Quale strada tra V2V e la guida autonoma?

Quale strada tra V2V e la guida autonoma? È meglio investire su una tecnologia V2V

È meglio investire su una tecnologia V2V, per agevolare la sicurezza sulle strade, ridurre il traffico e i consumi, oppure sulla guida autonoma?

20 Maggio 2015 - 09:05

La domanda sorge spontanea, proprio perché in questo periodo le case automobilistiche spendono tempo e denaro in sperimentazione tecnologica, atta a benefici vari o…ad una guida autonoma. Ultimamente, in merito, ne abbiamo parlato tantissimo e onestamente stiamo cercando di capire se si tratta di un possibile obiettivo a breve raggiungibile, o di una moda che molti costruttori o aziende stanno percorrendo per il semplice capriccio smanioso dell'essere i primi ad aver messo su strada l'automobile che guida da sola.

LA TECNOLOGIA V2V ACCELERA – Ad ogni modo alcuni Paesi hanno deciso di accelerare su una strada ben decisa, scindendo la sperimentazione dall'attuazione immediata di un beneficio tecnologico. Così, negli Stati Uniti, l'auto intelligente e connessa potrebbe diventare un “obbligo” molto prima del previsto. Infatti la National Highway Safety Administration ha deciso di anticipare al 2015 la proposta di legge federale sulla tecnologia V2V (vehicle-to-vehicle), prevista inizialmente per il 2016: un'accelerazione in sintonia con il governo, intenzionato ad agevolare la diffusione dei nuovi sistemi per aumentare la sicurezza sulle strade, ridurre il traffico e contenere i consumi.

COS'È IL V2V – Entriamo nel merito del discorso; pertanto vi diamo subito la definizione della tecnologia V2V. Si tratta dell'insieme dei sistemi e delle funzionalità (in genere wireless) che permettono alle automobili di “comunicare” con le altre vetture nei paraggi, inviando ai conducenti segnali, informazioni e avvisi in caso di pericolo. Sembra tutto molto interessante, vediamo che tipo di informazioni i veicoli possono scambiare tra loro: le informazioni in circolo tra un veicolo e l'altro includono posizione, direzione, velocità ed elementi elaborati dai sistemi di bordo per prevedere potenziali collisioni. Assieme alle piattaforme V2I (vehicle-to-infrastructure), in grado di collegare le auto a edifici, semafori e in generale al network delle smart city, queste tecnologie vanno a comporre la più generica definizione di V2X, un orizzonte su cui stanno puntando molti governi e Case automobilistiche.

I BENEFICI DELLA TECNOLOGIA V2V – La NHTSA ha fornito dei dati ancor più convincenti in merito alla tecnologia V2V: ogni anno potrebbe prevenire 600 mila incidenti e salvare circa mille vite, intervenendo negli incroci pericolosi, nei cambi di corsia improvvisi e nelle frenate di emergenza. Oltre alla sicurezza, l'affiancamento del V2V all'Internet of Things, ai sensori di bordo, alle dotazioni autonome e semi-autonome a bordo dei veicoli, dovrebbe garantire anche notevoli risparmi di tempo e carburante. Questa tecnologia trova l'approvazione di molte case automobilstiche, in particolare dell'Alliance of Automobile Manufacturers (composta da 12 Costruttori tra cui FCA, GM, Toyota, Volkswagen, BMW e Ford), che si è già offerta di testare i nuovi sistemi assieme al colosso delle comunicazioni Cisco, al lavoro su soluzioni per limitare le interferenze delle onde radio emesse dai wi-fi dei veicoli.

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