Nuove norme contro il colpo di sonno: “Inutili e spaventano chi ne soffre”

Nuove norme contro il colpo di sonno: “Inutili e spaventano chi ne soffre” Secondo la Fondazione per la cura del colpo di sonno

Secondo la Fondazione per la cura del colpo di sonno, le nuove regole che negano la patente a chi soffre di apnee notturne - da sole - non bastano

27 Gennaio 2016 - 08:01

Le nuove norme contro il colpo di sonno (vedi qui) sono inutili: nessuno dirà che soffre di apnee notturne, pur di ottenere o di non perdere la patente. Lo dice, in sintesi, Maria Grazia del Medico, presidente della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno onlus. Ma andiamo con ordine, partendo dal decreto in Gazzetta Ufficiale numero 9 del 13 gennaio 2016: “La patente di guida non deve essere né rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell'attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte”.

IL PUNTO CARDINE – Dice la regola: “Il medico, di cui all'articolo 119, comma 2, del Codice della Strada, sottopone a particolare valutazione i soggetti per i quali sussistono sintomi riconducibili alla sindrome da apnea ostruttiva notturna. Nei casi in cui si possa concludere per l'assenza o lieve entità di sonnolenza diurna, il medico certifica l'idoneità alla guida del conducente. Nel caso sussistano dubbi circa l'idoneità e la sicurezza di guida, l'accertamento dei requisiti di idoneità psichici e fisici è demandato alla commissione medica locale. La commissione medica locale può autorizzare alla guida i soggetti affetti da sindrome da apnee ostruttive notturne moderate o gravi che dimostrino un adeguato controllo della sintomatologia presentata con relativo miglioramento della sonnolenza diurna, se del caso confermato da parere specialistico di strutture pubbliche”. Alla fine, la validità della patente rilasciata o rinnovata può avere prescrizioni da parte della commissione medica locale: per esempio, non può superare l'anno o i 3 anni di validità.

DOV'È IL PROBLEMA – Per Maria Grazia del Medico, questo decreto è “un'occasione mancata. Anzi, per i conducenti che soffrono di apnee notturne è chiaro il rischio di indurli a non dichiarare la sindrome per non perdere il posto di lavoro”. Questa norma “lascia irrisolte rilevanti e consolidate perplessità sull'attuazione dal punto di vista sanitario di un provvedimento così impegnativo, con il rischio di neutralizzare la prevenzione del colpi di sonno al volante”. Ricordiamo che la Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno si batte per contrastare la diffusissima patologia delle apnee ostruttive notturne, chiamata OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), che rappresenta un serio problema sanitario e sociale, causa dialmeno 17.000 incidenti stradali ogni anno in Italia, con oltre 250 morti, 12.000 feriti e danni per 1,5 miliardi di euro.

POLISONNOGRAFIA, LA PAROLA CHIAVE – “Ciò che in altri Paesi, non solo europei, è attuato già da molti anni – dice il presidente della Fondazione -, in Italia è ancora lontano dall'essere realizzato a causa di una cronica sproporzione tra le improrogabili necessità di affrontare l'OSAS e le strutture sanitarie a ciò dedicate. Questo potrebbe provocare nei conducenti professionali (autotrasportatori, guidatori di taxi, bus e auto a noleggio) e nei privati che usano l'auto per lavoro timori piuttosto fondati sulla possibilità di perdere l'occupazione qualora si accertasse questa patologia che, in realtà, è facilmente diagnosticabile e curabile. Senza accertamenti preventivi, come la polisonnografia, non è possibile appurare e trattare tempestivamente la patologia”. Di che si tratta? Un test  particolare: la registrazione simultanea di più parametri fisiologici durante la notte, mediante uno strumento specifico.

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