Quanto si guadagna in un giorno con Uber Pop?

Quanto si guadagna in un giorno con Uber Pop? Una giornata intera al volante per le strade di Torino. Ecco quanto guadagna realmente un driver di Uber Pop

Una giornata intera al volante per le strade di Torino. Ecco quanto guadagna realmente un driver di Uber Pop

11 Novembre 2014 - 12:11

UberPop, il servizio che permette a un automobilista iscritto alla piattaforma di offrire un passaggio con la propria auto in cambio di una piccola somma è attivo a Torino. Tra critiche e approvazioni, l'app californiana continua la sua espansione annunciata in nome di una mobilità sostenibile e alternativa, anche se è ancora considerata fuorilegge per via del profitto che ne trarrebbe il conducente. Un giornalista è diventato autista Uber per documentare la giornata tipo di un driver UberPop, dimostrando che molta gente richiede un passaggio a Uber ma anche che a fine giornata, dopo 8 ore passate al volante, non può certo dire di avere le tasche (o meglio il conto) piene di soldi. Ecco come si diventa autisti di UberPop e quanto si guadagna realmente.

COME SI DIVENTA DRIVER POP – Ora che Uber ha abbassato le tariffe delle corse per avvicinarle ai costi chilometrici delle tabelle ACI, quello che taxi e Comuni lo definivano un illecito “profitto” dei conducenti è ridotto all'osso. Un giornalista de La Stampa ha verificato quanto realmente può portare nelle tasche di un privato una giornata intera dedicata a portare in giro i clienti di UberPop. L'esperienza non è esente dal rischio di essere beccati dai vigili, infatti bisogna rispettare scrupolosamente le indicazioni di Uber per non incorrere nelle stesse multe e sequestri di Milano e Genova. Prima di entrare in servizio, il giornalista racconta la sua iscrizione avvenuta in circa 24 ore. “Abbiamo caricato su una piattaforma on line dati e documenti. – afferma il giornalista – Abbiamo anche giurato di non avere conti in sospeso con la giustizia. Per ora si fidano, ma entro due settimane dovremo fornire i certificati del Tribunale.” Poi il giorno seguente si passa al colloquio con il personale di Uber Italia. “Ci siamo ritrovati con altre quindici persone in un hotel di piazza Massaua, periferia Ovest di Torino. Ci hanno accolto tre ragazzi di 25 anni. Ci hanno catechizzato per un'ora e fornito uno smartphone. In meno di ventiquattr'ore siamo diventati «autisti»”.

9 CORSE IN 8 ORE – Così' è iniziata l'esperienza da conducente di UberPop per un giorno, percorrendo a bordo di un'Alfa Romeo Giulietta circa 100 chilometri per rispondere alle chiamate di utenti italiani e stranieri che chiedevano un passaggio. “La prima chiamata arriva alle 9,10. Ci siamo appena seduti in macchina e c'è già qualcuno che ha bisogno di noi. Si chiama Giulio e deve andare al Politecnico.” La Giulietta impiega 22 minuti per percorrere 7 chilometri e la corsa viene pagata direttamente tramite l'app con carta di credito (9 euro). “La seconda chiamata arriva alle 10 ma poi il cliente non si presenta”, ecco uno degli inconvenienti rischiosi, come telefonare a chi ha prenotato la corsa ma ha cambiato idea e non sapeva come annullarla. Poi la giornata continua e il racconto del giornalista anche: “Dopo un quarto d'ora, il telefono s'illumina: un signore ha bisogno di un passaggio in Tribunale.” Dopo poco arriva la quarta richiesta “si chiama Florent, è un gallerista parigino, in città per Artissima. Parte dal centro per andare all'aeroporto di Caselle: 16 chilometri in venti minuti, costo 13 euro. Con il taxi sarebbero stati 35 o 40 euro”, secondo il giornalista. La giornata di lavoro suddivisa da 2 pause di mezz'ora prosegue fino alle 18 dopo e si conclude dopo aver dato il passaggio a 23 persone, di cui solo 2 over40 e solo 4 italiane.

LE ISTRUZIONI PER NON COMMETTERE ERRORI – Durante il servizio il giornalista racconta di aver caricato alcuni passeggeri a bordo strada proprio nelle vicinanze di alcuni taxi in attesa di clienti (vedi l'immagine in alto tratta dal servizio). La preoccupazione di avere qualche grattacapo c'è, ecco perché durante il colloquio Uber consiglia di seguire scrupolosamente alcune indicazioni, come accertarsi dell'identità della persona prima di farla salire e non telefonare ai clienti. Il giornalista, infatti, racconta che: “Al corso, i ragazzi di Uber raccomandano di rispondere ad almeno il 90% delle chiamate, di non telefonare al cliente a meno che non sia necessario, e di essere prudenti: «Quando credete di aver individuato il passeggero chiedetegli come si chiama. Solo a quel punto fatelo salire. Non date troppo nell'occhio»”. Anche se di vigili il neo autista Uber non ne incontra e i tassisti non mostrano evidenti segnali di aver individuato un concorrente, le precauzioni non sono mai troppe: “È meglio se fate sedere i passeggeri accanto a voi” avrebbe consigliato Uber agli aspiranti driver Pop. E tra i tanti clienti salta fuori un francese che vuole pagare in contati. Un pericoloso passo falso dal quale il giornalista si tiene a debita distanza poiché potrebbe anche essere una trappola dei vigili per cogliere il conducente in flagranza. Tra l'altro, specifica il giornalista, “in auto non avvengono scambi di denaro o transazioni”. Uber preleva direttamente il costo della corsa dalla carta di credito del cliente e ogni settimana paga il driver con un bonifico. E qui arriva il momento di fare due conti sui soldi che il conducente ha guadagnato in una giornata con UberPop.

