempo il centro nevralgico dell’industria automobilistica italiana grazie alla FIAT, si trova attualmente in una fase di radicale trasformazione. La crisi del settore delle quattro ruote ha lasciato il segno, con un significativo ricorso alla cassa integrazione per l’impianto di Mirafiori e un calo drastico degli ordini per le varie 500e e Maserati, stimato intorno al 45%. Anche per questa ragione le aziende del territorio, in particolare quelle della componentistica, sono alla ricerca di opportunità che possano rivitalizzare la loro attività, in un contesto che si prospetta ancora più difficile nel 2025. In questo scenario di incertezza, si inserisce l’interesse di BYD.
BYD, UN GIGANTE IN ESPANSIONE
Il colosso cinese delle auto elettriche (e non solo) vede nel Belpaese e in particolare nel know-how torinese una risorsa preziosa per la sua espansione in Europa, dove ha sviluppato intanto due fabbriche (Ungheria e Turchia). Presto potrebbe esserci una svolta, con il gigante asiatico pronto a giocare un ruolo da protagonista in quella che fu la capitale nostrana dell’automobile.
BYD possiede una solida posizione nel mercato globale delle auto elettriche, nel quale ha venduto 1,76 milioni di veicoli nel 2024, un numero che la pone in diretta competizione con Tesla. La strategia di crescita di BYD nel Vecchio Continente si sta concretizzando con l’apertura di due nuovi stabilimenti in Ungheria e Turchia, una mossa volta a superare i dazi Ue e ad affermare la propria presenza nel mercato europeo. Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Sergio Marchionne in FCA e ora special advisor per l’Europa di BYD, insieme al country manager Alessandro Grosso, sta attivamente cercando fornitori di componentistica di alta qualità Made in Italy.
L’interesse di BYD non è solo orientato alla componentistica, ma anche alla possibilità di un terzo stabilimento in Europa, con l’Italia, e in particolare il Sud Italia, tra le possibili opzioni. Questa ipotesi sottolinea la volontà di BYD di investire nel mercato europeo con un approccio diverso rispetto ad altri produttori cinesi, valutando attentamente le potenzialità e le specificità dei vari territori. L’arrivo di BYD a Torino non è quindi solo una questione di opportunità di affari, ma anche un segnale di speranza per un settore che sta vivendo un momento di crisi profonda.
BYD A CACCIA DI PARTNER SOLIDI
L’incontro b2b organizzato da BYD a Torino, con la collaborazione di Anfia, rappresenta un’importante occasione per le aziende piemontesi e non solo, di presentare le proprie competenze e prodotti. La partecipazione all’evento è stata elevata, indicando un forte interesse da parte delle imprese del settore nel collaborare con il produttore cinese. L’evento ha avuto scopo di facilitare la creazione di partnership e di consolidare la posizione delle aziende italiane nella filiera produttiva di BYD in Europa. Le aziende che hanno preso parte all’incontro sono alla ricerca di una boccata d’ossigeno per affrontare le difficoltà attuali e per prepararsi ad un 2025 che si preannuncia complesso.
La transizione verso l’elettrico rappresenta una sfida e un’opportunità per l’intero settore automobilistico. L’interesse di BYD per il mercato europeo, e in particolare per il know-how italiano, dimostra come la qualità e la capacità innovativa del made in Italy possano ancora fare la differenza in un mercato globale sempre più competitivo. La stessa BYD vende il 90% delle sue auto in Cina, pari a 4,2 milioni di veicoli, di cui 1,7 milioni sono elettrici. I nuovi impianti di BYD in Ungheria e Turchia avranno una capacità produttiva di 500 mila veicoli all’anno, un numero che supera l’intera produzione di Stellantis in Italia nel 2024, il che dimostra la scala e l’ambizione del gruppo cinese. Intanto, BYD ha lanciato già diverse proposte nel nostro mercato.
BYD SFIDA STELLANTIS SUL PROPRIO TERRITORIO
Mentre Stellantis a Mirafiori sta lentamente riprendendo l’attività di assemblaggio con una produzione limitata e la prospettiva di una nuova 500 ibrida a novembre, le aziende della componentistica vivono una forte contrazione degli ordini. L’arrivo di BYD rappresenta, quindi, una promessa di nuove opportunità e un segnale di speranza per il futuro del settore automotive italiano. Allo stesso tempo, i fornitori italiani dovranno valutare se ci sono margini per una produzione anche in Italia.