L'auto a benzina inquina 62 volte più dei diesel: le indagini USA-EU

L'auto a benzina inquina 62 volte più dei diesel: le indagini USA-EU Studio internazionale scopre che i benzina emettono fino a 62 volte più dei diesel di ultima generazione. Sotto accusa PM e aerosol organico

Studio internazionale scopre che i benzina emettono fino a 62 volte più dei diesel di ultima generazione. Sotto accusa PM e aerosol organico

21 Luglio 2017 - 02:07

Vuoi più bene a mamma a papà? Inquina di più il motore diesel o quello a benzina? Domande difficili e, in un certo qual modo, anche mal poste. Prendiamo le emissioni dei motori a scoppio: per dire “inquina di più” occorrerebbe conoscere le condizioni sotto le quali si fanno le misurazioni, la metodica di prova, lo stato del veicolo e, ultimo ma non ultimo, di quali sostanze inquinanti stiamo parlando (leggi la spiegazione dell'Esperto riguardo i limiti delle emissioni delle Norme Euro 5 e Euro 6). Il ventaglio delle sostanze che possono essere considerate è piuttosto ampio e restringendolo a quelle di un certo tipo si potrebbero avere delle sorprese. Osservando le emissioni del particolato, per esempio, si può scoprire che i diesel moderni sono molto più efficaci dei benzina nell'abbatterlo: a dirlo è uno studio internazionale che ha coinvolto ricercatori di 3 continenti.

CONTRIBUTI INTERNAZIONALI Lo studio è stato coordinato da S. Hellebust, dell'Université de Montréal, e ha visto la partecipazione di scienziati e ricercatori del Laboratory of Atmospheric Chemistry svizzero, del Norwegian Institute for Air Research, della Aix Marseille Université, del Central Statistics Office irlandese e dell'European Commission Joint Research Centre di Ispra (VA), con 4 ricercatori italiani fra i firmatari. Per gli USA hanno contribuito scienziati del NOAA Earth System Research Laboratory; CIRES e Department of Chemistry della University of Colorado e il Center for Atmospheric Particle Studies della Carnegie Mellon University mentre un contributo è arrivato anche dall'Institute of Earth Environment della Chinese Academy of Sciences.

NEMICO PUBBLICO NUMERO 1 Lo studio si è concentrato sul particolato di Carbonio, che è uno dei più famigerati PM, che annovera fra i suoi componenti il Carbon Black (nerofumo) e 2 aerosol: l'organico primario (POA) e quello secondario (SOA), detto così perché deriva dall'invecchiamento dei suoi “precursori” nell'atmosfera. Questo interesse si spiega con la sua elevata tossicità, cosa che non si può dire della CO2, imputata per il suo effetto serra ma non velenosa di per sé, al punto che Mercedes la usa nei climatizzatori per evitare una mega multa. Secondo i ricercatori, per valutare accuratamente questo tipo di inquinamento occorre quindi conoscere sia le emissioni primarie sia le secondarie, che si evidenziano dopo qualche tempo. Gli autori hanno compiuto un esame sistematico delle emissioni di PM e hanno parametrizzazione la formazione dei SOA: le analisi sono state condotte, in laboratori controllati, su veicoli recenti diesel e benzina Euro 5 a 2 diverse temperature. Quelle effettuate a 22,7 gradi centigradi hanno mostrato che le auto a benzina emettono PM e SOA 10 volte di più rispetto a quelle diesel. Se la temperatura di test scende a – 7° C i dati peggiorano ancora per i motori a benzina, che possono emettere 62 volte più particolato e POA rispetto ai diesel. Dato che gli aerosol primari si trasformano in SOA, lo studio conclude che saranno le auto a benzina le principali emettitrici di particolato e di aerosol secondari, dato che i diesel più recenti, dotati di efficienti filtri antiparticolato e catalizzatori, emettono pochissimo PM e POA e quindi pochi SOA. Lo studio conferma comunque che i diesel emettono viceversa più ossidi di Azoto Nox.(leggi che il “diesel-benzina” Mazda HCCI che emette pochi NOx ma molti HC e CO).

PASSAGGIO DI TESTIMONE Sembra quindi che i motori a benzina diventeranno, in proiezione futura, i portabandiera dei PM: non è infatti un caso che le norme Euro 5 e 6 prevedano limiti al particolato per i motori a benzina soltanto per quelli alimentati ad iniezione diretta (leggi che l'alleanza Renault-Nissan pensa ai filtri antiparticolato anche per i motori a benzina). La situazione attuale è però ben diversa: in Europa, dove i diesel sono molti, pesano parecchio quelli meno recenti ed il risultato è che la maggior parte del particolato viene dai diesel. Nella figura qui sotto in a) si vede come è composto il SOA di a Los Angeles e come varia a seconda dell'orario. In b) si vede invece la composizione per varie città, americane ed europee (BC è i nerofumo e HOA è l'aerosol di CO2). La linea rossa è la percentuale dei diesel e si vede bene come essa sia legata inversamente ai SOA.

Lo studio stima infatti che basta un piccolo 3% di diesel non dotate dfi DPF per vanificare il vantaggio dei motori a gasolio più recenti; questo alle temperature più alte ma durante l'inverno le auto a benzina potrebbero già “dominare” il PM di origine carbonica emesso dalle automobili. Le conclusioni sono quindi abbastanza prevedibili: non si può dire quale tipo di motore sia più inquinante dato che sia i diesel sia i benzina sono puliti per certi aspetti e “sporchi” per altri. Una cosa sembra però assodata: l'associazione diesel e PM sarà sempre meno valida.

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