IL RESOCONTO DELLA GIORNATA – Le 8 ore di guida per portare a termine 9 corse si fanno sentire a fine giornata, tant'è che gli effetti sul fisico sono l'unica evidenza lampante del resoconto giornaliero, poiché di soldi ancora non ce ne sono sul conto (come detto Uber li accredita ogni settimana). Facendo qualche considerazione, però, non sembra che il conducente UberPop abbia tratto chissà quale profitto. Anzi, se è stato bravo a tenere uno stile di guida parsimonioso, forse può anche coprire il costo dell'auto per il servizio offerto. A fine giornata il giornalista considera un incasso di 61 euro, dal qual bisogna sottrarre circa 12 euro come commissione a Uber Italia. Tra qualche giorno, quindi, al giornalista saranno accreditati circa 48 euro sulla sua carta di credito, ma intanto ha speso 11 euro di gasolio per percorrere 100 chilometri.

E' DIFFICILE ARRICCHIRSI CON UN RIMBORSO SPESE – Ne consegue che per ogni chilometro percorso l'autista Uber Pop incasserà 0,48 euro, che sono praticamente gli stessi soldi che le tabelle ACI attribuiscono al costo chilometrico (circa 0.5 euro) di un'Alfa Giulietta 1.6 JTD m-2 da 105 cv Euro 5 (la nostra prova su strada) che percorre 15 mila chilometri l'anno, quale rimborso spese. Allora vi riproponiamo una dichiarazione estratta da una recente intervista di SicurAUTO a Benedetta Arese Lucini, general manager Uber Italia, sulle sanzioni e sul presunto profitto illecito dei conducenti, tanto temuto da taxi e Comuni: “Mi sembra si colpisca con una sanzione davvero dura persone che danno il loro contributo alla mobilità di città sempre più intasate. Persone che lo fanno per sostenere i costi di gestione della propria auto in un momento economicamente difficile. Se gli utenti di Uber sono persone che magari la macchina non la possiedono, i driver di UberPop sono persone che la devono possedere per lavoro e per le necessità della propria famiglia.”

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

6 Commenti

Nico
07:58, 12 Novembre 2014

La Stampa, l'house organ dell'ex casa Fiat oggi diventato il giocattolo di Yaki Elkann, pubblica un interessante pezzo firmato da Andrea Rossi. Il tema è Uber, il vituperato sistema di auto da noleggio con conducente che è sbarcato anche a Torino nella sua versione “pop?, ovvero dove tutti possono improvvisarsi autisti.Uber è una società di Google Di quello che scrive Rossi (che si guarda bene dall'esprimere un giudizio e dal fornire delle considerazioni) ci interessa un dato, ovvero che l'autista fai da te in una giornata di 8 ore di lavoro ha incassato 61 euro. Rossi chiarisce che di questi 61 euro 11 se ne vanno per il gasolio ed altri 11 vanno ad Uber per il servizio offerto. E Rossi termina qua con un piccolo pensiero rivolto ai tassisti scrivendo: “Ieri abbiamo provato quanto sia sfiancante guidare in città per otto o nove ore. Ritrovandoci, alla fine, con 40 euro?. Fine dell'articolo.Però la realtà è diversa. A quei 40 euro occorre togliere le tasse, l'ammortamento dell'automobile, assicurazione, bollo, manutenzione dell'auto stessa. Alla fine della giornata il nostro autista Uber si ritroverà ad aver lavorato per 2/3 euro all'ora. O forse meno. Uber, invece, si è ritrovata una cifra molto interessante, considerato che i suoi costi sono pressoché nulli, se si escludono quelli legali: infatti nel bilancio della compagnia creata da Google, Goldman Sachs e da altri soci le spese per avvocati rappresentano la più importante delle voci. Ora la mia considerazione è questa: ha senso scardinare il mercato della mobilità per creare una nuova generazione di sottopagati? Ha senso creare una situazione di conflitto quotidiano con i tassisti che oltre a quei costi devono ammortizzare pure il carico di una licenza che in alcune città può arrivare anche centinaia di migliaia di euro? Ma poi per cosa? Solo per permettere alla compagnia statunitense di guadagnare miliardi? Io la mia risposta l'ho già data. No. E quindi non userò Uber. In effetti non l'ho mai usato, ma avevo scaricato la app sul mio smartphone. Bene, ora, con un clic l'ho cancellata. Bye bye UberLove and peace e abbracci ai tassisti dalla vostra Lady Helen

