Emissioni auto: la Francia svela i risultati dei test su 52 auto

Emissioni auto: la Francia svela i risultati dei test su 52 auto La Francia batte l'Italia sul tempo

La Francia batte l'Italia sul tempo, ferma alle promesse di 7 mesi fa. Ecco quanto emettono realmente 52 modelli testati in condizioni di guida reali

15 Aprile 2016 - 02:04

Dieselgate atto… ennesimo! Lo scandalo planetario non si placa e fa emergere altre verità, sicuramente scomode: i risultati dei test effettuati dal Ministero dell'Ambiente francese fanno infatti pensare. In Italia invece tutto tace e dei test promessi dal Ministro Delrio non v'è traccia.

TRASPARENZA ALLA FRANCESE La grafica è chiara e lineare e il testo è ben comprensibile: la cartella stampa con l'intestazione “Ségolène Royal, Ministre de l'Environnement, de l'Énergie et de la Mer” non ha nulla di burocratico o criptico. Grazie ad Altroconsumo la possiamo leggere comodamente anche in Italia, una lettura che fa riflettere. Il dossier espone i risultati di cicli di test su 52 vetture (il totale delle auto da esaminare è 100) di 15 marchi presenti in Francia; i test hanno misurato gli ossidi d'Azoto e la CO2. Il campione controllato è composto da 1 vettura Euro 4, 28 vetture Euro 5 e 23 vetture Euro 6 e le marche più rappresentate sono Renault (12), Peugeot (9), Citroën (6) e Volkswagen (5) mentre Dacia, Audi, BMW, Jeep, Kia e Fiat hanno contribuito con un'auto a testa. Le cilindrate variavano da 1,2 a 3 litri e il campione comprendeva vetture con il solo EGR, EGR + SCR (leggi come funziona il sistema SCR), EGR + LNT (Lean NOx Trap) e 2 Ford con tutti i sistemi: EGR + LNT + SCR. Le auto sono state provate in tre cicli, con il primo (D1) che è il classico NEDC, ad oggi l'unico ufficiale a livello europeo per le omologazioni (leggi delle nuove norme UE e delle multe ai Costruttori furbi).

COME T'INGANNO L'INGANNATORE Il ciclo D2 è invece un NEDC “troncato” alla sola parte extraurbana: l'accorgimento dovrebbe stanare i defeat device e simili perché si avvicina di più alla guida effettiva ed è quindi meno riconoscibile come test. Il test D3 si svolge invece su strada e cerca di riprodurre il ciclo NEDC: si tratta quindi di una prova RDE (Real Driving Emission) che impiega un'apparecchio di misura mobile PEMS (Portable Emissions Mesurement System) a bordo del veicolo. Una tabella con i risultati aggregati per tipo di tecnologia antinquinamento fa già capire molte cose, ad esempio che le tecnologie per far bene esistono e sono già abbastanza a punto: le 2 auto con EGR + LNT + SCR hanno totalizzato diversi “0 anomalie” e anche il test D2 ha rilevato 0 anomalie fra le vetture con il solo EGR. Interessante è poi l'aggregare il numero di anomalie a seconda dei test: nel caso degli NOx il D1 ha colto in fallo 13 auto, il D2 14 e il D3 sale a 21. I test D1 per gli NOx sono passati da un buon numero di veicoli, anche se a volte occorre una “spintarella”, ossia una tolleranza del 10% sui limiti (non grave, considerando le molte variabili in gioco come usura, qualità del carburante, stato del veicolo): gli sforamenti sono più numerosi per gli Euro 6, vista la severità della norma.

I TEST SCOMPARSI Sono considerati anomali, nel test D2, i casi nei quali il rapporto (risultati D1/risultati D2) è maggiore di 1,5. Lo studio nomina quasi mai le prestazioni dei Marchi ma in questo caso cita 2 Volkswagen perché in peggioramento sensibile rispetto al D1, segno che il defeat device ha “mollato i freni” ritenendo di essere in strada invece che nel test. I risultati della prova D3 vanno presi con cautela, dato che, per esempio, la temperatura ambiente non è controllata ed è per questo che la tolleranza è di 5 volte rispetto alle norme. Le rigide prescrizioni Euro 6 sono difficili da rispettare su strada, impresa che riesce a sole 2 auto, mentre altre 8 rientrano nel limite del 500%. La misura della CO2 (legata ai consumi, leggi quale auto ha i consumi più vicini a quelli dichiarati) ha bisogno di una correzione perché le prove effettuate dall'istituto UTAC al banco e quelle di omologazione sono condotte in maniera leggermente diversa ma la tolleranza stabilita – + 12% – permette ad una risicata maggioranza delle auto di passare il ciclo D1. Situazione decisamente diversa per il D3, rispettato soltanto da 5 auto entro il + 12%. Risultati importanti, quindi, che contribuiscono a fare luce, in Francia, su questioni quanto mai attuali. Nel nostro Paese invece agli annunci ufficiali è seguito quasi nulla: nell'oblio i 1000 test promessi in TV dal Ministro Delrio e nulla di fatto anche sui richiami Volkswagen in Italia (dei quali vi abbiamo mostrato la lettera ufficiale), praticamente mai passati alla fase operativa. Il Ministero dichiara di essere in stretto contatto con Volkswagen e KBA e ritiene che essi (i richiami) “debbano essere lasciati al senso civico del cittadino perché non esiste una norma specifica che lo obblighi”, ricordando comunque gli articoli 71 e 72 del nuovo CdS, che prevedono sanzioni per chi circoli con veicoli non conformi: ci sembra veramente troppo poco.

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