Tpms indiretti: le Case risparmiano, ma i sensori non superano i test

Tpms indiretti: le Case risparmiano, ma i sensori non superano i test Un'indagine europea mette alla prova i sensori di pressione gomme indiretti su Fiat 500 L e VW Golf e lancia l'allarme sulla sicurezza

Un'indagine europea mette alla prova i sensori di pressione gomme indiretti su Fiat 500 L e VW Golf e lancia l'allarme sulla sicurezza

7 Novembre 2016 - 09:11

Direttamente da Transport&Environment arriva un preoccupante allarme a seguito di una serie di test: i sensori pressione gomme indiretti, Tpms, non funzionerebbero a dovere nelle condizioni di guida ideale. Si cominciano a prevedere estremi rischi per la sicurezza degli automobilisti, inconsapevoli di avere sistemi di monitoraggio che potrebbero non avvisare in tempo debito qualora uno o più gomme siano sotto la pressione ideale.

L'INCHIESTA Un'analisi portata avanti da Transport&Environment sui sensori di pressione indiretti per le ruote delle auto ha dimostrato una grande falla: non funzionano nelle condizioni di guida reali. Le prove sono state portate avanti dalla indiana Idiada ed hanno compreso una serie di 16 test effettuati su una Fiat 500L ed una Volkswagen Golf, atti a cercare di capire se questo genere di sistema funziona solo nelle condizioni di omologazione oppure anche nella vita di tutti i giorni. Il risultato è che i sensori montati sulla Golf hanno fallito 14 prove su 16, mentre gli omologhi montati sulla 500L addirittura li hanno falliti tutti.

I SENSORI TMPS INDIRETTI A partite dal 1° Novembre 2012 tutte le auto di nuova immatricolazione hanno l'obbligo di montare il sistema di monitoraggio pressione pneumatici, Tpms (leggi delle nuove auto che devono obbligatoriamente montare sensori sulle ruote). Le Case hanno dotato quindi i propri veicoli con questo genere di sensori, che però possono lavorare in due modi: diretti o indiretti. I sensori diretti risultano essere più costosi ma misurano la pressione reale delle singole gomme in ogni condizione, a differenza dei sensori indiretti, che invece sono meno affidabili e più economici. Questi ultimi non misurano direttamente la pressione, ma semplicemente fanno un calcolo matematico, sulla base di dati come le vibrazioni derivanti dallo pneumatico e la velocità di rotazione, di conseguenza il risultato non è altro che una stima. Inoltre, il bisogno del rotolamento ruota non permette di effettuare una misurazione quando l'auto è ferma (leggi del TCS che boccia i manometri per la pressione pneumatici).

I RISULTATI E LE CONSEGUENZE Purtroppo, come anticipato, i risultati del test condotto sui due modelli sopracitati non ha restituito dei risultati ottimali, dimostrando così che il Tpms indiretto funziona bene solo nei test europei di omologazione. Durante le prove le due auto sono state guidate con la pressione di una o tutte le gomme inferiore a quella ottimale di esercizio e per tratti sufficientemente lunghi, di 100 o addirittura 400 ed 800 km, dimostrando che nei 10 minuti previsti dai test omologativi i sensori non hanno mostrato alcuna avaria nella maggior parte dei casi. Mentre i sensori diretti avrebbero misurato istantaneamente la pressione (vedi qui la soluzione Continental dei sensori diretti VDO REDI-Sensor). Il problema sorge anche in tema autodiagnosi, poiché il sistema non segnala nemmeno eventuali malfunzionamenti intrinsechi. Naturale pensare subito alla sicurezza ed all'inquinamento: circolare con la pressione delle gomme bassa significa consumare in modo anomalo il battistrada ma soprattutto aumentare consumi di benzina e relative emissioni di CO2, mentre la sicurezza soffre di mancanze dovute ad un battistrada che non poggia completamente a terra e che addirittura potrebbe stallonare in caso di frenate brusche.

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