Nico
08:45, 12 Novembre 2014

La Stampa, l'house organ dell'ex casa Fiat oggi diventato il giocattolo di Yaki Elkann, pubblica un interessante pezzo firmato da Andrea Rossi. Il tema è Uber, il vituperato sistema di auto da noleggio con conducente che è sbarcato anche a Torino nella sua versione “pop?, ovvero dove tutti possono improvvisarsi autisti.Uber è una società di Google Di quello che scrive Rossi (che si guarda bene dall'esprimere un giudizio e dal fornire delle considerazioni) ci interessa un dato, ovvero che l'autista fai da te in una giornata di 8 ore di lavoro ha incassato 61 euro. Rossi chiarisce che di questi 61 euro 11 se ne vanno per il gasolio ed altri 11 vanno ad Uber per il servizio offerto. E Rossi termina qua con un piccolo pensiero rivolto ai tassisti scrivendo: “Ieri abbiamo provato quanto sia sfiancante guidare in città per otto o nove ore. Ritrovandoci, alla fine, con 40 euro?. Fine dell'articolo.Però la realtà è diversa. A quei 40 euro occorre togliere le tasse, l'ammortamento dell'automobile, assicurazione, bollo, manutenzione dell'auto stessa. Alla fine della giornata il nostro autista Uber si ritroverà ad aver lavorato per 2/3 euro all'ora. O forse meno. Uber, invece, si è ritrovata una cifra molto interessante, considerato che i suoi costi sono pressoché nulli, se si escludono quelli legali: infatti nel bilancio della compagnia creata da Google, Goldman Sachs e da altri soci le spese per avvocati rappresentano la più importante delle voci. Ora la mia considerazione è questa: ha senso scardinare il mercato della mobilità per creare una nuova generazione di sottopagati? Ha senso creare una situazione di conflitto quotidiano con i tassisti che oltre a quei costi devono ammortizzare pure il carico di una licenza che in alcune città può arrivare anche centinaia di migliaia di euro? Ma poi per cosa? Solo per permettere alla compagnia statunitense di guadagnare miliardi? Io la mia risposta l'ho già data. No. E quindi non userò Uber. In effetti non l'ho mai usato, ma avevo scaricato la app sul mio smartphone. Bene, ora, con un clic l'ho cancellata. Bye bye Uber.Love and peace e abbracci ai tassisti dalla vostra Lady Helen

'Fabio
23:55, 3 Dicembre 2014

Uber ha fatto tanto discutere, fatto sta che è un dato di fatto che se la gente lo utilizza, evidentemente è un servizio che le persone vogliono, tanto che si è diffuso in più di 200 città.Le tariffe economiche e l'app innovativa hanno fatto il resto. Personalmente ho iniziato ad usare Uber quando ancora era in una fase embrionale in Italia, e mi si è aperto un mondo.

gianni
08:32, 18 Febbraio 2015

Salve a tutti.io sto seguendo il corso per tassisti a milano costo 300 esami assurdi.bisogna praticamente memorizzare milano con vie strade primarie e secondarie statali montagne laghi monumenti scuole ospedali consolati musei e chi piu ne ha piu ne metta.e poi se vui esercitare la professione devi cercarti 170.000 euro per la licenza piu il costo di un auto nuova.vi sembra normale che io o chiunque debba indebitarsi fino al collo per poi rapinare i suoi futuri clienti?altrimenti quel debito non lo estingui piu.

Cappiello
21:59, 7 Aprile 2015

Non si ferma il futuro e uber e il futuro .Di cosa parliamo? Libera concorrenza .ECCOLA QUA.Globalizzazione e anche poter usare un app in tutto il mondo per potersi muovere a propio piacimento senza fare un mutuo . Benvenuto futuro

si
22:57, 7 Gennaio 2016

Futuro ?? concorrenza leale ?? non si possono imparare le vie della citta dove si vuole lavorare a memoria ?? ecc.ecc.ecc.prima di tutto voglio precisare che sto per conseguire la patente per il taxi o ncc e non ho nessun conoscente ripeto nessun conoscente che mi possa intestare la licenza quindi anchio me la dovro comprare o affitare, secondo poi ogni mestierante deve imparare molteplici cose l'elettricista deve sapere tutto sull'elettricità , l'idraulico tutto sull'idraulica ecc. e allora perché per prendere la patente del taxi dovrebbe essere facile (posso capire i costi ma i costi sono quelli alla fine se uno fila tutto liscio il costo si aggira sui 500-600 chiavi in mano) , e infine in italia di taxi ce ne sono gia tanti vogliamo ampliare il servizio di “passaggio” (perché è cosi che si definisce uber) per poi far morire piano piano il mestiere di tassinaro ??? saro ancora immaturo per la mia età di 21 anni pero credo che gente che vuole far nascere nuove cose facendo tramontarne altre allora l'italia non fara più il salto di qualità dei vecchi anni 80-90distinti saluti popolo italiano

X